Il “boom” di “festival boutique” in Sicilia
Sono cresciuti all’ombra dei grandi eventi come Coachella, Primavera Sound, Sónar, Sziget, Reading. Timidi, piccoli, ma determinati e, soprattutto, con le idee chiare (e oggi avere un’idea è già un valore aggiunto). Di anno in anno sono riusciti a conquistarsi anche loro un posto al sole, diventando sempre più numerosi e sempre più affollati. Sono i “festival boutique”, momenti d’incontro e di spettacolo più a misura d’uomo e spesso fortemente caratterizzati. Seguono sonorità, immaginari, stili differenti tra loro, come diverse sono le modalità di organizzare, vivere e godersi gli eventi. Sono decine dalle Alpi alle Madonie e neanche la pandemia è riuscita a fermare la loro avanzata. «Anzi, proprio nei due anni di emergenza sanitaria ci siamo consolidati», sottolinea Fausto Savatteri, direttore artistico del FestiValle, giunto quest’anno alla sesta edizione, in programma dal 4 al 7 agosto ad Agrigento.
Opera Festival Milo, addirittura, nel 2021, ha gettato i primi semi che il suo direttore artistico Andrea Cavallaro vede già germogliare nella seconda edizione che si svolgerà dal 17 al 21 agosto alle pendici dell’Etna. Non a caso il tema quest’anno è quello della luce, «che coincide con il quinto elemento, l’etere, materia fluida che circonda i corpi e che nella nostra narrazione, in omaggio anche a Battiato, assume significati filosofici, spirituali, come risveglio». Rinascita, appunto. Che intravede anche Lucrezia Muscianisi, direttore artistico del Mish Mash di Milazzo, che dal 7 al 10 agosto torna al Castello dopo un anno di esilio, causa pandemia, nell’Area Marina Protetta. «Una collaborazione che abbiamo voluto mantenere anche quest’anno», annuncia l’architetto milazzese, fresca reduce dalla produzione degli spettacoli di Dolce e Gabbana a Siracusa e Marzamemi. «Vogliamo avere più spazi sul territorio, per contribuire alla sua conoscenza. Per il 10 agosto abbiamo organizzato una passeggiata nei luoghi dell’Area Marina Protetta. Così come abbiamo avviato una collaborazione con il Museo del Mare, con una installazione che verrà esposta al Castello».
Il territorio. Ecco il primo leit motiv dei festival boutique siciliani. Promuovere luoghi della Sicilia esclusi dalle rotte più battute del turismo di massa. Così ogni concerto al FestiValle è preceduto o seguito da un percorso esperienziale nella Valle dei Templi, che parte dal Giardino della Kolymbethra e attraversa la Via Sacra per arrivare al Tempio di Giunone, ai cui piedi si svolgeranno diversi eventi musicali. «Sarà un salotto speciale dove il pubblico potrà avere un contatto più intimo con gli artisti, che non può avere nei megaconcerti», spiega Savatteri. «Domenica 7 agosto all’alba ci sarà l’evento speciale Al passo coi templi, curato da mio fratello Marco, un omaggio al Mito in cui attori e ballerini si trasformeranno in statue umane. S’inizia alle 4:00 con un flashmob lungo la Via Sacra, per poi raggiungere il Tempio della Condordia e assistere allo spettacolo di danze e musiche con due speciali ospiti: la violinista Anais Drago e l’israeliana Nani che canta usando il ladino, antica lingua giudeo-spagnola».
La luce, tema di Opera Festival, è anche quella che si irradia sulle colline di Milo, accentuando i contrasti di colore, filtrando fra i boschi, riscaldando i vigneti. Tutti luoghi che diventano scenari per escursioni, meditazioni yoga, cooking show di cucina povera, workshop, performance ancestrali, dj set, albe e tramonti mozzafiato. «Vogliamo riattivare sul territorio processi virtuosi legati alle attività locali», è la sfida di Cavallaro. «Negli ultimi vent’anni a Milo molti artigiani hanno chiuso bottega. Dall’anno scorso, non so se per fortuita coincidenza o per effetto del festival, hanno aperto due nuove iniziative».
«Le ricadute economiche sono importanti, e uno studio dimostra che un Festival lascia sul territorio sette volte l’importo del costo della manifestazione», aggiunge Lucrezia Muscianisi. «Ma è importante la ricaduta anche come conoscenza del territorio, e il passaparola è lo strumento di promozione più forte». Come accadde per l’Ypsigrock di Castelbuono, il primo boutique festival d’Italia, o l’Ortigia Sound Festival, entrambi oggi conosciuti in tutto il mondo.
