Guardare al mondo e credere nelle startup: la ricetta per il futuro dell’Etna Valley
«In un contesto in cui le grandi aziende cercano di attrarre investimenti e trattenere talenti, la nostra Etna Valley, un tempo identificata con grandi colossi come la ST Microelectronics, come deve evolversi? Di quali innovazioni ha bisogno?». Questo l’interrogativo posto da Antonio Perdichizzi, founder di Isola Catania, che ha fatto da sfondo all’incontro What a valley?, tenutosi presso l’hub innovation con sede a Palazzo Biscari nell’ambito della settima edizione di Make in South winter edition. Le risposte date a queste domande sono tutte legate da un’unica necessità: fare innovazione favorendo le start up. «In una fase di transizione come quella che stiamo vivendo, – spiega Antonio Biondi, direttore della sede etnea di Enel Innovation Hub Italia – Enel appoggia il concetto di open innovation aprendosi a collaborazioni con start up e pmi locali e no. In questo modo si crea una sinergia in cui le start up offrono idee e noi competenze, strutture e aiuti economici. In particolare – continua Biondi – a Catania è presente uno dei 10 Innovation Hub sparsi in tutto il mondo volti a fare scouting: è qui che è stato testato il funzionamento di Reiwa, start up di Comiso nata in un garage che ha elaborato un progetto di robotica per pulire a fondo i pannelli fotovoltaici senza acqua. Questo sposa il nostro modello di business innovability: fare innovazione sostenibile, evitando in questo caso lo spreco d’acqua».
INVESTIMENTI A BUON RENDERE. Sostenibilità e impatto positivo sono anche le caratteristiche delle start up promosse da UniCredit Start Lab, rappresentato per l’occasione da Sabrina Boifava: «La scelta di investire nel talento senza chiedere nulla in cambio nasce dalla speranza e dalla convinzione che un giorno queste start up faranno successo e diventeranno i nostri grandi clienti del domani». Dal Clean Tech al farmacologico, fino all’impact innovation, sono questi gli ambiti d’azione delle 10 start up che ogni anno UniCredit aiuta a crescere: «Lavoriamo in un percorso di crescita, soprattutto delle competenze manageriali, con un mentor secondo il metodo one to one e, una volta raggiunto un buon livello, mettiamo in contatto le start up con potenziali clienti» afferma la Boifava. «Tra i progetti di maggior successo – continua – molti vengono dal Sud e dalla Sicilia: ogni anno da quest’isola giunge il 5% delle richieste e tra le start up da noi finanziate, oltre alla già citata Reiwa, c’è Migrants: una piattaforma che fornisce supporto ai migranti per far conoscere loro il sistema politico-sociale italiano e aiutarli a inserirsi nel mondo del lavoro anche con una formazione iniziale che li renda più appetibili».
LA FORZA DELL’AUTOREVOLEZZA. Non solo tecnologia e innovazione, ma anche la tradizione può divenire oggetto di promozione grazie a start up legate a realtà ben affermate: è il caso di “Alfredo”, neonata rubrica di food & beverage presente nella piattaforma editoriale della storica rivista Rolling Stone Italia. «Ormai la scrittura sul cibo si è appiattita – commenta Matteo Berciga, Business Development Manager della rivista – e bisogna fare un passo avanti: non più solo articoli, ma anche audiovisivo. L’Italia, e la Sicilia in particolare, per la cultura enogastronomica è un set paragonabile a Hollywood. Il nostro intento è sfruttarlo al meglio, raccontare di brand di valore e inserirli in un mercato competitivo globale. Non esiste più il concetto di valley come distretto piccolo e bello, bisogna creare flussi internazionali». A questo fine, Rolling Stone Italia supporta “Immediate”, un acceleratore di impresa verticale per i settori media, entertainment e gaming. «Ci avvaliamo della nostra autorevolezza, dei nostri brand e dei nostri advertising per divulgare storie di brand meritevoli di essere inseriti nella supply chain internazionale, ora più accessibile grazie a smart working e South working».
RITORNO AL SUD. Smart working e lavoro da remoto non sono approvati da tutti: «Oggi molte aziende hanno ripreso e pretendono il lavoro in presenza, – constata Anna Gionfriddo, amministratrice delegata ManPower Group Italia – ma in realtà smart working e South working sono modi per supplire al talent shortage, la carenza di profili in linea con le richieste del mercato. Per esempio Catania rientra tra le 10 città d’Italia con bisogno di specialisti IT, specialmente nel settore cloud. È nostra responsabilità formare dei talenti tramite academy e consentire loro di lavorare anche al sud». ManPower assolve a questo compito con il premio “Ready for Work”, che offre supporto alle start up per concretizzare le loro idee: «Abbiamo promosso la start up belga Ekowz proprio qui in Italia per sensibilizzare i dipendenti delle aziende in tema di ambiente e rifiuti: essa calcola e mostra a chi getta un rifiuto nel cestino corretto quanta CO2 si risparmia grazie a questo gesto». «Tutto questo – conclude Antonio Perdichizzi – mostra lo stretto legame tra locale e globale necessario perché la nostra Etna Valley si apra all’innovazione».