Il dramma antico cavalca il digitale: l’Inda scommette su ITsART, la Netflix della cultura

I limiti di capienza, l’introduzione in corso d’opera del green pass e il mancato rapporto con gli istituti scolastici che ogni anno affollano la cavea del Teatro Greco di Siracusa non hanno minimamente smorzato l’interesse del pubblico per le produzioni dell’Inda, facendo registrare in questo complicato 2021 quasi 77 mila presenze. Numeri certamente importanti, anche se lontani dai 157 mila spettatori del 2019. Ma ciò accadeva prima della pandemia ed essere già riusciti a realizzare una “stagione” con tre grandi nomi della regia quali Carlus Padrissa, Davide Livermore e Antonio Calenda, coinvolgendo oltre cento artisti, è sicuramente un grande traguardo. Anche perché i molti spettacoli annullati o rimandati sono sintomo di un ritorno alla vita culturale nell’isola ancora piuttosto tiepido. Ecco allora che puntare su percorsi innovativi come la diffusione di contenuti digitali, è un’opportunità che l’Istituto del Dramma Antico, in una prospettiva di rinnovamento, non si è lasciato sfuggire. Una tendenza iniziata già nel 2018 con la Rai e proseguita quest’anno con la neonata ITsART, grazie alla quale si tenta di raggiungere una platea sempre più vasta e diversificata.         

LA NETFLIX DELLA CULTURA. Ideata durante la pandemia, ITsART, dall’acronimo “Italy is Art”, è la piattaforma di contenuti artistici e culturali promossa dal Ministero della Cultura insieme a Cassa Depositi e Prestiti e alla società di distribuzione Chili. Per mesi è stata il pomo della discordia fra chi sosteneva che i 10 milioni provenienti dal Recovery Fund e investiti dal MiBACT in questa operazione potessero confluire piuttosto sulla piattaforma del servizio pubblico, Raiplay – che offre già un vasto catalogo di contenuti gratuiti – e chi temeva che quest’esperienza, oltre a favorire solo le grandi produzioni, potesse incidere negativamente sull’esperienza dal vivo. È ancora presto per tirare le somme su ITsART, dal momento che la piattaforma è online solo da fine maggio, se vogliamo con poco clamore mediatico rispetto al suo esordio, ma è già chiara la sua prerogativa di accrescere gli oltre mille titoli presenti nelle sue tre sezioni: Palco, con concerti di musica classica, leggera, opera lirica e prosa; Luoghi, un viaggio fra le bellezze dei musei italiani e Storie, incentrata sui racconti del cinema; aprendo non solo a grandi manifestazioni e teatri come il Maggio musicale Fiorentino, l’Opera di Roma o il Regio di Torino ma anche a realtà minori. Non a caso la schermata principale, prima ancora di registrarsi, offre la possibilità di caricare materiale video. Dunque, obiettivo primario di ITsART è quello di promuovere la cultura italiana nel mondo, dato che oltre al mercato nostrano ed inglese la piattaforma è già pronta in autunno a espandersi in Europa e dal 2022 negli Stati Uniti, abbattendo di fatto le barriere geografiche.

UN PALCOSCENICO VIRTUALE. L’emergenza sanitaria ha dunque solo accelerato un processo già in atto, in altre parole la distribuzione tramite streaming e on-demand di prodotti culturali senza ulteriori costi di abbonamento o di attivazione per i fruitori, e, aspetto ancora più interessante senza sostituirsi all’esperienza dal vivo. Semmai ITsART s’impegna a promuovere le opere, aprendosi a quegli appassionati o neofiti che per svariati motivi non possono seguire un evento live. Se è pur vero che esistono altre realtà, pensiamo ancora a Raiplay, che fra l’altro mette a disposizione “Baccanti” nella sanguigna visione del fondatore de La Fura dels Baus o lo stesso YouTube, il palcoscenico digitale di ITsART si occupa esclusivamente di arte e cultura a 360 gradi, garantendo a tutti la possibilità di assistere a uno spettacolo con un piccolo costo. Ad esempio, per la commedia di Aristofane si parla di 6.90 euro, o in alcuni casi anche di offerte gratuite.

IL CASO STUDIO. Ad oggi sono in atto numerose trattative con enti nazionali, ma in Sicilia il primato va sicuramente a “Nuvole” di Aristofane, terzo spettacolo prodotto da Siracusa e disponibile in streaming dal 19 agosto. La commedia si colloca nella sezione prosa anche se sarebbe più corretto parlare di Gesamtkunstwerk (“opera d’arte totale”) per citare Wagner, vista la complessa macchina teatrale costruita da Calenda. Il quale si è avvalso dell’artigianalità di Bruno Buonincontri per la scenografia neoclassica e i raffinati costumi che rimandano al grande varietà, delle musiche di Germano Mazzocchetti che avvicinano l’opera al musical di Garinei e Giovannini e di un cast di livello, guidato dall’esilarante Nando Paone nei panni del sempliciotto Strepsiade intento a portare sulla retta via il figlio Fidippide/Massimo Nicolini, un giocatore d’azzardo incallito, facendo da contraltare a un inedito Antonello Fassari/Socrate lontano da quei ruoli macchiettistici che hanno per la maggior parte caratterizzato la sua carriera televisiva. Vera chicca dello spettacolo è la traduzione di Nicola Cadone che rende il testo di un’attualità sconvolgente senza essere mai volgare e giocando semmai con le parole e i modi di dire. Magari l’esperimento di ITsART finirà in una bolla di sapone come “VeryBello” il portale finanziato dal Ministro Franceschini per promuovere nel mondo il calendario degli eventi paralleli a EXPO2015, ma a giudicare dall’impegno profuso magari potrà costituire l’occasione per riportare l’Italia agli antichi fasti di un tempo, esportando quello che di meglio la nostra Penisola sa fare.

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