Da Martina, che lamenta di essersi iscritta all’Università spinta dall’amore per i libri e che oggi non ha tempo per leggere, a Manuela, che nel suo tempo libero preferisce uscire o passare del tempo su Netflix. Le storie degli studenti catanesi

«Ho letto il mio primo libro a 10 anni. La lettura e la musica, pilastri della mia esistenza, mi hanno reso la persona che sono. Adesso, tuttavia, arrivata all’università, non leggo quasi più». A parlare è Martina, studentessa di Lettere a Catania: per lei, come per molti suoi coetanei, con il passare degli anni e il sovrapporsi degli obblighi accademici, il rapporto con i libri è diventato piuttosto complicato. «Dopo aver studiato tutto il giorno – ci racconta ancora – gli occhi mi si chiudono e la concentrazione manca. E dire che mi sono iscritta a questo corso di laurea spinta proprio dal mio amore per la lettura».

Una mera questione di tempo, quindi? Per qualcuno, come la diciannovenne Ilenia, la radice del problema starebbe nel rallentare la vita frenetica del nostro millennio: «La cosa più difficile per me – racconta – è riuscire a trovare il silenzio e la concentrazione necessari per apprezzare lo scritto che ho tra le mani». Per altri, però, come la diciannovenne Manuela, la lettura sembra semplicemente passata di moda: «Quando riesco a ritagliarmi del tempo preferisco uscire a bere un aperitivo o guardare una serie tv su Netflix».

E alla fine, gli unici libri a essere veramente letti dai giovani sembrerebbero quelli inseriti nei programmi universitari. «Capisco il punto di vista  di chi dopo una giornata dedicata all’università preferisca far altro nel tempo libero – spiega la ventiduenne Anna – ma è piuttosto diffusa tra gli studenti anche la convinzione che lo studio, da solo, fornisca già tutta la cultura letteraria di cui si ha bisogno».

Sarà davvero così? A ben guardare i dati ISTAT, sono proprio i più giovani (specie quelli tra 15 e 17 anni, ma anche i ventenni) a leggere di più, come dimostra la studentessa Carla: «Le storie dei miei eroi mi hanno più volte aiutato, illuminato, concesso di evadere e fatto sentire meno sola in diversi momenti difficili della mia vita. Ho scelto Lettere proprio per questa ragione, e anche se oggi la lettura per puro svago è diventata rara, non mi abbatto: cerco di trovare il tempo per qualche pagina ogni sera; che siano 10 o 50  non importa, ne sento la necessità».


Giovani e lettura: tra speranze e criticità, un binomio da rifare

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