Quando hai trent’anni e sei costretto ad uscire dalla tua comfort zone, il tuo strambo viaggio alla ricerca della libertà somiglia un po’ a quello di Ulisse. Ma basta incrociare uno sguardo familiare o ascoltare una storia per tornare a respirare un’aria conosciuta

Li riconosci con uno sguardo. Seduto lì, al primo bistrot trovato per strada. Stanno dietro il bancone, arrancano con l’inglese, ma i loro occhi, quelli sono felici, anche dietro a quel bancone a servire “italian panini”.

«Piacere Francesca, vivo a Londra da cinque mesi. Lavoro in questo bar da un mese, ma il mio sogno è diventare paramedico. Qualche altro mese per imparare l’inglese e smetto di fare “cotto panini”». Mi ha riconosciuto subito, ci siamo scrutate e poi ho ordinato (il mio accento non mi ha ovviamente smentito). «Italiana?». Sì, rispondo. E iniziamo a raccontarci.

Nonostante la Brexit, qui con qualche restrizione in più come quella di aprire un conto in banca, c’è gente che crede di muovere i passi, partendo dall’ultimo gradino della scala sociale, verso un futuro diverso. Giri per la città, lasci il tuo Cv, ti richiamano o ti rispondono alle e-mail, ti fissano un giorno di prova, ti assumono, qualche e mese e poi “E’ stato bello lavorare con voi”. Loro (i datori di lavoro) lo sanno, tu lo hai appena scoperto. Chiamasi “mobilità sociale”. Kurt Lewin aveva ragione.

Mentre pensi a strane teorie filosofiche, anche tu giri per la città, non da turista però. Stavolta anche tu vesti i loro panni: vuoi ripartire da zero, hai lasciato “un buon contratto”, o magari non hai lasciato proprio nulla. Ti ricordi vagamente di Ulisse e il suo “strambo viaggio”, oltre le colonne di Ercole. Lui fu punito, ma tu senti (come del resto l’eroe) tutto il sapore della libertà. Quella che ti fa girare per le strade, perderti e anche da lavapiatti ritrovarti. Sebbene tu ne abbia trenta di anni e ti senta costretto ad abbassare i tuoi standard: una stanza, con annessi ragni e topi in Italia non l’avresti mai pagata mille sterline. Ah, certo, hai il bagno personale: peccato sia un tutt’uno con la doccia. Ma quando ti ritrovi fuori dalla tua comfort zone anche una sigaretta circondata da piante di basilico che hai comprato per sentirti a casa, rinunciando magari al solito sandwich comprato in saldo perché in scadenza, ti fa sentire al “sicuro”. Nessun pensiero negativo ti sfiora, soprattutto se ripensi che a trent’anni la casa la condividevi con i genitori.

In Sicilia c’è il sole. Nella Tube c’è caldo e tanta gente, appiccicata l’una con l’altra. Mentre mangi il tuo sandwich, tra un cambio di fermata e l’altro, puoi scorgere lo sguardo di qualcuno, se ti fermerai un attimo avrai una storia da ascoltare (e raccontare) che ti farà sentire a casa.

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