[dropcap]C[/dropcap]i sono avvenimenti imponderabili della vita di fronte ai quali tutto è vano e ogni parola è superflua. Nella giornata di ieri è venuta a mancare una persona molto importante, che è stata con noi fin dal primo giorno in cui questo giornale ha preso vita.

Barbara Minutoli aveva 22 anni, il sogno di diventare giornalista, la determinazione e il talento per riuscirci. Non è stata una semplice collaboratrice, ma una componente imprescindibile della nostra avventura. Assiduamente presente a tutte le riunioni, non ha mai mancato di offrire una prospettiva inedita, un suggerimento, che ci facesse capire come interpretare il cambiamento che questa professione ci sta imponendo.

Ovunque andasse Barbara ha lasciato il segno e non c’è stato collega, addetto stampa o intervistato che incontrandola non ne abbia lodato il lavoro, sempre associato ai suoi modi gentili.

Barbara era una giornalista. Non era iscritta a nessun albo (il tempo non gliene ha dato modo), ma aveva la capacità di raccontare le cose in modo chiaro e appassionante, la pazienza di rivedere un articolo mille volte per essere sicura che raggiungesse il cuore dei lettori. Aveva già capito, a discapito della sua giovanissima età, che a fare la differenza sarebbe stato osservare con i propri occhi e non farlo da dietro un computer.

Che stesse scrivendo un articolo di esteri sulle elezioni francesi o raccontando un evento culturale nella sua città, nei suoi occhi era impossibile non leggere la passione di chi questo mestiere lo sceglie per la vita. Averla avuta al nostro fianco è stata per noi una fortuna rara e non è retorica dire che senza di lei decisamente non sarebbe stata la stessa cosa.

Ci sono avvenimenti della vita di fronte ai quali tutto è vano e ogni parola è superflua, ma l’unica cosa che ci sentiamo di dire oggi è: grazie Barbara.

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