Si concluderà stasera, con il concerto tributo a Bill Evans del trio di Marcello Di Dio e la presentazione del libro di Federico Nicosia, la seconda stagione della kermesse iniziata lo scorso gennaio a Sant’Agata Li Battiati

Quando si parla della potenziale rinascita culturale di un territorio, spesso entrano in gioco fattori di varia natura: politici, amministrativi e – soprattutto – economici. Spesso, quasi fosse un mantra, ci ripetiamo e ci sentiamo ripetere che in Sicilia sono assenti le risorse, la volontà e l’interresse per fare cultura. Eppure, a ben vedere, ogni rivoluzione prende il via dai piccoli “esempi virtuosi”: dimostrazioni pratiche di come la passione, unita a una visione dalla mente aperta, possano cambiare davvero le cose. In questo senso, la rassegna Jazz@Library 2.1 che si concluderà stasera alla Biblioteca Comunale di Sant’Agata Li Battiati offre un interessante spunto di riflessione. La kermesse diretta da Antonio Petralia (per la parte musicale) e Salvatore Massimo Fazio (per quella letteraria) non solo ha condotto in una cittadina sita a meno di quattro kilometri da Catania un pubbico di appassionati, ma ha saputo creare un appuntamento fisso frequentato anche da chi, pur non avendo un grande background di conocenze jazzistiche e letterarie, si è sentito invogliato a partecipare dapprima per curiosità e poi per crescente interesse.

Antonio Petralia

IL GRANDE JAZZ. «Alla fine della rassegna – spiega Antonio Petralia – il mio bilancio non può che essere positivo. Appuntamento dopo appuntamento si sono alternati artisti di rilievo nazionale e nuove leve, cui abbiamo dato la possibilità di avere un palcoscenico importante dove proporre i loro progetti». In questo senso, la distribuzione delle performance musicali si è caratterizzata come una vera escalation. Se l’apertura è stata infatti affidata al trio di Paolo Sorge (un artista che non ha bisogno di presentazioni), gli appuntamenti successivi hanno progressivamente visto alternarsi musicisti come Casabianca, Giambruno, Cirinnà, Salemi, Lo Chiano, fino ad arrivare all’evento di stasera: un omaggio a Bill Evans e a tutto ciò che il trio nella sua accezione più classica (pianoforte, contrabbasso e batteria) è diventato nel tempo. Sul palco si esibirà il trio del pianista Marcello Di Dio, che sarà accompagnato dal direttore artistico di “Jazz@Library 2.1” , Antonio Petralia (batteria) e Alberto Fidone (contrabbasso). «In questo progetto – racconta Di Dio – abbiamo cercato di mostrare Bill Evans da una prospettiva inedita e personale. L’idea è stata quella di sviluppare un repertorio che non guardi al grande artista solo come autore, ma anche come arrangiatore e pianista».

Salvatore Massimo Fazio

LA PARTE LETTERARIA. «Sono stato coinvolto in questo progetto da Antonio – spiega il filosofo Salvatore Massimo Fazio – fin dalla prima stagione, che ci ha fatto capire come anche in una piccola cittadina si potessero ottenere risultati sorprendenti. Abbiamo voluto chiamare questa seconda edizione “2.1” per sottolineare la volontà di un ulteriore passo in avanti rispetto a quanto avevamo già fatto. Per la parte letteraria abbiamo incontrato alcuni autori straordinari, che da riflessioni piuttosto cupe hanno dimostrato come si possa fare una sorta di auto-terapia attraverso la letteratura». Hanno quindi presentato i loro volumi scrittori come Federico Miragliotta – che con le sue poesie ha raccontato l’immigrazione vista dal punto di vista di chi a Lampedusa ha diretto il centro di accoglienza – il giornalista Emilio Orlando – che nel suo ultimo volume ha ripercorso le tappe di uno dei più efferati omicidi degli ultimi anni, il “caso Varani” – e Danilo Ferrari, che nel suo “Il coraggio è una cosa” supera le barriere della sua malattia per fare un vero e proprio inno alla vita. A chiudere la kermesse sarà invece la presentazione del nuovo volume dello psicoanalista “Fabrizio Nicosia”. Il libro, edito da Cuecm, affronta il delicato tema delle “possibilità e limiti di una psicoanalisi di gruppo con pazienti psicotici in un contesto residenziale”. «Non potevamo chiedere di meglio per chiudere in bellezza la nostra rassegna – spiega ancora Salvatore Massimo Fazio -. Federico Nicosia ha scritto un libro coraggioso, in cui racconta senza mezzi termini realtà difficili. Presentarlo al grande pubblico in quest’occasione non può che renderci orgogliosi».

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