«Abbiate il coraggio di restare bambini. Forse la morte ci fermerà, ma fino ad allora dobbiamo cercare di fare del nostro sogno una realtà e non un ricordo»

[dropcap]O[/dropcap]ggi lo stereotipo troppo diffuso delle donne come bambole le sminuisce privandole di personalità, dignità, vita. Rivestire quelle bambole spogliate nei cui occhi si legge la sofferenza di una donna per la quale il principe azzurro si è trasformato in un uomo nero: è questa la poetica di Donatella Turillo, agente di viaggio per mestiere e fotografa per passione. L’artista ha trovato nella fotografia la forma migliore per esprimersi: «Le emozioni si dissolvono rapidamente e lasciano dentro un senso di vuoto e nostalgia, in lingua lusitana detto saudade, ma la fotografia ha la capacità bloccarle in eterno in uno scatto». Da questa considerazione nasce una mostra fotografica che ha per protagoniste bambole abbandonate nei mercati rionali. «I bambini proiettano nei giochi se stessi e il futuro che desiderano, ma quando crescono – o sono costretti a farlo – non bisogna tarpare loro le ali della fantasia. I sogni infranti da piccoli sono la tomba dell’anima, bisogna continuare a volare, anche su una sedia a rotelle: forse la morte ci fermerà, ma fino ad allora dobbiamo cercare di fare del nostro sogno una realtà e non un ricordo».

La mostra “Sogni Perduti” (foto Dino Stornello)

Le mostre di Donatella Turillo sono un’esortazione a uscire dalla solitudine e a recuperare i rapporti umani, a manifestare il proprio malessere per cercare aiuto e a recuperare i “Sogni perduti”, titolo scelto per l’esposizione, visitabile al Museo Emilio Greco fino al 5 febbraio. Alla sua realizzazione ha contribuito Katya Maugeri, che ha sostenuto il progetto perché condivide l’idea che l’arte sia uno strumento di denuncia della cruda realtà.

La mostra “Sogni Perduti” (foto Dino Stornello)

Il femminicidio nasce da un desiderio spasmodico di controllo e possesso, ma è necessario che la donna abbia la possibilità di affermare la propria volontà e la propria essenza. Donatella Turillo l’ha fatto, ha detto di sé di non essere mai cresciuta e di aver avuto il coraggio di restare se stessa, una donna con l’emotività dei bambini.

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