«La musica è il denominatore comune, il resto è la progettualità dell’offerta», insiste Cavallaro. «Durante i giorni del festival si crea una comunità con i residenti, a Milo per lo più anziani, che accettano con piacere questa “intrusione”. In questi giorni, si vive in una sorta di comunità, uniti dalla voglia di stare insieme, condividere, conoscere. Fare un festival sul vulcano più alto d’Europa ha un fascino che non trovi da nessun’altra parte. È il parallelismo natura-musica-territorio-comunità che lo rende unico in tutto il mondo. La magia dei luoghi, l’Etna».
L’obiettivo, come sogna Fausto Cavallaro di FestiValle, è che si crei un circuito virtuoso del popolo dei festival. «Mi piacerebbe che al termine di FestiValle, il suo pubblico si trasferisse a Milazzo per il Mish Mash e poi a Milo, scoprendo zone diverse della Sicilia». Anche perché la maggioranza dei frequentatori proviene da oltre Stretto. «Dalle prevendite già so che per la serata del 5 agosto con i Nu Genea più dell’80% delle persone non risiede ad Agrigento e più del 60% di queste non vive in Sicilia, così come i 250 abbonati per le 4 serate. Inoltre, il turista che viene nell’Isola approfittando delle date di FestiValle visiterà luoghi non convenzionali di Agrigento e s’immergerà nelle tradizioni locali, al contrario del turista medio che passa da Agrigento per una visita veloce alla Valle dei Templi e un tuffo a Scala dei Turchi ormai massificata».
Il Mish Mash capovolge i fattori. E nella giornata conclusiva del 10 agosto, quando ti aspetteresti la stella di turno, mette in programma talk, racconti, passeggiate, installazioni. Nelle altre sere del festival ampio spazio ai nuovi talenti siciliani: s’inizia con i vincitori del contest, il cantautore Oratio e il duo elettronico Apocalypse Wow. Tra elettronica e psichedelia lo show dell’8 agosto con La Femme, Dumbo Gets Mad, Mind Enterprises e altri. Emmanuelle, misteriosa musicista cosmopolita metà producer e metà cantante, nata a Rio, cresciuta a Miami e attualmente di base a Milano, e Laila Al Habash, giovanissima artista metà romana e metà palestinese, sono le protagoniste della terza serata.
Musica giovane, fresca, innovativa, sperimentale. Che identifica il mood e la dimensione di questi festival e il tipo di pubblico. Come l’«offerta fluida» dell’Opera Festival di Milo. «La luce proietta verso dimensioni di esplorazione nei generi, nelle musiche. Vogliamo tradurla coniugandola con la location», spiega Cavallaro. Ed ecco Ditonellapiaga, fresca di Premio Tenco nella sezione Opera Prima, Alina Pash, la rapper ucraina esclusa dall’Eurovision Song Contest perché aveva cantato nella “russa” Crimea, Mykki Blanco, rapper, poeta, e attivista per i diritti LGBTQI+, e tanti altri ospiti delle serate all’anfiteatro Lucio Dalla dal 17 al 21 agosto e nelle notti dopo-concerto.
La rassegna agrigentina osa qualcosa in più, presentando un programma ricco di eventi di richiamo, a cominciare dalla reunion dei Karate (al tramonto di giovedì 4 agosto), eccellente rock band americana scioltasi nel 2005, il cui concerto è in esclusiva nazionale. Poi l’attesissimo ritorno del neapolitan funk dei Nu Genea (venerdì 5) e, in chiusura (domenica 7), la festa per i 50 anni di successi del leggendario Toquinho. L’orientamento del Festival resta proiettato verso il jazz con il quartetto di Rita Payes & Elisabeth Roma, l’afrobeat di Dele Sosimi, altro discepolo di Fela Kuti, il groove psichedelico degli olandesi Mauskovic. Sabato 6 agosto sarà la volta di Kamaal Williams, pianista britannico di fama internazionale, e del siracusano Marco Castello, «presenza pop che mi piace per la vena funky dei suoi pezzi», motiva il direttore artistico. E, ancora, Andy Sheppard & Marco Tindiglia, i catanesi Cratere Centrale.
Ma l’importanza o meno della line-up dei festival boutique è poco influente. Il FestiValle e il Mish Mash in sei edizioni, o l’Ypsigrock, che quest’anno dal 4 al 7 agosto spegne 25 candeline, sono riusciti a creare un rapporto di fiducia con il proprio pubblico. La gente accorre anche se in cartellone ci sono artisti poco conosciuti, sicuri che quella proposta sarà di qualità. «Molti spettatori vengono anche per scoprire le novità che presentiamo, e quando queste incontrano un successo inaspettato anche per noi è una grande soddisfazione», chiosa Fausto Savatteri. Perché un festival lo si giudica dal coraggio, dalla fantasia e dall’idea.