La nuova vita del Teatro Coppola muove “I primi passi sulla luna”

Da quando è stato eretto, il teatro di Coppola di Catania è abituato ad affrontare sfide complesse. Basta ripercorrere le tappe più significative della sua storia, del resto, per rendersene conto: fu, infatti, con la fondazione del 1821, primo teatro comunale della città, salvo poi andare distrutto l’8 luglio 1943 a causa dei bombardamenti dovuti alla Seconda guerra mondiale. Rinato come laboratorio scenografico del Teatro Massimo Vincenzo Bellini, venne successivamente abbandonato, per poi rinascere, nel dicembre del 2011, grazie all’occupazione di cittadini volontari. Non ultimo, poi, l’ostacolo della pandemia. Anch’esso affrontato con la consueta determinazione. E così, dal 18 novembre 2022, il teatro Coppola, dopo più di due anni, ha riaperto le sue porte. Due anni in cui la “macchina” del teatro cittadino non si è davvero mai fermata del tutto. Fuori l’indifferenza, la pandemia, la crisi della cultura raccontata sulle pagine dei giornali. Dentro tanto fermento e occupanti che si sono rimboccati le maniche per rimetterlo in piedi. Raccolte fondi, aste ed eventi sociali che hanno permesso di portare a termine i lavori di ristrutturazione e rialzare, finalmente, quel sipario impolverato.

Cosa è successo dalla riapertura a oggi? E a cosa va incontro il “teatro dei cittadini”? «Il primo spettacolo è stato l’Amleto messo in scena da Nicola Alberto Orofino – racconta Vittoria a nome dell’assemblea del teatro Coppola -. È stato un grande successo, tanto che è andato in replica fino a qualche giorno fa».

INTERESSE TRASVERSALE. Una riapertura coinvolgente, quindi, che ha dato nuova linfa vitale a un luogo di cultura per troppo tempo rimasto serrato e che adesso è tornato a riempirsi di vita, calore, musica, teatro. Uno dopo l’altro, gli eventi di questi mesi sono stati sempre più partecipati. La città ha risposto prontamente e ha accolto positivamente la riapertura di uno spazio che è, prima di tutto, sociale. «Questo interesse ci ha molto stupito, perché oltre ai grandi eventi per cui ci aspettavamo un certo richiamo, c’è stata partecipazione anche per appuntamenti più “intimi”, come il tradizionale palco aperto con esibizioni libere la notte di Natale, il 25 dicembre, che ha visto un’affluenza incredibile. Siamo molto felici di questo feedback, che ci porta a interrogarci su cosa fare e su che direzione prendere. Ci interessa non solo che la gente venga al singolo evento, ma che tutti diventino parte attiva nello sviluppo della vita del teatro. La sfida, oggi, è non far scemare l’attenzione e coltivarla in modo significativo».

QUESTIONE DI QUALITÀ. Nel frattempo, continuano ad arrivare tantissime richieste per sfruttare lo spazio nel cuore di Catania, sia da musicisti che da persone che vogliono portare al suo interno progetti nuovi. «Il calendario è quasi chiuso – avverte l’assemblea – si stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli per concludere la stagione a giugno, quando arriva il caldo». Parola d’ordine, qualità. «Stiamo adottando una politica che guarda alla sostenibilità del posto e delle persone coinvolte e che rispetti gli equilibri di tutti, per non sovraccaricare la vita di questo organismo con troppi eventi. Non ci interessa la quantità, ma la qualità, e stiamo cercando di parcellizzare tutti gli eventi che abbiamo intercettato per far sì che ognuno possa vivere, respirare ed essere portato avanti nel miglior modo possibile». Uno di questi è Primi passi sulla luna, lo spettacolo di Andrea Cosentino, drammaturgo, attore e regista di Chieti, in programma per venerdì 27 gennaio alle 21. «Sarebbe dovuto andare in scena tre anni fa, ma l’arrivo della pandemia ha stravolto tutti i piani – raccontano dal Coppola -. Cosentino fa parte della scena romana di comici che seguiamo, anche se non è orientato come gli altri verso la stand up comedy ma è più legato al teatro vero e proprio. I suoi sono monologhi che prevedono una preparazione particolare e l’utilizzo di oggetti di scena, anche se non mancano le parti di improvvisazione».

IL “MISTERO DELLA LUNA”. Se il fil rouge delle sue opere è spesso il linguaggio televisivo, che Cosentino stravolge e rende paradossale per portare a galla alcuni argomenti scottanti in chiave ironica, in Primi passi sulla luna si parte dal dubbio dell’allunaggio. C’è stato davvero o è stato una messa in scena? «È la prima volta che Andrea Cosentino si esibisce a Catania ed è arrivato da noi grazie alla collaborazione con il teatro Atlante di Palermo, dove si esibirà sabato 28. Era stato al Coppola nei primi anni dell’occupazione per curiosità, perché ama la scena underground, e oggi ha voluto scommettere proprio sulla nostra realtà». Al termine dello spettacolo Simona Scattina, docente di Storia del teatro e dello spettacolo dell’Università di Catania, dialogherà con il regista e il pubblico. Una conversazione non solo per gli addetti ai lavori, ma per chiunque vorrà condividere pensieri, impressioni, suggestioni. E, perché no, anche dubbi su questo favoloso viaggio che l’uomo, forse, ha fatto “to the moon and back”.  

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Sono cresciuta in una famiglia di giornalisti e ho avuto quindi la possibilità, fin da piccola, di stare a contatto con giornali e studi televisivi, mentre pian piano maturavo l'idea di percorrere le orme dei miei genitori e intraprendere quella strada, di certo oggi più tortuosa, ma sempre affascinante. Così, quando è arrivato il momento di scegliere l'Università da frequentare, non ho avuto dubbi: sarei stata una studentessa del corso di Laurea in Scienze della Comunicazione nella mia città, che amo immensamente, a cui è seguito il biennio di specialistica in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo. Inutile dire che non mi sono mai pentita della mia scelta, apprezzando giorno dopo giorno, anno dopo anno, la comunicazione, il giornalismo e l'organizzazione di eventi legati a questi ambiti, approfonditi anche tramite esperienze lavorative in Fondazioni d'arte, librerie, Festival culturali. Insomma, non so proprio stare con le mani in mano! Sono curiosa di ciò che mi circonda e mi nutro delle storie delle persone con cui entro in contatto, probabilmente deformazione professionale.

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