Catania annega tra rifiuti e Tari: a tenerla a galla è la coscienza civile dei giovani

Per anni il catanese è stato tacciato di non avere a cuore le sorti della propria città. E certo l’incuria e il degrado che contraddistinguono molte delle strade che quotidianamente percorriamo non depongono certo in sua difesa. Nel frattempo, a pochi mesi dall’avvio della raccolta porta a porta in tutta la città l’ennesimo innalzamento della tassa sui rifiuti rende lo spettacolo offerto da montagne di spazzatura ancora più difficile da accettare, soprattutto in un momento in cui si fa un gran parlare di transizione ecologica e rispetto dell’ambiente. Una ulteriore, e forse definitiva, mazzata per tutti quei cittadini che da anni attendono un cambiamento concreto e che, invece, stanno progressivamente cedendo ad un sentimento di rassegnazione. Tuttavia, di fronte a quello che a molti sembra ormai essere un destino ineluttabile, ci sono ancora ragioni per sperare. Ad incarnarle, ieri, sono stati i ragazzi e le ragazze che hanno scelto di trascorre una delle ultime domeniche d’estate ripulendo piazza San Cristoforo, dimostrando come il pessimo esempio degli adulti non sia stato sufficiente a intaccare la loro fiducia nella ricostruzione di una coscienza civile e ambientale per cui non smettono di battersi in prima persona. A testimoniarlo non sono solo i 50 sacchi di rifiuti collezionati a fine giornata ma anche la sinergia tra associazioni cittadine della più diversa estrazione. È questo il segnale lanciato dalla presenza, accanto a Plastic Free, al comitato civico PuliAmoCatania e ad altre associazioni cittadine, di una realtà come quella di MusicaInsieme a Librino (l’orchestra giovanile ha aperto la giornata di pulizia straordinaria con un’esibizione). 

I volontari impegnati nella raccolta dei rifiuti

Nella riappropriazione degli spazi della città, nel loro rifiorire (più o meno momentaneo) attraverso la commistione di arte e impegno civico, c’è tutto il grido di un’intera generazione che sogna in grande e che, ben più di quanto la classe politica ad ogni livello abbia saputo fare finora, è ben consapevole che le grandi rivoluzioni sono sempre la somma di piccoli ma significativi gesti. E che, a volte, per ottenere dei frutti è necessario seminare nei campi più brulli. E così il volto ripulito di un quartiere complicato potrebbe diventare il simbolo della rinascita di un’intera città su cui molti continuano a non scommettere. Ma i simboli, si sa, da soli non sono abbastanza. Per risultare efficaci, devono essere trasformati in prospettive, idee e soluzioni. Le stesse che animano la rete sociale di associazioni alla continua ricerca di interlocutori capaci di intercettare, più che una semplice richiesta di decoro, un appello a risvegliarsi dal torpore. Fin quando tale appello rimarrà inascoltato, o derubricato da chi di dovere come un’episodica manifestazione di dissenso, non sarà possibile assistere ad un cambiamento organico. 

Un problema certamente di lungo corso. Ma che, a giudicare dalla determinazione negli occhi dei ragazzi che hanno presenziato in piazza San Cristoforo, è arrivato il momento di affrontare.

Alcuni ragazzi dell’orchestra di MusicaInsieme a Librino

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