Frida Kahlo:
Vita e passioni
in mostra a Noto

Visitabile fino al 30 ottobre, la rassegna ripercorre attraverso ottanta fotografie realizzate dai più grandi fotografi dell’epoca – tra cui Gisele Freund, Leo Matiz, Edward Weston, Lola e Manuel Alvarez Bravo, Imoghen Cunningham e Nicolas Muray – amori, dolori, impegno politico e creatività dell’artista messicana

Nella foto in bianco e nero che apre l’esposizione e che la ritrae a 4 anni ha lo stesso sguardo che emerge dagli occhi truccati dei 18. La stessa forza e la stessa determinazione che la accompagnano durante tutta la sua vita, costellata da momenti anche tragici, e che ritroviamo persino nelle foto in cui è ormai nel letto dell’ospedale. Frida Khalo – La rivoluzionaria – visitabile fino al 30 ottobre al Convitto delle Arti – Noto Museum – è una mostra che trasmette al pubblico tutta la vitalità di una donna che è diventata icona e simbolo della forza e della indipendenza di tutte le donne.

Inaugurata lo scorso 3 luglio accanto a Picasso è Noto – accessibile con un unico biglietto – la mostra ripercorre attraverso ottanta fotografie realizzate dai più grandi fotografi dell’epoca – tra cui Gisele Freund, Leo Matiz, Edward Weston, Lola e Manuel Alvarez Bravo, Imoghen Cunningham e Nicolas Muray – amori, dolori, impegno politico e creatività dell’artista messicana. Ma non solo.

Accanto alle immagini che la immortalano nello studio di Picasso e intenta a dipingere i suoi capolavori, nel letto di morte ma anche sdraiata al sole in uno dei rari momenti di spensieratezza, con il suo fedele cane e con l’amore della sua vita, Diego Rivera, ci sono venti opere di artisti siciliani ispirati alla sua vita e alle sue passioni, fortemente volute dall’art promoter Gianni Filippini. «I venti capolavori di artisti siciliani che ruotano attorno al campo figurativo, a cui ho chiesto di interpretare Frida e le sue opere, possono essere ammirati nelle due aule del cortile del Convitto delle Arti – Noto Museum. Quello che è venuto fuori da questa operazione – chiarisce il produttore – è stato un lavoro, evocativo e profondo, in cui ognuno ha messo la propria personalità, concentrandosi chi sui vari aspetti della sua personalità, chi sulle raschiature dell’anima, chi sul suo stile appariscente».

Immancabili le collane e gli accessori per le elaborate acconciature, che Frida sfoggiava persino in ospedale, i vestiti coloratissimi, le foto dell’artista nel suo studio stracolmo di oggetti e quadri, ma anche qualche scatto che testimonia il suo impegno politico, come quello in cu si trova a fianco di Trockij o a New York, a San Francisco e soprattutto in Messico, dove fino alla fine, malata di polmonite, partecipa a un dimostrazione contro l’intervento statunitense in Guatemala.

I fotografi in mostra: Florence Arquin, Lola Alvarez Bravo, Manuel Alvarez Bravo, Fritz Bach, Lucienne Bloch, Imogen Cunningham, Guillermo Dávila, Gisèle Freund, Héctor García, Juan Guzmán, Fritz Henle, Antonio Kahlo, Guillermo Kahlo,  Emmy Lou Packard, Leo Matiz, Nickolas Muray, Victor Reyes, Diego Rivera, Sylvia Salmi, Bernard Silberstein, Carl Van Vechten, Edward Weston.

Gli artisti siciliani: Andrea Chisesi, Nicola Pucci, Ignazio Schifano, Salvo Russo, Clemente Calamai, Daniela Balsamo, Giuseppe Puglisi, Concetta De Pasquale, Piero Zuccaro, Sergio Fiorentino, Piero Zuccaro, Michelangelo Lacagnina, Liborio Curione, Enzo Federici, Giuseppe Guzzone, Alessandro Russo, Silvia Berton, Attilio Giordano, Andrea Cantieri, Rasta Safari, Francesco Toraldo, Momò Calascibetta, Andrea Talevi.

 

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Sono cresciuta in una famiglia di giornalisti e ho avuto quindi la possibilità, fin da piccola, di stare a contatto con giornali e studi televisivi, mentre pian piano maturavo l'idea di percorrere le orme dei miei genitori e intraprendere quella strada, di certo oggi più tortuosa, ma sempre affascinante. Così, quando è arrivato il momento di scegliere l'Università da frequentare, non ho avuto dubbi: sarei stata una studentessa del corso di Laurea in Scienze della Comunicazione nella mia città, che amo immensamente, a cui è seguito il biennio di specialistica in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo. Inutile dire che non mi sono mai pentita della mia scelta, apprezzando giorno dopo giorno, anno dopo anno, la comunicazione, il giornalismo e l'organizzazione di eventi legati a questi ambiti, approfonditi anche tramite esperienze lavorative in Fondazioni d'arte, librerie, Festival culturali. Insomma, non so proprio stare con le mani in mano! Sono curiosa di ciò che mi circonda e mi nutro delle storie delle persone con cui entro in contatto, probabilmente deformazione professionale.

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