Raccontare in breve la vita e l’opera della nota scrittrice e poetessa siciliana, nonché psicanalista junghiana, Bianca Garufi, è un tentativo che mette sempre in grande difficoltà chi è chiamato a scriverne. È infatti una donna versatile, quella di cui possiamo tracciare attentamente le linee guida della sua vita che ha condotto tra il 21 luglio 1918, data della sua nascita a Roma, al 28 maggio 2006, giorno in cui è venuta a mancare all’affetto dei suoi cari e di quanti l’hanno apprezzata soprattutto come donna emancipata e di grande cultura. Per comprendere meglio la statura della donna che è stata Bianca Garufi bisogna andare a scavare nelle sue radici siciliane.

La famiglia della Garufi faceva parte, infatti, dell’alta aristocrazia di Messina ed era solita trascorrere, come fece tra l’altro per molti decenni anche Bianca, le lunghe estati nella cittadina di Letojanni, in una ricca dimora settecentesca a due passi dalla vicinissima Taormina. Palazzo Garufi è tuttora uno dei più begli edifici storici letojannesi, ancora oggi casa-vacanza per la famiglia di origini peloritane che risiede stabilmente a Messina. Per Bianca l’estate era il momento in cui, tra letture importanti e mare, poteva distrarsi liberamente, percorrendo la lunga spiaggia che dista tutt’oggi pochi metri dal palazzo nobiliare che la ospitava. Da quest’amore per la Sicilia e i suoi abitanti, nascerà in Bianca un forte attaccamento alle loro tradizioni e spesso nei romanzi della Garufi sono presenti descrizioni talmente minuziose e dettagliate che fanno comprendere come la stessa conoscesse alla perfezione tutti gli usi e i costumi di questa popolazione. Ciò si può notare soprattutto nei due suoi libri più importanti, ovvero Fuoco Grande (1959) e Il Fossile (1962).

Proprio Fuoco Grande è una sorta di corrispondenza epistolare con Cesare Pavese, che conobbe Bianca subito dopo la Seconda Guerra Mondiale (nel corso della quale partecipò come attivista nella Resistenza, al fianco di Fabrizio Onofri, figura carismatica del Partito Comunista Italiano), negli uffici romani della casa editrice Einaudi, di cui il futuro autore dei “Dialoghi con Leucò” (dedicati proprio a Bianca Garufi) era allora consulente e traduttore. Tra i due scoppierà subito la scintilla amorosa, ma nonostante tutto sarà una relazione soltanto illusoria per Pavese, che era solito innamorarsi di donne che poi non corrispondevano completamente alle sue lusinghe. Malgrado tutto tra di loro si instaurerà un legame molto solido che sfocerà poi nel carteggio.

Palazzo Garufi a Letojanni

Ma per Bianca, che lavorerà assiduamente accanto anche a Natalia Ginzburg nella sede di Roma dell’editore torinese, fino al 1958, gli interessi saranno rivolti alla scoperta della psicanalisi di Carl Gustav Jung, sul quale scriverà la tesi di Laurea in Lettere e Filosofia. Lo studio (il primo in Italia) dal titolo Struttura e dinamica della personalità nella psicologia di C.G. Jung, sarà lo spartiacque per una rilettura dei miti greci a sostegno della nuova psicanalisi. Argomenti che verranno trattati dalla Garufi anche con Pavese, il quale si dimostrerà non poco refrattario nello scavare nell’anima, temendo crisi creative che potevano precludere il suo campo di scrittore. Negli anni seguenti si trasferirà in Francia e inizierà a tradurre autrici come Simone De Beauvoir, mentre nel 1968 pubblicherà con Longanesi, Rosa Cardinale, romanzo a forte connotazione psicologica.

Molti saranno gli impegni all’Estero, soprattutto in Cina e negli Stati Uniti d’America, dove risiederà per parecchi anni, traducendo e non dimenticando mai le sue radici profondamente letojannesi. Un paese, Letojanni, che le dedicherà quando lei è ancora in vita la Biblioteca comunale, dove nel settembre del 2020 un nutrito gruppo di giovani ha fatto nascere un Circolo di lettura che porta il suo nome e che è tuttora impegnato nell’organizzazione di eventi culturali, come presentazioni di libri e mostre. Un omaggio alla Leucò di Pavese, ma anche alla Bianca letojannese che morirà nel 2006 a Roma tra le sue poesie, una più struggente dell’altra, che saranno raccolte postume in vari libri.

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