Intervista a Mara Colla, presidente nazionale: «La nostra mission oltre la difesa legale, rendere i cittadini liberi e informati»

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]Q[/dropcap]uando parliamo di diritti, dobbiamo tenere conto anche di quelli delle persone che non sono in grado di chiedere aiuto». Così Mara Colla, presidente nazionale di Confconsumatori, riassume l’esigenza a cui risponde “Anziano fragile: verso un welfare comunitario”, iniziativa promossa dall’Associazione insieme ad ANCeSCAO, che ha recentemente fatto tappa a Catania con un convegno multidisciplinare. La campagna, volta all’individuazione di soluzioni efficaci per alleviare le difficoltà in cui versano gli anziani e le loro famiglie è un esempio di come il concetto di assistenza possa cambiare volto. «Il nostro obiettivo primario è informare i cittadini e quindi liberarli» sottolinea infatti la Presidente, indicando le coordinate di una mission che associa alla presenza capillare sul territorio, attraverso i suoi sportelli, l’impegno a formare una cittadinanza consapevole e responsabile di fronte alle nuove sfide che ci vengono incontro ogni giorno.

Perché Confconsumatori si è occupata del tema “anziano fragile?”
«Nel corso degli ultimi anni un numero sempre crescente di persone si è presentato ai nostri sportelli lamentando di non riuscire più a pagare la retta della casa di riposo per i loro congiunti affetti da Alzheimer. Abbiamo impugnato alcuni decreti ingiuntivi, poiché sulla base di una sentenza della Cassazione si evince che questo tipo di servizio debba essere a carico del Sistema Sanitario Nazionale. A quel punto abbiamo ritenuto opportuno fare una riflessione più ampia, poiché il problema – spesso trattato esclusivamente dalle associazioni dei malati – riguarda un numero sempre crescente di famiglie italiane».

Mara Colla presidente nazionale confconsumatori
Mara Colla

Un tema rispetto al quale la vostra Associazione viene spesso chiamata in causa è quello dei trasporti. In questi giorni molti viaggiatori, a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza Coronavirus, si sono chiesti se sia possibile avere rimborsati i biglietti aerei non utilizzati. Che tipo di riscontro avete dato loro?
«Sebbene molte compagnie aeree stiano dimostrando una totale chiusura nei confronti di queste richieste, negando ogni possibilità di rimborso, stando al Codice della Navigazione, i passeggeri che scelgono di non partire per una causa a loro non imputabile hanno pieno diritto al risarcimento. Il caso del Coronavirus rientra in questa casistica, pertanto consigliamo ai consumatori di insistere ed eventualmente rivolgersi a noi o a un’altra associazione per ottenere ciò a cui hanno diritto».

«L’Italia è ferma ai tempi dei BOT: non abbiamo imparato ad usare il denaro»

Una delle criticità del nostro Paese è quella del rapporto dei risparmiatori con gli istituti di credito. Come vede la situazione attuale?
«In tema di finanza, in Italia è come non ci fossimo mossi dai tempi dei BOT: non abbiamo imparato ad usare il denaro. Quando parliamo di prodotti finanziari, ad esempio, il risparmiatore è portato a dipendere totalmente dalla consulenza di chi sta al di là del vetro. Con questo non voglio dire che le banche diano intenzionalmente consigli sbagliati, ma che sia opportuno che l’utente disponga degli strumenti necessari a soppesare le informazioni ricevute per operare le proprie scelte. Del resto sarà lui a subirne le conseguenze. Anche rispetto a dinamiche come le vendite rateali in molti sono del tutto impreparati, finendo così vittima del sovraindebitamento. Noi, come associazione, ci stiamo dando da fare e siamo sempre a disposizione, ma bisogna fare molto di più, partendo dalle scuole».

«Dobbiamo impegnarci nel promuovere un utilizzo responsabile della Rete da parte di adulti e anziani»

Quando si parla di utilizzo consapevole non può non venire in mente il mondo della Rete, con le sue insidie. Cosa possiamo fare, ad esempio, sul piano della tutela dei dati personali?
«È una questione delicatissima. Il web offre delle grandi facilitazioni: basti pensare alle opportunità del “Fascicolo Sanitario Elettronico” e a quelle dell’“home banking”. Sebbene neppure gli esperti sappiano sempre tutto quello che può conseguire dall’utilizzo “indiscriminato” di questa stupefacente tecnologia, come consumatori dobbiamo essere molto fermi nel dire che tutto ciò che può migliorare la nostra vita va adoperato, con tutte le dovute cautele. Credo che il rispetto delle norme debba essere verificato e sanzionato da un organo che al momento non c’è e sul quale sarebbe opportuno si pensasse in una logica comunitaria. Nel frattempo, dobbiamo impegnarci nel promuovere un utilizzo responsabile di questi strumenti, soprattutto da parte di adulti e anziani. Noi affronteremo proprio questo tema nel Consiglio nazionale dei consumatori ad ottobre a Roma dove parleremo del problema delle comunicazioni, comprese quelle digitali».

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