Diario d’esami.

Primo giorno: insediamento della commissione.

Tutto ok! La presidente della nostra sottocommissione è una donna esperta e capace. Il suo amore per la pensatrice newyorkese Martha Nussbaum rassicura alquanto le mie colleghe di filosofia. Per una misteriosa proprietà transitiva la loro fiducia tranquillizza anche me.

La nostra scarsa dimestichezza con L’intelligenza delle emozioni, il volume forse più noto della studiosa americana, fa sì, però, che a rompere l’incantesimo bastino le inquietanti notizie che giungono dalla segreteria.

Cinque richieste formali da parte di nostri alunni di adeguare il calendario degli esami alle proprie, inderogabili, esigenze personali. Ci stupisce. Non era mai capitato nel corso di una esperienza pluridecennale. Cinque richieste su due classi. Cosa significa?

Semplice l’esame, un tempo di Maturità, non è più il centro di gravità attorno al quale orbitano e si ordinano i fatti importanti della vita delle studentesse e degli studenti delle scuole superiori italiane. «E di questo non si possono neppure incolpare I ragazzi» nota acutamente la prof. di filosofia dando un’occhiata alle richieste. «Quattro domande riguardano le date dei “Talk” universitari e una la partecipazione ai campionati nazionali di ginnastica artistica».

Se non è giusto biasimare i ragazzi per questa inopportuna concomitanza di impegni, certamente, lo stesso non vale per le istituzioni universitarie che li hanno stabiliti. Dopo avere assorbito le energie e monopolizzato l’impegno dei nostri alunni in vista dei test, dal cui superamento realmente dipende l’accesso alla facoltà desiderata, adesso non si preoccupano certo di invadere uno spazio tradizionalmente riservato alla fine del percorso didattico. Il destino dell’esame di Stato sembra scritto: “superfluo”. Il compito di noi insegnanti è solo quello di ratificarne l’inutilità?

Qui, tra le pareti scolastiche la domanda a cui si affida l’esito di un percorso non è “come andata?”, bensì, “cosa hai capito? e tu, che ne pensi?”. E gli sguardi, ancor prima dei quadri dei voti, indagano i volti di questa insulsa, insofferente, distratta, meravigliosa, insondabile, variegata, umanità che, sigaretta in bocca e smartphone in mano, si atteggia a padrone del mondo. 

Sarò uno sciocco ostinato, ma io non mi rassegno… Tutto può accadere. Io ci sarò.

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