Da più parti ci si interroga in questi giorni sulla grave situazione venutasi a creare nella città di Catania e nel territorio circostante, a causa dell’incendio che ha quasi paralizzato l’aeroporto cittadino, e dei numerosi black-out elettrici e incendi sparsi su tutto il territorio etneo, eventi che hanno creato ulteriori difficoltà sia agli abitanti che ai numerosi turisti in transito.

C’è chi ha colto la palla al balzo per rimarcare responsabilità politiche e gestionali, auspicando pronti cambiamenti di vertice, ma c’è anche una comunità di persone che ha continuato a lavorare nell’emergenza, talvolta in silenzio operoso, per contribuire alla vivibilità quotidiana e al miglioramento, per quanto possibile, della situazione.

Rimane comunque viva la domanda se non si possa far fronte meglio alle emergenze, e quali siano le indicazioni, i criteri per affrontarle che possono venire anche dal mondo tecnologico.

Il sistema del turismo, della vita familiare,
degli appuntamenti di lavoro, del commercio
è talmente interconnesso al sistema dei trasporti, che basta una falla in quest’ultimo
per mettere in crisi tutto il resto

Dobbiamo ricordare innanzitutto che viviamo in un mondo sempre più interconnesso e ad alta tecnologia, che abbiamo scelto e al quale non sappiamo rinunciare. Nella maggior parte dei casi sfruttiamo gli aspetti positivi di questa centralizzazione e di queste interconnessioni; tuttavia, in alcuni casi questo comporta inevitabilmente un rischio maggiore nell’utilizzo delle risorse, delle procedure, dei servizi. Immaginiamo per semplicità un servizio centralizzato di fornitura di acqua calda per l’uso personale e per il riscaldamento alle abitazioni, tramite un sistema che la distribuisce ad un intero quartiere, procedura in uso ancora oggi nell’ex Unione Sovietica. Abitazioni, negozi, uffici, hotel riscaldati mediante acqua calda che scorre in tubazioni sotterranee provenendo da un’unica centrale. Un sistema del genere generalmente funziona, ma un guasto o una normale manutenzione alla centrale è capace di creare un disservizio a decine di migliaia di persone contemporaneamente, come lo scrivente ebbe modo di verificare a Mosca molti anni addietro, quando tutta la parte sud della metropoli rimase senza acqua calda per due settimane, in una stagione che non era esattamente quella estiva.

Ma per tornare al mondo di oggi, e alla tecnologia che utilizziamo, quante volte siamo rimasti bloccati da un momentaneo (per fortuna) malfunzionamento della rete internet? Molta parte della vita quotidiana è scandita dall’uso della rete, che si usi per comunicare, per studiare, per pagare una bolletta, per prenotare un viaggio, per leggere le notizie. È sufficiente un guasto centralizzato ad un sistema del genere per bloccare di fatto le attività di una grande fetta della popolazione. Allo stesso modo, è sufficiente che l’aeroporto di una città non funzioni per alcune settimane per creare danni incalcolabili. Il sistema del turismo, della vita familiare, degli appuntamenti di lavoro, del commercio è talmente interconnesso al sistema dei trasporti, che basta una falla in quest’ultimo per mettere in crisi tutto il resto. Sono cose, del resto, ben note non solo agli utenti, ma anche (si spera) ai progettisti di questi sistemi.

Dobbiamo tornare ad un mondo meno interconnesso e tecnologico? Certo, un trasporto basato sull’uso delle carrozze a cavalli forse soffrirebbe meno di eventi che ne mettano in crisi l’intero assetto (sebbene, anche in quel caso, basterebbe una piccola crisi nell’approvvigionamento della biada per fermare i trasporti di un’intera nazione). Sappiamo bene che non vogliamo tornare ai trasporti a cavallo, per quanto le ferrovie siciliane qualche volta ne ricordino le prestazioni. E dunque? Non è facile trovare soluzioni, ma possiamo ricordare quanto meno due strategie ampiamente utilizzate in vari contesti.

Un sistema a molti nodi è capace di far fronte meglio ad una situazione in cui uno dei nodi non funziona. È un concetto ben noto in informatica.
Avere un gemello di ogni componente del sistema può essere costoso, ma il costo va valutato in relazione al rischio che si corre facendone a meno

La prima è quella di avere un sistema fatto da più nodi anziché da un unico nodo a cui siano collegati tutti gli utenti. Un sistema a molti nodi è capace di far fronte meglio ad una situazione in cui uno dei nodi non funziona. È un concetto ben noto in informatica, tanto che quanto un nodo della rete informatica va giù, in modo automatico il controllo viene preso da un altro nodo. Cosa potrebbe significare in termini di aeroporti? Meglio due terminal indipendenti, posti magari a qualche km di distanza, che non un unico grande terminal. In alcune località l’aumento del traffico ha portato alla creazione addirittura di un nuovo aeroporto indipendente, soluzione più costosa, mentre più terminal sufficientemente lontani, con una navetta che circoli ad anello tra i due, è una soluzione più percorribile e meno costosa, specie se accompagnata da una seconda pista, che a Catania forse servirebbe più che l’allungamento di quella attuale.

L’altra parola chiave è la parola ridondanza, che in qualche modo è già contenuta nella strategia già descritta, ma che deve essere implementata a livello dei singoli componenti un sistema se si vuole qualcosa di altamente affidabile. Avere un gemello di ogni componente del sistema può essere costoso, ma il costo va valutato in relazione al rischio che si corre facendone a meno. Tanto più elevata è l’importanza delle funzioni che quel sistema svolge, tanto più ridondante deve essere il sistema. Potremmo fare degli esempi in termini del funzionamento di una sala operatoria, dei computer a bordo di una missione spaziale, o della stessa circuiteria elettronica a bordo degli aerei, tutti sistemi che devono avere un’alta affidabilità e dunque un alto grado di ridondanza. In certi casi, l’elettronica è progettata addirittura in modo tale che i circuiti siano triplicati, e la decisione va presa valutando l’output dei tre circuiti. In caso di discrepanza, la scelta sarà democraticamente effettuata sulla base dei due circuiti che danno eguale risposta, contro il circuito che ha dato un risultato diverso.

Da queste considerazioni appena accennate forse si potrà almeno comprendere che la gestione di un sistema complesso, come un aeroporto o la rete di distribuzione dell’energia elettrica, non può appena essere ridotta ad una questione di nomine politiche.

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