Dal fondamentale contributo di un dignitario siciliano, Carlo Aragona Tagliavia, alla Dieta di Colonia di cui fu ambasciatore per la monarchia spagnola, l’autrice squaderna con uno stile avvincente i maggiori rivolgimenti politici del tempo

«Quel che sembra il semplice racconto di un viaggio», da Palermo alla Dieta di Colonia, «si figura come strumento di conoscenza del contesto europeo di fine ‘500», questa secondo Carlo Torrisi, dirigente del Ministero per i beni e le attività culturali, la cifra del volume “Da Palermo a Colonia. Carlo Aragona Tagliavia e la questione delle Fiandre (1577-1580)” a firma di Lina Scalisi, docente ordinario di Storia moderna all’Università di Catania. Una “commedia politica” che segue da presso il fondamentale contributo di Carlo Aragona Tagliavia, esponente della maggiore aristocrazia isolana e certamente il siciliano più importante della monarchia spagnola della seconda metà del Cinquecento, nella veste di ambasciatore plenipotenziario di Spagna alla Dieta di Colonia, la conferenza di pace promossa dall’imperatore Rodolfo II per riportare le Fiandre in rivolta nell’alveo della monarchia cattolica. Uno sforzo di scavo nel mondo cinquecentesco che Rafael Valladares Ramírez, professore all’Università di Madrid, intervenuto alla presentazione del libro all’ex Monastero dei Benedettini a Catania, definisce: «un vivido libro di storia, in cui il Tagliavia non è protagonista ma il filo conduttore della politica di quel tempo».

Il volume segna, peraltro, il ritorno della studiosa ad un tema a lei particolarmente caro: quello del casato dei Tagliavia, al centro della monografia Magnus Siculus, e del XVI secolo in genere, in quanto punto di snodo di dinamiche che si ripercuoteranno su tutta la successiva storia europea. Dimostra così che la conoscenza non è mai sufficiente e che c’è sempre da scoprire. Il suo merito, come evidenzia il professor Ramírez, «è la riflessione che scaturisce dalla loro scelta degli oggetti tematici della ricerca: non solo la storia dei grandi rappresentanti della storiografia. La Scalisi apre la porta ad agenti “minori”, che spesso rivestono un ruolo più rilevante di quello giocato dai grandi ambasciatori». E allora ecco Carlo Aragona Tagliavia come rappresentante di Filippo II alla pace di Colonia.

Un approfondimento storiografico, quello della Scalisi, illuminato da una precisa scelta stilistica e di registro: «narrative non-fiction», lo definisce Marcello Simonetta, professore all’università di Parigi, «si racconta la storia come fossero storie, con stupore, agnizione e colpi di scena, tipici della narrazione. Non togliendo nulla alla serietà della Storia, se ne aggiunge, piuttosto, colore, intensità e quindi valore. Lina spinge a riflettere sull’oggi attraverso un passato sentito vicino. Un puzzle complicato i cui pezzi si mettono a posto da soli, muovendosi su diversi piani: politico, narrativo e tragicomico. Una tragicommedia umana». Una narrazione avvincente ma puntualmente fondata nella più stretta disciplina storiografica, poiché guidata, come sottolinea la stessa autrice, «dallo sforzo di non semplificare, ma mettere in scena la complessità della storia. Andando contro la semplificazione forzata della realtà ho tolto gli occhiali del presente e mi sono calata nella complessità di quel tempo in rapporto al nostro tempo: un’opera tutt’altro che semplice».

 

Il nostro impegno è offrire contenuti autorevoli e privi di pubblicità invasiva. Sei un lettore abituale del Sicilian Post? Sostienilo!

Print Friendly, PDF & Email