La New York anni ’30 rivive in musica e danza: applausi meritati
per “Save the Cotton’s”
Standing ovation per Raimondo Todaro a tutto il resto del cast. L’opera in grande stile americano diretta da Gisella Calì incanta Catania
Il sipario si apre, le luci si accendono e ci si ritrova subito dentro uno di quei locali americani anni ‘30, con banconi in legno, una cantante e… la sala quasi deserta. È questa la scena iniziale di “Save the Cotton’s”, la commedia musicale diretta da Gisella Calì e curata da Fausto Monteforte e Daniele Caruso.
ARMONIA E CORALITÀ Ciò che rende particolarmente ammirevole “Save the Cotton’s” è l’armonia raggiunta da tutti i membri del cast: attori, ballerini e cantanti formano una scena corale in cui nessun elemento stona o prevarica sugli altri. Le parti danzate e gli intermezzi cantati inseriti in corso d’opera non interrompono mai l’azione scenica, rendendo scorrevole questo atto unico di circa 90 minuti. Inoltre si rileva l’abilità di aver saputo alternare scene briose ad altre più riflessive, in cui però non manca qualche battuta sagace in grado smorzare i toni.
LA TRAMA. Il Cotton Club è un locale storicamente esistito a New York e che in quest’opera è stato scelto come sfondo del difficile rapporto tra i fratelli Cotone, Jack (Aurelio Rapisarda) e Ray (Raimondo Todaro). Quest’ultimo, dopo anni in giro per il mondo a fare successo e strage di cuori, torna da “figliol prodigo” pronto ad aiutare il fratello, incapace di risollevare le sorti del club.
Allo spento clima iniziale, alimentato dalle battutine piccanti e ilari tra Jack e la moglie Doris (Laura Giordani), segue subito l’ingresso dell’energico corpo di ballo: con un flashback si ricordano i tempi in cui il locale era al culmine del successo e, con il ritorno di Ray, questo ricordo non sembra più un’utopia tanto lontana…
DORIS E LE DONNE DELLA COMMEDIA. È indiscutibile che i due protagonisti dell’opera siano Jack e Ray, tuttavia l’abilità della regista si rivela soprattutto nell’aver saputo dare a tutti i personaggi il giusto spazio. Si nota a tal proposito una particolare attenzione riservata alle donne: prima tra tutte Doris, fondamentale in quanto media la relazione tra i due fratelli e mantiene buoni rapporti con Mr. Cheese (Carmelo Gerbaro), proprietario del locale. Anche le altre donne presenti in scena mostrano una certa maturità nel resistere al fascino di Ray, un eterno “dongiovanni”.
Queste scelte denotano la capacità di trattare argomenti profondi con leggerezza, facendo sorridere e riflettere gli spettatori.
UN FINALE TRAVOLGENTE. Grazie a tali espedienti l’attenzione del pubblico non si assopisce mai: è degna di nota per esempio l’iniziativa di distribuire in sala degli inviti per “entrare” alla festa organizzata dal Cotton Club. Così nel finale il clima è sufficientemente caldo perché irrompano di nuovo in scena i ballerini, briosi e tecnicamente impeccabili (“Compagnia Artisti del Sud”: Licia Bisicchia, Vincenzo Privitera, Gabriella Caruso, Agata Rosignoli, Tiziana Cantarella, Maria Grazia Rapisarda, Alessia Rapisarda).
Il pubblico non può fare a meno di lasciarsi coinvolgere: l’energia degli artisti, le famose canzoni americane e un omaggio all’intramontabile Elvis Presley concludono lo spettacolo facendo alzare dalle poltrone tutti gli spettatori, pronti ad applaudire spontaneamente.