Hai appena lavato la macchina e l’Etna pensa bene di eruttare? Cammini scalzo e il mignolo urta contro lo spigolo dell’armadio? Esci di casa alle 6 e c’è già la coda in tangenziale che ti fa perdere l’aereo? La torta preparata in stile MasterChef diventa carbonella per il primo maggio? Finalmente è domenica e scende Noè con i due liocorni? Ti ha lasciato per un’altra? Prendila con filosofia! Cioè?

Questo modo di dire affonda le sue origini nelle filosofie ellenistiche: siamo tra il 323 e il 30 a.C., in un periodo di instabilità politica (e quando mai?) in cui la domanda fondamentale è come vivere. La risposta? Con filosofia! Così, con epicureismo, stoicismo, cinismo e scetticismo, che professano tranquillità interiore e indipendenza dalle fortunose vicende mondane, nasce quel modo di dire troppo spesso violentato.

“Se per caso cadesse il mondo io mi sposto un po’ più in là, sono un cuore vagabondo che di regole…” sì ne ha. Senza bisogno, come fa il cinico Diogene di Sinope, di dormire in una botte di legno o di praticare in pubblico le fisiologiche funzioni corporee, si può vivere in serenità e libertà osservando pochi precetti, unendo virtù, felicità e bene.

  1. Non concentrarsi sul dolore. Se dura a lungo sarà sopportabile ma se è grave durerà poco, sostiene Epicuro.
  2. «Vivi appartato» da potere, onori, fama. Come Epicuro, che scrive e conversa con gli amici nel giardino della casa di Atene, esercitando nell’interiorità l’uomo etico: alla vita politica contrappone l’amicizia, il maggiore dei beni.
  3. Esercita mediocritas: no ad estremismi ed eccessi. Avete mai sentito dire: «Est modus in rebus»?
  4. Allena apátheia, cioè la libertà da passioni che lo stoico lega alla provvidenza: tutta la storia è disposta nel modo migliore dall’intelligenza divina, quindi inutile esaltarsi o abbattersi perché anche il nefasto ha un aspetto positivo che ci sfugge. Crisippo ammonisce che un grande errore è credere che sia giusto affliggersi per un male.
  5. Calcola pro e contro. Epicuro spiega che non è il caso di inseguire un piacere se può sortire più effetti spiacevoli che benevoli mentre ci sono dolori da preferire se ne consegue un piacere maggiore della sofferenza provata. Prenderla con filosofia significa prendere la calcolatrice prima di andare a letto adirati. La notte mette in salamoia i sentimenti e l’ira sotto sale diventa odio e l’odio dimezza l’efficienza energetica dell’uomo che è del 18%.
  6. Sii cittadino del mondo. L’ellenista è cosmopolita, fa parte di una humanitas razionale al di là di barriere etniche, sociali, politiche.
  7. Punta alle stelle. Fissare un obiettivo lontano è moralmente più stimolante, dicono gli stoici.
  8. Ricerca (da skepsis). La vita è continua ricerca del vero senza poterlo mai raggiungere. Gli scettici abbandonano così superstizioni e giudizi sulla realtà.

Cosa significa dunque prendere la vita con filosofia? Significa essere come lo Stilpone citato a modello da Seneca, la cui città era stata conquistata e saccheggiata, i beni personali sottratti e le figlie rese schiave ma che, interrogato sulle perdite, avrebbe detto di avere ancora tutto con sé: i suoi beni interiori. E se qualcuno dovesse rimproverarti la vita nel palazzo dell’imperatore, rispondi in libertà: «Parlo della virtù, non di me stesso». Lo disse Seneca, possiamo dirlo anche noi.

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