Fabio Abate, il “trasformista”: «Le radio boicottano il mio brano “Plastica”»

«Volevo lanciare un messaggio con Plastica, in modo ironico, per denunciare l’impatto devastante della plastica sul pianeta, mi sono sentito rispondere da alcune radio, anche molto importanti, che “la canzone non poteva essere inserita in programmazione perché politica”». È amareggiato Fabio Abate. Non si aspettava di incontrare queste difficoltà nel promuovere il singolo che ha anticipato il suo nuovo album, intitolato A Km zero e uscito in questi giorni. «Soltanto le emittenti indipendenti lo stanno trasmettendo, le altre, autodefinitesi “politicamente corrette”, si sono rifiutate. C’è qualcuno che ha anche commentato che la plastica “è importante e non si può condannare”».

«L’argomento plastica è importante. È un problema molto serio, ma se ne parla poco», insiste il cantautore catanese, attivista in prima persona sul fronte ambientalista. «Partecipo spesso alle pulizie straordinarie che si effettuano in montagna o in spiaggia». E di plastica, in quelle occasioni, se ne raccoglie a quintali. «Nell’Oceano Pacifico esiste un’isola enorme formata dai rifiuti. E i pesci si cibano di microparticelle di plastica, che poi vanno a finire nell’uomo. Occorrono fino a cinquecento anni per smaltire un oggetto di plastica. La plastica, nel brano, ha anche un significato metaforico: oggi viviamo in un mondo di plastica. La musica è plastica, i social sono giochi di plastica».

L’album di Fabio Abate, come indica il titolo, è a emissioni zero, naturale e genuino, «concepito e realizzato in casa», dichiara con orgoglio. “Bedroom pop” lo chiamerebbero oltre Oceano, autoproduzione casalinga dalle nostre parti. Un disco che ha il profumo e le imperfezioni del pane fatto in casa. «L’ho scritto, suonato, arrangiato e registrato. E ho girato anche il video di Plastica». Perché nel frattempo il cantautore ha cominciato a dedicarsi a un altro suo amore, il cinema, mettendosi alla prova, con successo, come videomaker.

Fabio Abate fu lanciato da Carmen Consoli nel 2010 con l’album Itinerario precario. La sua canzone Senza farsi male, interpretata dalla “cantantessa”, è entrata nella colonna sonora del film di Maria Sole Tognazzi L’uomo che ama ricevendo due nomination (David di Donatello e Nastri d’argento) per la miglior canzone originale. Poi una lunga serie di singoli, video, collaborazioni e produzioni alla ricerca di itinerari meno precari, la partecipazione a Edicola Fiore come “cantattore”, «Fiorello mi chiamava così: “Miiii! Ma tu non canti solo, reciti pure”, mi disse una volta», e la colonna sonora per il film Mauro c’ha da fare del regista Alessandro Di Robilant. Soltanto la pandemia è riuscita a frenare la sua frenetica attività artistica per mettere un po’ di ordine e fare un bilancio.

La cover del disco

«Questo progetto è anche il racconto di dieci anni di vita», ammette Abate. «Ho voluto inserire alcuni dei singoli che avevo pubblicato. Io non ho uno stile preciso, mi piace cambiare, trasformare. Qualcuno mi dice che così confondo l’ascoltatore. A me piace spaziare, essere libero di creare».

Il “trasformista della musica”, l’“Arturo Brachetti del rock”, è Fabio Abate. Artista dai mille volti e stili. In A Km zero si riascolta con divertimento Il siero del twist, brano che risale al 2013, si riscoprono il romantico duetto di Come ti vorrei registrato nel 2015 con Carlotta Proietti, una delle figlie del compianto attore, e la battistiana Come le stelle del 2019. Poi c’è il Fabio Abate “attore”, a metà fra Gigi Proietti e Tuccio Musumeci, tra teatro e macchiette da cabaret, con i divertissement di Agatina e Ah che bella giornata. E poi c’è il cantautore di L’abitudine, soffice ballata pianistica nel solco del canzoniere italiano, e la stupenda e attuale E intanto immaginavo, influenzata dai giorni del lockdown. Infine, il rocker degli inizi con Valentina e la tarantella-rock di Isa li manu.

«È stato importante anche l’accordo con il mio nuovo editore inglese», tiene a evidenziare il cantautore. «Mi piaceva l’idea di confrontarmi con una etichetta straniera. Inoltre, ho molti lavori in inglese e francese. L’obiettivo è di portare la mia musica all’estero. Questa esperienza mi lascia una grande libertà creativa, alla quale ho sempre tenuto e che ho difeso a denti stretti. Oggi sono libero e questo editore mi offre anche l’opportunità di lavorare con le colonne sonore, che per un appassionato di cinema come me è un grande sogno».

L’urgenza immediata è adesso quella di tornare a calcare il palco e imbracciare una chitarra. L’occasione sarà il 3 dicembre allo Scenario Pubblico di Catania per uno showcase di presentazione di A Km zero.

Articolo aggiornato il 28/10/2021

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Laureato in Lettere moderne. Giornalista professionista. Ha collaborato con Ciao2001, Musica Jazz, Ultimo Buscadero, Il Diario di Siracusa. È stato direttore del bimestrale Raro! e caposervizio agli spettacoli al quotidiano "La Sicilia". Nel 2018 ha curato il libro "Perché Sanremo è (anche) Sicilia”. Nel 2020 ha scritto “Alfio Antico. Il dio tamburo” pubblicato da Arcana.

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