Il cantante, noto per le sigle di Superman, Dragonball, Pokemon (e non solo), si racconta in occasione del concerto sul palco della nona edizione di Etna Comics. «Oggi le televisioni non credono più nelle sigle e a chiederci di lavorare per le loro produzioni sono soprattutto gli Youtuber, ma ai concerti c’è pubblico di tutte le età»

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]C'[/dropcap]è un ragazzo capitano che nel cuore è un veterano, il pirata più temibile!» Finalmente, dopo numerose richieste da parte dei fan siciliani, Giorgio Vanni torna a far ballare il palco di Etna Comics inaugurando così la prima giornata del festival. Un po’ pirata, un po’ signore, parafrasando la canzone di Julio Iglesias, Giorgio Vanni è un artista poliedrico ed innovativo che da oltre un ventennio lavora nel mondo della musica prima con la band Tomato, poi attraverso la collaborazione con Max Longhi con il quale scrive e produce brani per artisti nazionali e non.

«Mi rendo conto di essere diventato un po’ un’icona quando incontro il pubblico. Questo però significa avere anche delle responsabilità»

IL PERSONAGGIO E L’UOMO. Simpatico e dinamico, non riesce a stare fermo sulla sedia, chiede un caffè decaffeinato perché la caffeina lo farebbe muovere ancora di più. Mostra con orgoglio i suoi tatuaggi assicurandoci: «Non voglio fare pubblicità alla mia tatuatrice». Nell’avambraccio “Pikachu” nel bicipite il “drago Shenron”, i cartoni che più di tutti hanno segnato la sua carriera: «Amo fare il mio mestiere e mi rendo conto di essere diventato un po’ un’icona quando incontro il pubblico: ad esempio quando qualcuno mi dice di aver superato un momento difficile grazie alle mie canzoni. Dall’altro canto, però, questo un po’ mi spaventa perché presuppone una responsabilità. Voi volete che io sia in un certo modo, e lo sono, magari non sempre. Non sono superman, ho anche io le mie debolezze».

«Quando ho scritto Scarafaggi li ho immaginati ballare veloci a tempo di musica. Del resto lo dice il nome stesso: Sca-sca-sca-scarafaggi…»

LA MUSICA. Nel corso della sua carriera Giorgio Vanni, ha portato una ventata di aria fresca nel mondo del cartoon, introducendo nelle sigle i generi musicali più disparati: dall’elettronica allo ska, senza tralasciare la dance che ha regalato pezzi ormai storici come Dragon Ball GT e Oltre i cieli dell’avventura. «Nel mio lavoro – spiega ancora – ho sempre guardato ai grandi maestri del genere, come Vince Tempera e “I cavalieri del Re”». Questi ultimi, tuttavia, quando componevano, in realtà poco conoscevano del cartone per il quale stavano scrivendo le melodie, con la coppia Vanni/Longhi nel mondo del cartone italiano nasce invece una nuova consapevolezza. Ma come sono nate le sigle più famose? «Nel 1998 facevo già musica dance – racconta ancora il cantante – quando l’ammiraglio mi propose di fare Superman. Ci eravamo ripromessi di comporre qualcosa di memorabile e nuovo, ma con una ritmica dinamica che facesse muovere. A me piace ballare le canzoni dei cartoni e credo anche al mio pubblico». Nel corso del tempo, poi, le passioni verso il raggae e lo ska fanno capolino sempre più spesso nelle canzoni. «Quando ho scritto Scarafaggi li ho immaginati ballare veloci a tempo di musica. Del resto lo dice il nome stesso: Sca-sca-sca-scarafaggi…»

«Abbiamo già riadattato la sigla di apertura e di corda di Vanguard, adesso produrremo la nostra originale. La sigla è importante perché caratterizza il cartone»

IL FUTURO. In un contesto in cui le piattaforme on demand permettono di saltare le sigle con un clic, cosa rimarrà del mestiere che ha reso celebre Vanni, insieme alla “regina” Cristina D’Avena? «Io e Max  – spiega ancora il cantante – siamo due produttori e ci piacerebbe moltissimo produrre cantanti che possano cantare la nostra musica, ma questo è molto difficile: sia perché le produzioni sono diminuite, sia perché le televisioni non credono più nelle sigle. Oggi a chiederci di lavorare per le loro produzioni sono soprattutto gli Youtuber». Con le dovute eccezioni, naturalmente. «Abbiamo già riadattato la sigla di apertura e di corda di Vanguard, adesso produrremo la nostra originale. La sigla è importante perché caratterizza il cartone. Ci sono ancora molti ragazzi che mi dicono di non aver amato ad esempio Dragon Ball GT ma di adorarne la sigla, o Hulk ad esempio. È un errore sottovalutarne l’importanza».

Il concerto di Giorgio Vanni ad Etna Comics 2019
Il concerto di Giorgio Vanni ad Etna Comics 2019

IL CONCERTO. «Siamo solo noi/ Dagli anni ’90 e dal 2000 in poi / Che crediamo ancora nei supereroi» canta Vanni in Supereroi, una delle sue ultime produzioni (insieme a Dj Matrix e Jack Mazzoni). Eppure a ballare e a cantare sotto il palco di Etna Comics ieri sera è stato un connubio di quarantenni e quindicenni. Generazioni che normalmente riescono a comprendersi a stento, ma che qui gridano insieme «Ciurma, Forza tutti all’arrembaggio!»

 

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