«Siamo un’impresa culturale partecipata dagli spettatori, che svolge i propri processi produttivi in sede dando da lavorare ogni anno a oltre 300 persone. In questi mesi abbiamo resistito pensando alla rinascita del Teatro Greco, dove già da gennaio abbiamo aperto il cantiere. Il palcoscenico è stato terminato come anche le scenografie delle due tragedie, permettendo a decine di famiglie di avere un sostegno economico. I cast sono fatti, le traduzioni completate, attendiamo solo di poter accogliere il pubblico». È orgoglioso Antonio Calbi, sovrintendente dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, mentre racconta i progressi della 56esima stagione, la cui data d’inizio è fissata per il 3 luglio. A inaugurare il cartellone sarà Le Baccanti di Euripide, diretta dal catalano Carlus Padrissa, fondatore della compagnia La Fura dels Baus, che vedrà in scena oltre cinquanta interpreti. Seguiranno Le Coefore e Le Eumenidi firmate da Davide Livermore, che sostituiscono l’Ifigenia in Tauride di Jacopo Gassmann spostata al 2022, per finire con la commedia di Aristofane Le nuvole per la regia di Antonio Calenda. Di media il 70% dei ricavi annui dell’INDA deriva proprio dal pubblico, che muove su tutto il territorio siracusano un indotto pari a quasi 37 milioni di euro, almeno in tempi pre-pandemici, mettendo in moto una complessa macchina produttiva che coinvolge anche molte attività del posto.

LE INCOGNITE RESTANO. In questo clima di aspirazione alla normalità per il settore dello spettacolo dal vivo, sono però ancora molti i dubbi. «Allo stato attuale – prosegue Calbi – abbiamo solo 1.000 posti a disposizione, sebbene la càvea che abbiamo allestito quest’anno sia in grado di accoglierne 6.000. Auspichiamo pertanto che si arrivi al 50% della capienza anche perché al di sotto delle 2.000 persone avremmo delle criticità di bilancio». La speranza è, dunque, che alla conferenza Stato-regioni, il Governatore Musumeci si faccia portavoce di quest’istanza, fermo restando che nelle prossime settimane saranno cruciali l’andamento pandemico e la spinta in avanti del piano vaccinale che, ad oggi, come riporta IlSole24Ore, conta quasi 19 milioni di dosi somministrate «Come già nel 2020, – prosegue – abbiamo deciso di spostarci temporalmente in avanti, cominceremo i primi di luglio per finire il 22 agosto, anche perché speriamo che con l’aumento delle temperature anche i decessi e i ricoveri diminuiscano. Abbiamo previsto 48 repliche complessive: 23 per “Baccanti”, 15 per “Coefore” ed “Eumenidi” e 10 per “Le nuvole”, programmando anche il lunedì in modo da contenere al massimo i costi». Sempre che il coprifuoco, al momento fissato per le 22.00, venga posticipato almeno di un’ora.

UN ANNIVERSARIO SIMBOLICO. «Con Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova, che nel 2019 ha portato in scena un’applauditissima “Elena” – spiega – abbiamo pensato di co-produrre l’ Orestea, su due stagioni: quest’anno saranno rappresentate Coefore ed Eumenidi mentre il prossimo anno Agamennone e l’intera trilogia. Così nella stagione 2022-2023 girerà nei principali teatri italiani al chiuso, a cominciare proprio dal capoluogo ligure. In questo modo le produzioni avranno una seconda vita». Una scelta dettata non solo dalla necessità di far circuitare gli spettacoli, che di questi tempi diventa vitale, ma anche di celebrare un importante anniversario. Nel 1921, infatti, l’attività, sospesa in seguito allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, riprese proprio con Coefore. Massimo riserbo per il momento sui cast, anche se dalle anticipazioni fatte a conclusione della scorsa stagione, sappiamo che Lucia Lavia vestirà i panni di Dioniso ne Le Baccanti e che Galatea Ranzi sarà protagonista de Le nuvole. Pare inoltre che la compagnia di Livermore avrà qualche lieto ritorno. Chissà che non si tratti della coppia composta da Laura Marinoni-Sax Nicosia, già protagonista nel 2019 dell’Elena. «Avendo spostato la stagione, purtroppo abbiamo perso Luca Bizzari e Paolo Kessisoglu, annunciati per la commedia di Aristofane, che comunque saranno sostituiti da interpreti ugualmente interessanti».

Il sovrintendente Antonio Calbi

LE RISORSE DELLO STREAMING. Le produzioni vedranno inoltre la partecipazione dei 47 allievi dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico. «Sarà un contributo alla loro formazione che è stata un po’ penalizzata in quest’anno di pandemia, permettendo loro di recuperare il tempo perduto e di formarsi sul campo». Non che durante questi mesi siano mancati spunti di riflessioni: «Abbiamo tentato di tenere viva l’attenzione dei nostri allievi con il ciclo “Antichi Pensieri”, trasmesso sulla nostra pagina Fb, immaginando che fra gli spettatori ci fossero anche i liceali che ogni anno vengono a Siracusa». Un’attività che ha riscosso successo e alla quale non si vuole rinunciare neanche dopo il ritorno in presenza: «Stiamo valutando delle azioni di promozione e in generale di coinvolgimento del pubblico perché l’esperienza sui social ci ha fatto capire che si possono conquistare anche platee diverse e distanti». Se è da escludere la diretta degli spettacoli, è invece confermata la consueta collaborazione con la Rai che per quest’anno trasmetterà Le Baccanti mentre nel 2022 l’Orestea completa.

APPELLO AL PUBBLICO. Nonostante a dominare la scena saranno ancora una volta gli elementi naturali, dall’aria alle diverse forme dell’acqua, le tre proposte artistiche si preannunciano completamente diverse: «La regia di Livermore sarà molto raffinata ed ammaliante, quella di Padrissa più fisica, un baccanale festoso carico dell’energia giovane dei nostri allievi, mentre Calenda ha trovato il giusto compromesso tra cielo e terra. Data la diversità delle proposte, confidiamo che chi ne vede una, torni anche per le altre». Un garbato invito rivolto principalmente agli spettatori di prossimità: «Certo auspichiamo che ci sia un po’ di pubblico dalle altre regioni italiane ma speriamo soprattutto nell’ampia partecipazione del pubblico siciliano, com’è stato l’anno scorso. Potrebbe essere l’occasione per passare almeno due notti a Siracusa, per un viaggio all’insegna della bellezza e della cultura. C’è un grande bisogno di tornare alla socialità e il rito culturale per eccellenza è quello che ogni anno si tiene al Teatro antico di Siracusa. Questa è forse la nostra stagione più ambiziosa e voglio immaginare con spirito festoso il ritorno in un luogo così speciale».

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