Il cantautore e doppiatore romano, voce italiana dello scienziato di The Big Bang Theory, è stato ospite del secondo appuntamento del “Doppio anch’io” all’interno di EtnaComics 2019 e ci ha raccontato in un’intervista la soddisfazione che il suo mestiere comporta, dalla recitazione alla musica. Il tutto accomunato dall’elemento che da sempre lo contraddistingue: la sua voce

Per Gabriele Lopez, figlio d’arte dell’attore e doppiatore Giorgio Lopez – voce di Dustin Hoffman, per citarne uno – la recitazione è qualcosa di naturale, un mondo dentro al quale è cresciuto. A questa prima passione si è poi unita la musica nella quale ha mosso i primi passi seguendo la nonna che suonava il pianoforte. I risultati sono stati una coesistenza delle due esperienze in vari gruppi durante il liceo e lo studio del canto. «Ho portato avanti queste arti insieme per tanti anni e pian piano ho lavorato per far sì che questo diventasse il mio lavoro. Secondo me, nella vita ci si realizza quando si riesce a fare quello che ci piace». Due modi diversi dell’uso della voce che lo hanno arricchito e convivono tuttora nella sua esperienza artistica: «Come cantautore, scrivo e canto i miei pezzi, diciamo che ti metti a nudo di fronte al pubblico, sei semplicemente te stesso e ti esprimi senza veli. Recitare, invece, è divertirsi ad essere qualcun altro, un po’ un lavoro di psicologia perché devi entrare dentro al personaggio e farlo tuo». A volte i due mondi si sono incrociati: infatti, Gabriele ha anche composto sigle di cartoni animati e ha fatto cantare i propri personaggi, sfruttando così le proprie capacità musicali per il lavoro di doppiatore.

PERSONAGGI DEL CUORE. Tra i tanti personaggi doppiati, qualcuno occupa un posto speciale per Gabriele: «Il personaggio che forse mi ha dato più emozioni è Leonard di The Big Bang Theory, se non altro perché l’ho doppiato per 12 anni e Johnny, che ho conosciuto qui ad EtnaComics, è straordinario, bravissimo e ho imparato tanto da lui doppiandolo». Anche Gabriele, del resto, ha l’animo un po’ nerd: «Come tutti quelli della mia generazione, in un modo o nell’altro. Non conosco tutto di tutto come Leonard e gli altri personaggi di The Big Bang Theory, ma sono felice di partecipare a questi eventi. Quello che forse mi avvicina più al personaggio di Leonard è la sua empatia, il suo cercare sempre di risolvere la situazione, di essere accomodante con Sheldon, completandosi, come diceva in conferenza Johnny, come se fossero due parti dello stesso cervello. Un bel messaggio di amicizia». Un altro personaggio molto bello – prosegue – è il Pinguino di Gotham perché l’attore Robin Lord Taylor è straordinario, difficile da doppiare perché è pieno di sfaccettature, una caratterizzazione fenomenale». Gabriele si sente fortunato ad aver doppiato attori che gli hanno permesso di migliorare nel suo lavoro a cui si approccia in modo abbastanza artigianale: «Cerco sempre di ripartire da zero, ogni volta è come se non lo sapessi fare, cerco di avere una pagina bianca su cui poi buttare tutto l’inchiostro necessario e nuovo che serve per descrivere i personaggi che vado a interpretare. Un modo per cercare di non essere mai uguale a me stesso, di andare avanti e fare sempre meglio».

QUESTIONE DI VOCE. Guardare un film in lingua originale o nella versione doppiata produce un connubio tra l’immedesimarsi in un contesto che non è il proprio, grazie alla lingua, e il portare avanti una tradizione che, se fatta bene, può dare un valore aggiunto per l’empatia che si crea e il legame con i personaggi anche grazie alle voci, aspetto che rende orgoglioso un doppiatore, come è successo oggi a Gabriele: «Johnny Galecki mi ha reso felicissimo, orgoglioso del mio lavoro sul suo personaggio di Leonard. Mi ha anche detto che l’ho reso meglio in italiano» ‒ dice sorridendo e con quella luce negli occhi che trasmette felicità. Un aspetto divertente di questo mestiere è l’essere riconosciuto dalla voce: «Una sera passeggiavo a Roma chiacchierando con un’amica e ad un certo punto mi ferma un ragazzo e mi dice “Ma tu sei Gabriele Lopez che ha doppiato Leonard Hofstadter?” È un po’ strano essere riconosciuti dalla voce – conclude con un sorriso – ma è divertente».

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