La colpa di non imparare mai: Quasimodo e la condanna di “Uomo del mio tempo”
«Sei ancora quello della fionda e della pietra. T’ho visto dentro il carro di fuoco: eri tu» scrive il poeta siciliano in una delle liriche più toccanti di “Giorno dopo giorno”. Un affresco di parole taglienti come una spada, che, ripercorrendo le atrocità della Seconda guerra mondiale, punta il dito contro il millenario impulso umano a gettarsi contro il proprio fratello. E contro l’epoca che stiamo vivendo
