“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”: è la sete di sapere contro l’imbarbarimento che da sempre muove il mondo, lo sa bene Francesca Vitale che da 11 anni – insieme a Renato Lombardo, direttore organizzativo – promuove spettacoli d’attualità all’interno di Palco Off. E chi meglio del Sommo poeta per inaugurare questa edizione 2023-2024. Fino al 19 novembre infatti sarà in scena al CUT “ItinerDante”, uno spettacolo prodotto dalla compagnia dei Naufraghi Inversi con protagonista Eugenio Di Fraia e già premiato al Catania Off Fringe Festival del 2022 dalla Giuria Studenti CUT UNICT e al Milano Off Fringe Festival 2022 con il Premio F.I.L.. «Palco Off – esordisce la Vitale – è in larga parte diventato il best of, cioè il luogo in cui portare il meglio degli spettacoli presenti ai Fringe di Milano e di Catania». E sì, perché da cinque anni nella città meneghina e da due in quella etnea, la coppia artistica Vitale-Lombardo propone il Festival nato a Edimburgo e considerato il più grande evento internazionale di teatro “ai margini”, in quanto promosso fuori dai circuiti tradizionali.

Francesca Vitale

La seconda edizione del Fringe Festival si è da poco conclusa. Qual è il bilancio del progetto?
«Se partiamo dal presupposto che il Fringe è un progetto a lungo termine, nel senso che il Festival madre ha 76 anni, ci possiamo ritenere soddisfatti e speranzosi per le edizioni future. Sicuramente rispetto alla prima edizione c’è stato un maggiore coinvolgimento del pubblico e della città ma soprattutto un numero crescente di spazi prestati al teatro collocati tra il centro cittadino e l’hinterland».

Possiamo dire che per una volta Catania non è rimasta indietro. Anzi attraverso l’Off dell’Off siete riusciti a raggiungere un segmento di pubblico delicato come quello delle periferie e delle scuole.
«Si è voluta svolgere proprio un’attività sociale entrando nelle scuole, nelle periferie per portare cultura offrendo spettacoli di forze endogene e siciliane con un progetto molto ampio, collaterale al Fringe, dando l’opportunità a tutta la città e ai quartieri che abitualmente non fruiscono del teatro di proposte culturali adeguate in grado di parlare il giusto linguaggio. Noi ci occupiamo di teatro da tanti anni, crediamo di saperlo fare, per questo ci mettiamo al servizio dei Comuni e dei cittadini».

Ma la caratteristica intrinseca del Fringe è anche quella di coinvolgere artisti che spesso si autoproducono e che tentano in tutti i modi di dare dignità e valore a questa professione. In che modo avete perseguito questo obiettivo?
«Certamente, lo sforzo più grande del festival è quello di andare incontro alle richieste di tutti gli interlocutori: al pubblico proponendo spettacoli validi, ai Comuni in modo che possano avere una ricaduta sul territorio e agli artisti, aiutandoli a portare in scena i loro spettacoli ottenendo anche un compenso economico, aspetto che è direttamene commisurato alla presenza di fruitori. Inoltre per incentivare il loro impegno e la loro creatività consegniamo agli artisti dei premi, in questo modo potranno portare avanti i loro progetti artistici partecipando ad altri festival e rassegne». 

Questo consente di concludere la filiera artistica, come per “ItinerDante”, ospitato al Centro Universitario Teatrale fra gli stessi studenti che l’hanno votato e ai quali l’opera del poeta viene presentata sotto una veste nuova.
«ItinerDante innanzitutto è una lettura, perché Eugenio Fraia legge l’“Inferno” così com’è stato scritto, la rilettura semmai avviene scenicamente nell’approccio nuovo che l’interprete dà al testo ponendosi al pubblico in maniera molto fisica. Tra l’altro Fraia si è diplomato al Centro Sperimentale di cinematografia, quindi è abituato ad accompagnare la parola all’espressività, all’uso del gesto, a un atteggiamento e a un tipo di recitazione del tutto contemporanea enfatizzata ulteriormente dalle musiche originali di Angelo Marrone. Ne viene fuori un progetto davvero innovativo, che porta Dante ai giorni nostri. Parlando proprio con gli studenti l’altro giorno, si scherzava sul fatto che Dante fosse un po’ rock nelle sue terzine e nella sua ritmica. Credo che il valore aggiunto di questo spettacolo sia quello di aver reso un classico alla portata di tutti, facendoci scoprire ancora una volta quanto sia un capolavoro attuale».

Cosa possiamo aspettarci dagli altri spettacoli della stagione di Palco Off?
«Innanzitutto, continueremo a portare gli spettacoli in tutta la città. Oltre al CUT, infatti, la rassegna si svolgerà tra il Teatro della Città e Zo Centro Culture Contemporanee. E poi, naturalmente, artisti e spettacoli di qualità. Fra le proposte per il nostro pubblico di abbonati è immancabile, ad esempio, la presenza di Mattias Martelli che a marzo tornerà a Catania con “Dante tra le fiamme e le stelle”, uno spettacolo che ripercorre la vita di Dante, dall’infanzia all’esilio, dalla passione politica a quella amorosa, intrecciando gli eventi della sua esistenza con i versi della “Vita Nova” e della “Divina Commedia”. Così come gli spettacoli “Happy Days” di Stefano Santomauro che parla di F.I.L (Felicità Interna Lorda) un acronimo che ci è particolarmente caro, “Seconda solo ad Elizabeth Taylor” di Alberto Viscardi in cui si affronta il tema della ricerca dell’identità sessuale e in “Dio non parla svedese” di Diego Frisina. E ancora ne “L’arte della resistenza” di Claudio Zappalà sulla condizione in cui versano gli artisti oggi, ne “La città senza nome” di Lucas Joaquin Da Tos e Matteo Campagnol. E infine in “Testimoni oltre il buio- Voce ai diritto umani” tratto dal manuale “Speak truth to Power” di Kerry Kennedy che mi vede in prima linea e a cui tengo particolarmente perché è un’opera in cui si affronta la questione della lotta alle ingiustizie umane».  

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