Il prof. Emanuele Lelli dell’università “La Sapienza”, studioso del mondo ellenistico e della cultura popolare, spiega le origini della cultura popolare meridionale e l’importanza di non disperdere questo patrimonio. «Teocrito può essere definito il poeta “della verità”, perché unico nel periodo bucolico ad utilizzare, nei suoi componimenti, descrizioni reali delle quali abbiamo, oggi, un riscontro pratico».

Le usanze popolari, si sa, sono da sempre parte integrante della storia di ogni paese. In particolare, nel sud Italia, canti, detti, filastrocche, modi di fare e quant’altro rappresentano uno “stile di vita” per i piccoli centri. Oggi, però, queste tradizioni cominciano a perdere il loro appeal, specialmente tra i più giovani che sembrano disinteressati all’argomento. Su questo tema abbiamo rivolto alcune domande al prof. Lelli de “La sapienza” di Roma, che ha recentemente pubblicato il volume “Pastori antichi e moderni. Teocrito e le origini popolari della poesia bucolica”, uno studio sulle origini delle tradizioni meridionali. Il libro verrà presentato al Monastero dei Benedettini di Catania giorno 29 gennaio, alle ore 16.00. Assieme all’autore interverranno Vincenzo Ortoleva e Maria Rosaria Petringa (Università diCatania – Dipartimento di Scienze Umanistiche), e Giulia Falco (Polo regionale di Catania per i siti culturali).

UN PATRIMONIO A RISCHIO. Quando pensiamo a un patrimonio immateriale come quello bucolico, uno dei primi pensieri che ci viene in mente è lo scarso interesse che i giovani rivolgono all’argomento. «Il rischio – spiega il professor Lelli – che tra cinquant’anni i giovani d’oggi non siano più in grado di tramandare le antiche tradizioni del loro popolo esiste ed è concreto. A mio avviso, però, ci sono due possibilità che ci consentirebbero di salvare queste tradizioni che trovano le loro radici nell’antica Grecia». Secondo il parere del professore, la prima soluzione per invogliare i giovani a tramandare ancora la cultura dei loro antenati passerebbe attraverso il coinvolgimento delle istituzioni. «Sarebbe necessario – continua il professore – che le scuole di ogni ordine prevedessero lo studio delle tradizioni storiche che ci caratterizzano. Da parte dei comuni più piccoli, invece, sarebbe auspicabile l’individuazione di figure che possano salvaguardare la memoria»

TUTELARE LE TRADIZIONI CREANDO POSTI DI LAVORO. La seconda soluzione che il professor Lelli propone per preservare le tradizioni culturali del Meridione si sposa bene con un tema oggi più che mai al centro dell’attenzione: giovani e lavoro. «Invece di stare a sperare nella buona riuscita di qualche concorso nella pubblica amministrazione – afferma ancora il docente romano – bisognerebbe creare delle figure professionali ad hoc. In questo modo antropologi, etnologi e storici potrebbero avere un ruolo nel proprio paese ed evitare così di dover andare a cercare lavoro chissà dove. Il professor Lelli ammette poi: «Tutto questo, però, dobbiamo essere noi a chiederlo», proponendo il suo volume come “esempio” per far comprendere l’importanza del folklore popolare che si tramanda ai nostri giorni sin dall’età ellenistica.

LE ORIGINI DELLE TRADIZIONI POPOLARI. – Sul suo libro, un volume scientifico che confronta il passato con il presente per definire le origini della cultura popolare, il professore spiega: «Ho utilizzato un metodo di studio che si basa su una contaminazione tra filologia ed etnologia. Al confronto tra testi di origini ed età diverse ho, cioè, aggiunto un confronto con testimonianze orali raccolta da me e dai miei collaboratori attraverso l’approccio etnografico». Il risultato ha sorprendentemente rivelato che le tradizioni orali dei pastori descritti nel 200 a.C. da Teocrito, poeta ellenico, coincidono con quelle dei pastori moderni. «Grazie ai miei studi – afferma il professore – ho avuto la conferma che Teocrito può essere definito il poeta “della verità”, perché unico nel periodo bucolico ad utilizzare, nei suoi componimenti, descrizioni reali delle quali abbiamo, oggi, un riscontro pratico».

UN DUPLICE VIAGGIO DELLA MEMORIA. – Infine, grazie alle conferme ottenute dal prof. Emanuele Lelli, attraverso il suo volume è possibile intraprendere un “viaggio della memoria” in due direzioni: «In questo libro – spiega ancora Lelli – si trovano due percorsi di lettura: nel primo, l’antichista scopre la continuità tra il testo antico e i nostri giorni, mentre nel secondo, il lettore che parte dai suoi ricordi può scoprire le antichissime radici delle tradizioni popolari e la loro nobilissima origine».

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