L’economista ospite d’onore al festival di geopolitica “Mare Liberum”, organizzato da East West e dall’associazione Diplomatici guidata da Claudio Corbino. «Ho partecipato a dieci G8. Queste riunioni hanno perso il sapore magico perché è cambiato il mondo. Oggi ci sono nuovi protagonisti come la Cina, che non possono essere lasciati fuori dal tavolo delle discussioni»

Ci sono circa 300 ragazzi all’apertura dei lavori di Mare Liberum, il festival di geopolitica organizzato come side event del G7 da East West e associazione Diplomatici, guidata da Claudio Corbino. «Questo evento nasce soprattutto per i ragazzi – spiega a Sicilian Post poco prima di iniziare la tavola rotonda al Comune di Catania – perché il nostro compito è creare un filo conduttore tra i grandi e i giovani, gli unici in grado di cambiare la situazione in cui oggi ci troviamo». E proprio nei giorni in cui le spiagge attorno a Taormina sono controllate da soldati con tanto di mitra Mare Liberum sembra «il modo più giusto di rendere omaggio al Mediterraneo, dotato di una grande forza che non può essere limitata da alcuno, ma necessita di regole che lo facciano tornare un mare di vita e non di morte, culla della civiltà». È importante – continua Corbino – che Catania comprenda la sua posizione geografica al di là del singolo evento: «Per questo motivo il festival sarà un appuntamento annuale, proprio per dimostrare che non vuole essere un siparietto dei più grandi del mondo, ma un momento in cui poter discutere con i grandi maestri e con i ragazzi».

IL PROGETTO DI ROMANO PRODI. Le nuove generazioni, infatti, in questi giorni stanno entrando in contatto con delegazioni e leader con cui poter instaurare un dialogo. «Sono contento che ci siano tanti giovani, anche se sono rimasti in piedi» – scherza Romano Prodi, ospite d’eccezione dell’incontro, che da subito si lancia in una riflessione sul valore del G7, a cui avrebbe dovuto prendere parte anche la Russia. «Ho partecipato a dieci G8 e se col tempo queste riunioni hanno perso il sapore magico è perché è cambiato il mondo, dove sono emersi nuovi protagonisti come la Cina. Questo è un problema serio perché le riunioni dei potenti del mondo, che hanno lo scopo di far evolvere i rapporti tra i grandi della terra, devono avere attorno al tavolo tutti i grandi della terra». A Taormina – continua Prodi – ci sono quattro personaggi nuovi e il loro dialogo è importante perché non si conoscono ancora. «L’Europa deve fare valere i suoi interessi a prescindere da quelle che saranno le decisioni americane o il Mediterraneo rischia di morire senza cooperazione tra i Paesi delle due sponde». Per rilanciarlo servirebbe un piano che metta al centro i giovani, a cui si potrebbero offrire grandi chance realizzando un ambizioso progetto che Prodi propose anni fa. «Le università miste Nord-Sud offrirebbero ai giovani la possibilità di avere scambi culturali, di viaggiare e di conoscere altre realtà. Significherebbe portare i ragazzi dal Sud del mondo verso l’Europa. E viceversa».

I GIOVANI. Un’idea che stuzzica i giovanissimi presenti all’incontro, come Antonio Rapisarda, 17 anni, che frequenta il quarto anno al liceo Galileo Galilei di Catania e ha partecipato a un progetto di alternanza scuola lavoro presso l’associazione Diplomatici. «Abbiamo studiato la geopolitica e come sono strutturati i suoi organi principali – racconta lo studente – fatto alcune simulazioni di come sarebbe trovarsi all’Onu e alcuni di noi, addirittura, sono stati davvero a New York». Dalle lezioni con Corbino è emersa la necessità di una politica di integrazione tra i vari Stati, che spesso «espongono le loro idee senza tenere in considerazione le esigenze degli altri, creando una sorta di blocco tra uno Stato e l’altro, dovuto anche alla mancanza di comunicazione». Ecco perché diventa fondamentale cercare di globalizzare il mondo partendo dagli scambi culturali nelle scuole e nelle Università. «La via della mediazione e della comunicazione sembra essere la strada più interessante da seguire per un futuro migliore». Non tutti, però, sono riusciti a entrare nel meccanismo G7. Il sedicenne Francesco della scuola Concetto Marchesi di Mascalucia ha avuto poco tempo per prepararsi e confessa che tra i più giovani non si parla di politica e G7. «I ragazzi non sono molto convinti – conferma Antonio Buonconsiglio, docente di arte della scuola di Mascalucia -. Qui si parla di festival ma nella situazione geopolitica in cui ci troviamo c’è poco da festeggiare, come dimostra l’attentato a Manchester di qualche giorno fa. I ragazzi sono lontani dal mondo politico, ma l’evento Mare Liberum può essere un’opportunità per esprimere la loro opinione».

L’UNIVERSITÀ. «All’Università abbiamo l’ambizione di formare cittadini consapevoli, che nella democrazia rappresentano il vero valore – commenta Roberto Pennisi, direttore del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania -. Di geopolitica dovremmo interessarci tutti ed eventi come questo contribuiscono a un dibattito che deve muoversi alla ricerca di una possibile verità, che possa arricchire studenti e docenti».

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