Emanuele Pantano: «Così la Sicilia ha imparato ad amare la stand-up comedy»
Emanuele Pantano ricorda bene quando, nel 2016 Michela Giraud venne a Palermo per esibirsi in uno dei suoi primi spettacoli da stand-up comedian. “Chi ride male, vive peggio” era lo slogan della rassegna e al Circolo Cinematocasa di via Maqueda 124 c’erano solo tredici persone. Erano tempi duri per la stand-up, ancora troppo poco conosciuta e diffusa. Il pubblico isolano preferiva di gran lunga la comicità dei cabaret e Pantano era l’unico comedian siciliano della rassegna.
A distanza di cinque anni, complici programmi trasmessi in tv e nelle piattaforme di streaming, la sensibilità è cambiata. Adesso tutti cantano Il mignottone pazzo della Giraud e nell’isola è nato un collettivo di stand-up comedians siciliani. L’arte comica che infrange la quarta parete ha conquistato il pubblico. Ogni mercoledì, al Circolo Arci Fontarò, c’è l’Open mic e la domenica, invece, a Ballarak, il Bumping mics, un format di improvvisazione che vede i comedians partire dagli spunti del pubblico.
GLI ALL-STAR DELLA COMMEDIA. Il 18 novembre il meglio della stand-up siciliana si esibirà a Villa Filippina in una rassegna dal titolo “Sicilian All Stars”. Per la prima volta una rassegna tutta al siciliano pensata e organizzata da siciliani. Cinque autori, molto diversi per età, esperienze e stile, si alterneranno nel palco al numero 18 di Piazza S. Francesco di Paola. «L’idea – spiega Emanuele Pantano – è mettere insieme i migliori comedian siciliani. Facciamo serate collettive da anni, ma abbiamo deciso di farla adesso perché adesso siamo realmente pronti per poter dire questa è una all star».
C’è l’autore di Roberto Lipari, Roberto Anelli, classe 1986, tra gli sceneggiatori del film Tuttapposto, protagonista del programma Honolulu, andato in onda in prima serata su Italia 1.
Ma anche Antonio Piazza, classe ’83, un passato nella musica ska con i Sottocosto, a Torino dal 2015 e fondatore del Torino Comedy Lounge. C’è, ovviamente, lo stesso Pantano, 39 anni, annoverato tra i migliori stand-up comedian d’Italia dal Corriere della Sera, unico siciliano nel palinsesto del canale tematico Comedy Central. Poi i giovanissimi: Salvo Di Paola e Paolo D’Urso. Il primo, classe 1995, co-fondatore dello studio di animazione palermitano Basaricò. Il suo esordio con il gruppo risale solamente a sei mesi fa. Il secondo, invece, nasce a Catania nel 1998, studia Spettacolo alla Sapienza di Roma e inizia a esibirsi nei locali della capitale nel 2018, da meno di un anno fa parte della rosa.
RISATE INTELLIGENTI. I comedians si alterneranno a Villa Filippina con i loro spettacoli inediti. Economia, maschilismo, dallo storytelling alla satira passando per il surrealismo e il no-sense, in una serata di comicità intelligente e variegata, nei temi e nel genere. Un dialogo tra stili e fasce d’età diverse. «Mettendo insieme questo gruppo – afferma Pantano – riusciamo a raccontare tre fasi generazionali diverse, tre esperienze diverse di vita». Da due anni e mezzo possiamo dire che esiste una scena siciliana della stand-up. Abbiamo iniziato un percorso insieme ad altri ragazzi; di crescita, di formazione, di serate fatte una dopo l’altra, al punto che tra queste quindici persone, che orbitano intorno al mondo della stand-up comedy siciliana tra Palermo e Catania, ce ne sono 5 in grado di poter fornire uno spettacolo di livello alternandosi venti minuti l’uno. La cosa bella di questo gruppo è che nessuno di noi potrebbe fare i pezzi degli altri. Ogni pezzo è molto personale, cucito sulla singola persona, perché ognuno di noi ha una propria cifra, un proprio stile ben definito».
UN LUNGO PERCORSO. La scena siciliana nasce spontaneamente, tra uno spettacolo di stand-up e l’altro. «Piano piano si sono avvicinate una serie di persone – racconta Pantano – e abbiamo iniziato ad organizzarci, a darci un metodo. Se prima ero solo io pazzo, come Don Chisciotte, adesso siamo l’armata Brancaleone, un’armata di pazzi che sta costruendo una scena». E costruire una scena significa ridare dignità alla Sicilia. «Dare la possibilità – continua il comedian – a Palermo e alla Sicilia di essere all’altezza delle altre città, di competere nel genere che in questo momento va più forte in Italia». Prima di accogliere la stand-up, però, l’isola ha dovuto fare i conti con il classico cabaret. «Veniamo da una tradizione più legata al cabaret, al personaggio, è difficile beccare un comico che quando fa i monologhi non parla di sua suocera». La stand-up si discosta invece da un’ilarità fine a sé stessa: «Quello che decidiamo di fare quando scriviamo un pezzo è sì di fare ridere – sottolinea – ma rispetto ad un argomento che a noi interessa trattare. La base della stand-up comedy è la verità. La risata non è il fine ma il mezzo: utilizziamo la risata per fare riflettere su qualcos’altro».
Emanuele, che in seconda media sognava di fare il comico e scriveva sul diario le sue battute, non ha mai dimenticato la prima risata del pubblico. Nella vita ha sempre bazzicato nel mondo dello spettacolo e prima di fare stand-up era uno sceneggiatore. Ha realizzato documentari, lavorato nel mondo della pubblicità e del cinema. Poi l’amicizia con alcuni comedians e l’invito a salire sul palco. «Ho provato, sono andato male – racconta ridendo – ho riprovato e sono andato peggio. Quando ho preso la prima risata vera mi sono detto “questo è quello che non voglio più smettere di fare”. La verità è che la risata è proprio una droga: nel momento in cui sei su un palco e prendi la prima risata di gruppo, lo senti come un superpotere e non vuoi più smettere».