Derrick de Kerckhove: “Nell’era degli algoritmi ci salverà il giornalismo”
Intervenuto al Teatro Stabile di Catania per l’evento di presentazione del workshop 2021 “Il giornalismo che verrà”, il celebre sociologo canadese ha messo a nudo i meccanismi di manipolazione del nostro tempo dovuti a fake news ed IA, ma ha anche indicato una nuova via di speranza per il mondo dell’informazione
Quando Facebook e Twitter censurano un post di un presidente di un Paese come gli Stati Uniti che significa? Che chi dovrebbe essere l’autorità costituita sta mentendo. E nei confronti delle autorità – siano essi politici o luminari della scienza o giornalisti opinion leader – delle fonti e delle versioni ufficiali c’è da tempo una diffidenza diffusa, una crescente sfiducia. Le menzogne di Bush e Blair sulla guerra in Iraq, quelle di Aznar sulla matrice dell’attentato contro la Spagna e anche quelle più casalinghe di Berlusconi hanno provocato un cortocircuito nel sistema dell’informazione.
C’è un episodio che è significativo della nuova realtà: il derby sospeso all’Olimpico nel 2004. Il tam-tam, il passaparola fra i tifosi, il network dei telefonini diffusero la falsa vox populi della morte di un ragazzo investito da un’auto della polizia che nemmeno le smentite del questore in persona e del telecronista di Sky riuscirono a spazzare via. Quel derby fu sospeso.
Nel cortocircuito dell’informazione, quando l’autorità non è più tale e la fonte non è più riconosciuta, un algoritmo ha tutto lo spazio per inserirsi.