«Preadolescenti e adolescenti subiscono molteplici pressioni che li spingono a volere tutto e subito, a fare tutto troppo presto. Sedotti dai media e sollecitati dal mercato, si mettono a combattere contro il proprio corpo (sognandolo diverso), contro gli amici (per sembrare più grandi e migliori), contro se stessi». Il professor Alberto Pellai, medico psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli studi di Milano, è una delle voci più autorevoli in fatto di educazione e sfide della genitorialità. 

Il professionista, i cui volumi di educazione emotiva e prevenzione sono tradotti in più di quindici nazioni, sarà protagonista, giovedì 12 ottobre, alle ore ore 18.00, presso il Teatro “Nuovo Sipario Blu” (in via dei Salesiani, 2, Catania) di un incontro dal titolo “Corpo, sesso, relazioni nell’era di internet”, promosso dall’Istituto Ventorino in collaborazione con il Centro Culturale di Catania e l’Ufficio Pastorale Scolastica dell’Arcidiocesi di Catania. Durante l’evento, Pellai dialogherà con la dirigente scolastica dell’Istituto Ventorino Michela D’Oro. 

L’incontro sarà un’occasione per  genitori, educatori, insegnanti, di acquisire nuovi strumenti e conoscenze per affrontare sia a scuola che a casa i problemi legati ad una delle fasi più complesse della crescita. Come ha commentato lo stesso Pellai, riferendosi al suo volume “L’età dello tsunami”, «ho soprannominato così questo periodo della vita poiché è contraddistinto da uno squilibrio tra la potenza del cervello emotivo, del sistema limbico, e la capacità di regolazione emotiva presente nel cervello cognitivo. Si entra in preadolescenza con una spinta emotiva, anche pulsionale, molto forte e una carenza, però, di competenze regolative. Ci si trova spesso nella situazione di fare molte cose senza averci pensato su e di fare molte cose senza aver dato il significato corretto a quello che facciamo». 

Un mix di incertezze e pulsioni che viene amplificato dall’utilizzo spesso poco costruttivo dei social, che troppo spesso veicolano modelli di relazione e di costruzione della persona sbagliati e che finiscono per influenzare profondamente la formazione delle loro personalità, in particolar modo degli aspetti legati alla sfera sessuale. Dal ripudio del proprio corpo al tentativo di emulare i più grandi attraverso condotte disinibite, sono tanti i possibili campanelli d’allarme a cui le famiglie dovrebbero guardare con attenzione. «I ragazzi – spiega ancora Pellai – sono pieni di ansia e vergogna, perché pensavano di fare le cose così come le hanno viste nei video. In realtà è chiaro che nelle prime esplorazioni sperimentazioni sei molto imbranato e quindi si arriva diseducati: hai guardato di tutto, ma non hai capito niente, sia in termini di corpo che di reazioni emotive. Le ragazze spesso sono traumatizzate: pensano di essere in una grande storia d’amore, e poi si sentono fare delle richieste fuori luogo e incomprensibili, che disorientano completamente».

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