“Genus”, a Messina
una mostra per indagare
il ruolo delle donne
nell’arte contemporanea

«In campi che, ancor più nel passato, erano prettamente maschili, noi rivendichiamo il nostro spazio». Al Palacultura l’esposizione di otto artiste per raccontare la forza generatrice dell’arte

È una mostra “Genus” che nasce dal desiderio di Mariella Bellantone, Mamy Costa, Concetta De Pasquale, Marcella Gemelli, Mimma Oteri, Rosa Rigano e Alexandra Stralucica (unica di origine straniera tra le altre messinesi) di raccontare l’arte da un’angolatura diversa, quella di otto donne che rivendicano il ruolo di artiste in un campo che, soprattutto nel passato, era riservato solo agli uomini. Le otto espongono in Italia e all’estero e diverse di loro hanno ricevuto premi importanti. “Genus” è curata da Mosè Previti ed inserita nel progetto culturale pluriennale “Le Scalinate dell’Arte”.

UNO SPAZIO PER LE ARTISTE. «Il progetto era stato intitolato, banalmente, “8 donne per l’8 marzo” poiché in quella data avremmo inaugurato – rivelano Rosa Rigano e Alexandra Stralucica a nome di tutte – Grazie al curatore, però, si è scelto di chiamare la mostra “Genus”. È un titolo appropriato per un duplice motivo: generare con riferimento alla maternità in quanto donne, ma soprattutto generare come fatto tutto creativo dell’arte». Perciò, non si addice l’etichetta “al femminile” alla mostra di arte contemporanea inaugurata l’8 marzo al Palazzo della Cultura Antonello da Messina della città dello Stretto, in quanto sarebbe limitante. Protagonista è dunque la genesi del processo creativo.

COME SI PUÒ FARE ARTE? Le artiste si conoscono da tempo e hanno deciso insieme di dare vita alla collettiva. Se ognuna si distingue per una tecnica pittorica o scultorea particolare, le accomuna la stessa sensibilità artistica. “Genus” propone, quindi, diversi modelli di creatività, rispondendo alla domanda “Come si può fare arte?”. Dai vivi paesaggi messinesi realizzati con la spatola da Alexandra Stralucica, di origine rumena, la mostra si immerge nei colori e nei simboli, così i panneggi tra vuoto e sessualità di Mimma Oteri, le vibranti sculture “Frammenti d’anima” di Marcella Gemelli, “Precarietà” di Mamy Costa in cui spicca il richiamo all’arte classica, le figure femminili archetipiche come “Gea” di Sara Teresano, l’indagine tra fisicità e spirito di Concetta De Pasquale che riporta su tela il proprio corpo e di contro l’atmosfera quasi sognante degli angeli dai tratti femminili dipinti di Rosa Rigano.

 “Frammenti d’anima” di Marcella Gemelli

L’ARTE CONTEMPORANEA IN ITALIA E A MESSINA. «Essere riconosciuti tra gli artisti contemporanei non è semplice – ammettono – Spesso si considera un settore di nicchia e non è raro che anche in città come Firenze, Roma o Venezia ci si possa scontrare con una certa chiusura. Dagli anni ’80 la critica d’arte è molto cambiata, a volte sembra manchino le persone giuste». A Messina il punto di riferimento e aggregazione delle artiste è la Galleria Kalos, l’unica in città che offre ad artisti di tutte le generazioni la possibilità di confrontarsi sull’arte contemporanea ed esporre le proprie creazioni. «Io mi sono formata all’OSPE di Antonio Saitta, celebre libreria e spazio culturale di Messina negli anni ’60 – ricorda Rosa Rigano – Lì era stata creato il Fondaco, una galleria di arte contemporanea. Si riunivano i grandi intellettuali (tra questi anche il poeta Nobel Salvatore Quasimodo) e si parlava di modernità. Erano anni d’oro per la cultura cittadina che oggi ci impegniamo a rivalutare».

LE SCALINATE DELL’ARTE. L’esposizione rientra nel progetto culturale “Le Scalinate dell’Arte” che vede la collaborazione del Comune di Messina e la società Team Project partner. Iniziato tre anni fa a Messina con l’obiettivo di riqualificare le scalinate cittadine deturpate o tenute in stato di abbandono, attraverso le arti figurative, “Le Scalinate dell’Arte” presenta manifestazioni artistiche in diversi spazi cittadini. «Il Presidente di Team Project ha accolto subito la nostra idea, – confermano le artiste – addirittura rinviando una mostra che doveva essere tenuta nelle date a noi assegnate. Le loro iniziative sono davvero belle e il nostro allestimento è stato curato con la massima attenzione».

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1 Comment

  • Mimma Oteri
    8 anni ago

    Vorrei sottolineare la non banalità del titolo originale “Otto donne per l’otto marzo”

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