La pandemia ha accelerato il graduale passaggio dalla sanità tradizionale a quella digitale, ma perché essa possa essere efficiente è necessaria la collaborazione di istituzioni, cittadini e personale sanitario. Questo il tema principale emerso dal webinar “Dalla sanità negata alla sanità informatizzata” promosso da Confconsumatori Sicilia lo scorso 4 giugno. L’incontro rientra nel progetto regionale “Servizi pubblici a portata di click” ed è il secondo di questo ciclo finanziato con i proventi delle multe fatte dall’Antitrust. Protagonisti del webinar sono stati l’avvocato Maurizio Mariani, consulente del progetto, il dottor Francesco Luca, direttore del dipartimento per l’integrazione socio sanitaria Asp Catania. L’incontro, moderato dal giornalista Emiliano Di Rosa, è stato aperto dall’avvocato Carmelo Calì, presidente Confconsumatori Sicilia, e concluso dalla presidente Confconsumatori Nazionale Mara Colla.

Interconnessione e digitalizzazione. «Quando si parla di digitalizzazione – ha introdotto l’avvocato Calì –  il comparto della sanità è l’ultimo al quale si pensa, ma è un grave errore. Se la sanità fosse informatizzata, si avrebbe una maggiore tempestività nelle cure». Un concetto ribadito anche dall’avvocato Mariani: «Il fascicolo sanitario elettronico consente di creare cartelle in cui confluiscano tutti i dati sanitari di una persona e di caricarle in piattaforme che rispettano quanto imposto dalla privacy su dati molto sensibili. In questo modo i medici non hanno difficoltà a conoscere la storia clinica di un paziente e quest’ultimo ha diritto di scegliere a chi mostrare il proprio fascicolo o meno». A questi, si aggiungono poi i vantaggi della telemedicina: « solo la prima visita deve essere fatta di presenza, poi si prosegue con televisite (ove possibile) e con il teleconsulto medico, fondamentale quando un paziente ha bisogno del parere di più specialisti contemporaneamente. Tutto questo diventa possibile quando ai medici sono forniti i giusti strumenti».

Cure a domicilio. Proprio a proposito di telemedicina – e della sua capacità di evitare quei sovraffollamenti ospedalieri di cui si è tanto discusso nei mesi più difficili dell’emergenza sanitaria – le riflessioni del dott. Luca: «Quando si parla di riforme della sanità, non bisogna pensare solo agli ospedali. A Catania ci sono 5000 posti letto a fronte di milioni di pazienti che necessitano di cure anche da casa. Per questo è necessaria una presa in carico globale dei pazienti: se medico di base, guardia medica, medico ambulatoriale e medico di continuità assistenziale potessero disporre del fascicolo elettronico di tutti, molte persone potrebbero essere curate a domicilio invece di recarsi in ospedale».

Dialogo tra istituzioni. Come spesso accade, decisiva è anche la capacità di saper fare rete tra le istituzioni, come sottolineato dal dott. Luca: «Bisogna rinnovare i sistemi regionali e migliorare la comunicazione tra loro. Si pensi per esempio al Nar (Nuova Anagrafe Regionale) e alla Tessera Sanitaria, i sistemi alla base dell’Anagrafe Assistiti ma che non comunicano tra loro. Con la pandemia la richiesta di nuove tessere sanitarie dai cittadini è aumentata in modo esponenziale e non solo gli uffici hanno avuto difficoltà a rilasciarle, ma anche dopo il loro rilascio non sempre erano utilizzabili. La mancanza di comunicazione, infatti, ha fatto sì che il sistema di Poste Italiane in alcuni casi non fosse aggiornato al punto da poter leggere le tessere più nuove». A concludere in accordo con quanto detto dai precedenti, la presidente Colla: «Bisogna correggere la non omogeneità dei servizi, stimolare il dialogo tra sistemi. I cittadini più anziani devono essere invogliati ad apprendere le nuove tecnologie, non devono aver paura di sbagliare: inclusione sociale significa anche questo, informare, aiutare e sostenere i più anziani offrendo loro formazione per renderli autonomi».

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