Dai libri in reparto alla biblioteca popolare: il sociologo che sfida il Covid con la cultura
Duecento libri donati al reparto Covid del “S. Cimino” di Termini Imerese per «contribuire ad alleviare la grande sofferenza di chi è costretto a passare molte ore in ospedale». L’iniziativa è partita dal sociologo termitano Pietro Piro, che oggi gestisce la biblioteca popolare Veni Creator Spiritus. «Da quello che mi hanno riferito – ha raccontato lo studioso – i pazienti e il personale sono stati molto contenti della presenza dei libri Le ore in quel reparto sembrano non passare mai. Purtroppo, non ho potuto vedere i volti dei pazienti ma ho una foto di una persona allettata con un libro in mano che mi ha molto commosso».
LIBRI IN COMUNE. La biblioteca Veni Creator Spiritus è nata nel luglio del 2020, in piena pandemia, come segno di speranza e come luogo concreto di condivisione e messa in comune dei beni. Questi i motivi che hanno spinto Piro ad aprire le porte di una biblioteca popolare nella storica “Strada Verdura” (via bagni), a Termini Imerese. Il sociologo è partito dai suoi libri e da ciò che possedeva, come scaffalature, tempo e denaro, convinto che altri avrebbero poi aggiunto molte cose. E così è stato. Oggi la biblioteca continua ad arricchirsi grazie alle donazioni di tante persone e mette a disposizione della popolazione circa 8 mila volumi, gratuitamente. Tra gli scaffali si possono trovare libri di letteratura, storia, filosofia, sociologia, arte, architettura, antropologia, storia delle religioni, libri per bambini e ragazzi, ma anche riviste, DVD, VHS, atlanti e dizionari.
IL POTERE DEL DARE. I libri donati all’ospedale sono stati donati, a loro volta, alla biblioteca. Per Pietro la parola dono rappresenta un bisogno fondamentale. «Molte persone mi ringraziano perché le permetto di donare. Se non donassimo non saremmo pienamente persone. La biblioteca vive di doni e, personalmente, essa è per me un dono enorme. Spero possa esserlo anche per la comunità in cui vivo». Il sociologo paragona le biblioteche ad un pronto soccorso. Devono poter offrire in ogni momento del giorno e della notte la possibilità di accedere liberamente e gratuitamente alla cultura. «Perché la cultura – aggiunge – è un bene essenziale e vitale. Allo stesso tempo, una biblioteca che vuole stare a passo con i tempi, deve essere sempre di più un luogo di aggregazione e di progettazione. Un punto di riferimento essenziale per la comunità».
LA RICOSTRUZIONE INIZIA QUI. Il mondo, da poco più di un anno, sta attraversando un periodo molto difficile e complesso: nuovi metodi di lavoro, decine di imprese che chiudono, forte preoccupazione per i più fragili e tassi di povertà assoluta in aumento. Per Piro bisognerebbe ripartire dalla morte delle persone più care. La sofferenza inaudita degli amici e dei vicini. La malattia che divora pezzi enormi della società. Questa situazione-limite impone una nuova epoca spirituale. Un complesso ripensamento dei “valori” e delle “mitologie”. «Non basterà solo sopravvivere. Occorrerà rifondarsi nello spirito e per lo spirito. Siamo chiamati – sottolinea lo studioso – a una nuova fase delle relazioni umane basate sulla cooperazione. Dobbiamo mettere in comunione beni materiali e immateriali. Mi pare che ci sia molto da costruire».