Dai Radiohead a The Smile Thom Yorke in concerto a Taormina

Era il 6 agosto 1995 quando cinque ragazzi britannici semisconosciuti conquistarono l’attenzione del pubblico che assiepava lo stadio Cibali in trepidante attesa di vedere e ascoltare i R. E. M.. Si facevano chiamare Radiohead ed erano agli esordi. Suonarono nove pezzi dal loro ancora limitato repertorio, da My Iron Lungs fino a Fake Plastic Trees, con le vette di High and Dry e naturalmente Creep, sbalordendo tutti con le loro sonorità ed il canto allucinato del front-leader Thom Yorke.

Quasi trent’anni dopo, due protagonisti di quello storico concerto torneranno in Sicilia: il cantante Thom Yorke e il chitarrista, tastierista e mago dell’elettronica Jonny Greenwood, i due “cervelli” dei Radiohead. Insieme a Tom Skinner, batterista dei Sons of Kemet, hanno dato vita a un nuovo progetto, chiamato The Smile, presentato alla fine di gennaio a Londra e presto in tournée in Europa per far tappa il 20 luglio al Teatro antico di Taormina, unico concerto nel Sud d’Italia.

Nel concerto trasmesso in diretta streaming da Londra, è proprio il batterista dell’acclamato gruppo jazz londinese Sons of Kemet a indicare la differenza tra la musica degli Smile e quella dei Radiohead. Tom Skinner mette subito in luce le sue doti d’improvvisatore funky-jazz e contribuisce a creare un notevole flusso ritmico alla band, permettendo a Jonny Greenwood e Thom Yorke di dare libero sfogo alle loro tendenze prog rock, svincolati dalle lamentele dei compagni di avventura con i Radiohead.

Palco circolare delimitato da lunghi led a ricreare una specie di gabbia con il pubblico intorno, The Smile hanno presentato quattordici canzoni originali e una cover conclusiva, It’s different for girls di Joe Jackson. Fra gli inediti, ci sono, occasionalmente, bellissime melodie (Free in the Knowledge ne ha sicuramente una tra chitarre acustiche e sintetizzatori che gemono sommessamente come sirene lontane, ricordando il genere di canzoni che Neil Young avrebbe potuto scrivere una volta). Ma a colpire di queste canzoni piuttosto che le melodie sono i suoni e le dinamiche: la cassa techno di The Same sembra barcollare ubriaca piuttosto che legarsi alla canzone; il letto stordente dei droni del sintetizzatore analogico su Speech Bubbles, il fastidiosamente strano riff di pianoforte dell’apertura Panavision.

Altrove, ci sono notevoli somiglianze tra l’evoluzione sonora di The Smile e il suono che Yorke e Greenwood fanno con i Radiohead. Due fra i brani proposti sono vecchie conoscenze del pubblico della band di Oxford e delle avventure soliste di Thom Yorke: Open the floodgates e Skirting on the surface sono state spesso eseguite in concerto ma mai incise. La acuta voce di Yorke resta una delle più distintive del rock, permane il desiderio degli ultimi giorni dei Radiohead di fondere rock ed elettronica e l’atmosfera lirica delle quattordici canzoni è molto dei Radiohead, piena di terrore e delusione schiacciante ma inevitabile: “bunga bunga o non lavorerai mai più in televisione” canta in You will never work in television again, uno dei primi singoli degli Smile. Emozioni acuite dal fatto che queste canzoni si sono formate durante la pandemia di Covid e l’amministrazione Boris Johnson. Free in the Knowledge suggerisce persino una rivoluzione, anche se in quel modo traballante e dubbioso che è familiare a You and Whose Army dei Radiohead: “È solo un brutto momento, i soldati ci tallonano ma non ci faremo prendere così” canta Yorke. Le tentazioni progressive fanno capolino in Just eyes and mouth, un po’ di post-punk in We don’t know what tomorrow brings e anche influenze afrobeat in The Opposite.

È una performance intrigante piuttosto che abbagliante, affascinante a intermittenza, piena di idee affascinanti che non sempre si fondono.

I fan dei Radiohead, comunque, non devono allarmarsi. The Smile non prelude allo scioglimento della band “madre”, tant’è che ad assistere al concerto degli Smile erano presenti altri due membri della band di Oxford, Colin Greenwood e Philip Selway.

Il concerto del 20 luglio a Taormina si svolgerà in un teatro antico completamente riaperto al pubblico (la capienza dovrebbe essere intorno ai 4300/4500 posti) ed è inserito tra i grandi eventi della Regione Siciliana (Assessorato Turismo Sport e Spettacolo) e rientra nella programmazione promossa dalla Fondazione Taormina Arte Sicilia, co-organizzato insieme a Puntoeacapo con la direzione artistica di Nuccio La Ferlita. I biglietti saranno disponibili in prevendita: in anteprima per gli utenti My Live Nation dalle ore 11.00 di giovedì 3 febbraio. Per accedere alla presale basterà registrarsi gratuitamente su www.livenation.it.

La vendita generale sarà da venerdì 4 febbraio alle ore 11.00 sul sito www.puntoeacapo.uno e nei circuiti: boxofficesicilia, ticketmaster, ticketone.it, vivaticket.

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Laureato in Lettere moderne. Giornalista professionista. Ha collaborato con Ciao2001, Musica Jazz, Ultimo Buscadero, Il Diario di Siracusa. È stato direttore del bimestrale Raro! e caposervizio agli spettacoli al quotidiano "La Sicilia". Nel 2018 ha curato il libro "Perché Sanremo è (anche) Sicilia”. Nel 2020 ha scritto “Alfio Antico. Il dio tamburo” pubblicato da Arcana.

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