Quest’anno ho battuto tutti i miei record, organizzando ben due viaggi con otto mesi di anticipo. Uno dei due inizierà a giorni, e ancora faccio fatica a realizzarlo. Dopo aver consultato menù di ristoranti, mappe stradali, siti museali e abbonamenti dei mezzi pubblici fino a imparare a memoria ogni dettaglio, mi sembra quasi impossibile che tutto stia per prendere forma davanti ai miei occhi.

Ho inserito la durata orientativa di ogni escursione, scaricato i biglietti con i QR-Code, preparato i bagagli, creato liste su liste che adesso sto lentamente spuntando e, nell’avvicinarmi al mio obiettivo, all’oggetto di un desiderio condiviso e finalmente quasi concretizzato, mi sento un po’ come i protagonisti di Ti Aspetto, il graphic novel di Rébecca Dautremer pubblicato da Rizzoli nella traduzione di Francesca Mazzurana.

Sì, perché anche il quel caso una coniglietta di nome Dolce ha molto da attendere prima di arrivare all’appuntamento con il suo amato Jacominus Gainsborough, e viceversa: i due si sono accordati per vedersi al porto a mezzogiorno, dopo essere stati a lungo lontani l’uno dall’altra, e mentre le ultime ore che li separano sembrano non passare mai si concentrano su pensieri, dettagli e luoghi che possano aiutarli ad affrontare al meglio l’ultima fase di quell’attesa.

A partire da queste premesse la celebre illustratrice francese ci trasporta in un mondo delicato e commovente, frutto di una storia che in realtà non è solo illustrata, ma intagliata a tutti gli effetti, scavata dalla prima all’ultima pagina, per ricreare un’esperienza di lettura unica nel suo genere, in cui a contare non è tanto il momento del ricongiungimento, quanto ogni micro-parte che lo precede.

«In effetti, questo libro che guardi sollevando le sopracciglia e trattenendo il respiro tu lo stai per ATTRAVERSARE… Non nel senso che è uno di quei libri in cui bisogna leggere “tra le righe” o che la sua lettura ti farà vivere un’esperienza spirituale o trascendentale. No. Ti sto dicendo che questo libro lo attraverserai PER DAVVERO», sono non a caso le parole con cui l’autrice ci prepara all’esperienza che stiamo per vivere.

Un’esperienza che non è quella dell’incontro, ma della trepidazione. E che conosciamo fin troppo bene al di là della letteratura, sperimentandola in un modo o nell’altro nella nostra vita quotidiana. Che si tratti di una partenza, di un esame, di un rendez-vous o di un colloquio, lo sappiamo sulla nostra pelle cosa significhi ripassare in modo maniacale ogni singolo gesto prima del grande evento, e fino a che punto tutti i passaggi da affrontare siano unici nel loro genere.

Ebbene: Ti Aspetto si basa proprio su questo principio, su questa percezione universale, su questa emozione che ci rende uguali davanti all’attesa, e che a maggior ragione d’estate può capitare di provare quando si avvicinano le ferie, si fa ritorno nel proprio paese d’origine, si scoprono nuovi lidi o si rivedono persone da cui gli impegni ci hanno tenuto separati.

Sfogliarlo prima di arrivare al fatidico D-day può essere un modo per affrontare con meno ansia l’ultimo sforzo, assaporando la bellezza e la dolcezza di ogni “nel frattempo” e proiettandoci in una dimensione nella quale esiste solo l’eterno presente, perfino quando ogni minuto sembra durare ore, e qualunque programma abbiamo pianificato tarda tremendamente a verificarsi.

Perché, come scrive Fabrizio Caramagna, «l’attesa non è mai fredda o disattenta, anche quella più paziente pulsa contro le pareti del futuro», e a volte abbiamo solo bisogno di tenere fra le mani il libro giusto per ricordarcelo.

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