Film tratti dalle opere di Pirandello e Brancati, interviste esclusive a Sciascia e Guttuso, clip celebrative su Quasimodo e documenti storici sui cantastorie: le piattafome multimediali della Rai offrono al pubblico una vasta scelta di contenuti. Ecco quelli che un isolano non può assolutamente perdere

La letteratura a portata di clic. E quella siciliana non è da meno. Nei giorni in cui le postazioni sul divano e i corridoi domestici non sono mai stati così affollati, dalla collaborazione tra RaiTeche e RaiPlay arriva un regalo che addolcirà non poco le lunghe giornate degli amanti delle lettere e delle loro raffinate trasposizioni sceneggiate. La piattaforma multimediale, infatti, propone al suo pubblico ben 26 classici imperdibili interpretati da registi e attori di eccelso valore: da I fratelli Karamazov di Sandro Bolchi e Diego Fabbri a Le avventure di Pinocchio di Luigi Comencini, in cui a interpretare il ruolo di Geppetto è uno straordinario e indimenticabile Nino Manfredi, passando per I promessi Sposi dello stesso Bolchi e di Riccardo Bacchelli. Ma la Sicilia non sta a guardare e, come spesso accade, fa la parte del leone. Tra i tanti titoli fruibili, diversi e pregiati sono quelli tratti dalle opere dei nostri maestri. A partire da Luigi Pirandello, del quale è possibile riammirare L’uomo dal fiore in bocca (1970), I vecchi e i giovani (1979) e Kaos (1984), quest’ultimo basato sulle novelle dello scrittore agrigentino sceneggiate dai grandi fratelli Taviani con la partecipazione attoriale di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. C’è anche spazio per Vitaliano Brancati e il suo Don Giovanni in Sicilia (1967), con protagonista un altro nostro conterraneo, Lando Buzzanca.

Ma non finisce qui. Se le corde della vostra anima letteraria vibrano più veementemente dinanzi alla poesia, il sito di RaiTeche ha ciò che fa per voi: decine di raccolte dedicate ai grandi fenomeni e ai personaggi della lirica italiana del ‘900. Tra queste, diverse clip sono dedicate al Premio Nobel Salvatore Quasimodo, talvolta presente in prima persona, altre volte rievocato attraverso la suggestiva lettura dei suoi versi. Non vi basta? Ecco allora una suggestiva conversazione, risalente al 1961, sul ruolo decisivo che l’intellettuale può giocare all’interno di una società e sulla necessità di una rivoluzione politica: da un lato Leonardo Sciascia e la sua fidata sigaretta, dall’altro Renato Guttuso. Ma la letteratura, si sa, non abita soltanto libri e scaffali. Si nutre di voci e sospiri, di canti che si perdono nel tempo al punto da renderne misteriosa l’origine. Ogni tanto queste melodie dal sapore dolorosamente nostalglico tornano in un sussulto dei nostri nonni o in un frammeno di memoria dei nostri genitori e ci riportano ad un mondo che non è il nostro, che tuttavia sentiamo di conoscere da sempre. Grazie ancora una volta a RaiTeche, quelle armonie possono oggi tornare ad allietarci: è online, infatti, l’Archivio del folclore italiano, all’interno del quale, selezionando la regione d’interesse, è possibilie accedere ad un’enorme quantità di documenti e filmati preziosi, raccolti tra il 1947 e gli inizi degli anni ’60. Nel giro di qualche secondo, potrete rilassarvi al suono di appassionate serenate, sorridere grazie a musichette canzonatorie o finire ammaliati di fronte al racconto di un caratteristico cantastorie nostrano. Il tutto, tra l’altro, ordinatamente diviso a seconda della provincia. Un po’ come gettarsi in un salutare viaggio a ritroso tra le pieghe genetiche del nostro essere isolani.

Perché c’è qualcosa, nella letteratura e nelle declinazioni che essa di volta in volta assume, che va oltre ogni considerazione retorica. Un potere salvifico che manifesta i suoi effetti catturando il lettore con il candore di una carezza e simultaneamente con la stretta di una catena. Nelle parole degli scrittori, nell’inquadratura di un regista, nella nota di un cantore, realtà e finzione perdono il loro significato consueto, si spogliano dell’opposizione che incarnano: il muro che le divide crolla e su quelle macerie una finisce per raccontare l’altra e viceversa. E il fruitore, piacevolmente perso in queste due dimensioni, non può che amarle entrambe, facce delle stessa medaglia che raffigura l’uomo e le sue fragilità. Quale miglior occasione di un momento storico in cui il reale somiglia più ad una sceneggiatura da film per riscoprire il soffuso piacere delle lettere? Quali istanti più di quelli attuali, in cui inaspettatamente le mura di casa si fanno asfissianti come quelle di un labirinto, per appropriarci dello spirito degli artisti, che utilizzano il dato materiale come trampolino verso le vette sublimi dell’onirica evasione? In giorni nei quali l’hashtag #Iostoacasa sembra una sentenza inappellabile, un mondo apparentemente lontano si fa vicino e annulla ogni distanza. Perfino quella che ci separa dalla fine di un incubo surreale.

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