E dunque, siamo oggi in otto miliardi sulla Terra, a condividere, nel bene e nel male, le sorti del nostro Pianeta. Le maggiori Istituzioni hanno stimato che proprio in questi giorni – la data del 15 Novembre 2022 sembra essere quella più accreditata ed è stata presa a riferimento ufficiale del raggiungimento di questa fatidica tappa dell’umanità – il numero di abitanti della Terra supererà la cifra degli 8 miliardi di persone. Appena pochi anni fa, nel 2011, il numero di abitanti aveva raggiunto i 7 miliardi. È bastato dunque poco più di un decennio per incrementare la popolazione mondiale di un miliardo di persone.

C’è qualcosa di speciale nel raggiungimento di un traguardo del genere, più che quello di 7 miliardi e 253 milioni di persone? Nulla, se non la nostra abitudine a considerare le cifre, i cicli del tempo e la loro apparenza, che ci porta a festeggiare in modo speciale i 40 anni, o i 70 anni, a seconda dei casi, più che il compimento di 46 anni, 7 mesi e due giorni. O, in altri casi, i 25 anni o i 50 anni di matrimonio, come se l’aver compiuto 40 anni e 11 mesi di una felice unione non fosse un evento altrettanto speciale di cui essere grati. Ma tant’è, siamo fatti così e dunque facciamo attenzione più a certi numeri che ad altri.

Ma, ritornando alla questione degli 8 miliardi di abitanti del nostro Pianeta, tuttora in crescita,
nonostante il tasso di crescita stia diminuendo lentamente, non si tratta di un numero facile da comprendere, sulla nostra scala dei numeri. Che nascano all’incirca 4 bambini ogni secondo sulla faccia della Terra (e muoiano all’incirca 2 persone nello stesso intervallo di tempo), tanto che il tasso positivo di crescita al momento è più di 2 al secondo, è qualcosa la cui portata non riusciamo a comprendere appieno. Per questo i simulatori in tempo reale della popolazione mondiale, basati su algoritmi più o meno precisi estratti dai dati veri, se da un lato rappresentano un gadget presente in molti siti Web specie in occasione di questa ricorrenza (vedi ad esempio https://centroculturalecatania.altervista.org/home.html), dall’altro sono un modo di rendersi conto, forse più concretamente, di cosa succede nell’arco di pochi minuti, o di poche ore. Dalle prime ore della mattina al pomeriggio inoltrato di oggi è come se fosse comparsa in più sulla Terra un’intera cittadina di 100000 abitanti.

Sappiamo che questo numero crescerà ancora nei prossimi decenni, secondo modelli e stime differenti, con un ritmo via via minore, ma che non potrà stabilizzarsi prima dei prossimi 50 anni, anche secondo le previsioni più al ribasso. E, dunque, raggiungeremo nei prossimi decenni 10 o 11 miliardi di persone.

Ciò che ancora oggi in molti stentiamo a capire, nonostante i dibattiti, gli studi, le ricerche, le
previsioni che riguardano questo tema, è proprio la portata universale delle sfide che dobbiamo affrontare quando pensiamo alle condizioni di vita complessive degli abitanti del Pianeta Terra, dalla distribuzione equa delle risorse, alle abitudini di vita, alla distribuzione degli spazi, alle questioni energetiche, dell’ambiente e del cibo, ai problemi specifici di ogni classe di età della popolazione, specie di quelli degli anziani, ai fenomeni migratori con la conseguente redistribuzione della popolazione tra i diversi continenti, solo per citarne alcune.

Se molti vedono solo gli aspetti catastrofici del problema, bisogna guardare invece a questa
occasione come una possibilità enorme per l’uomo di affrontare queste sfide. Bisogna valorizzare, e in fretta, tutti quei tentativi positivi di iniziare ad offrire soluzioni ai problemi che derivano dalla gestione di questi numeri. Se avete impiegato alcuni minuti a leggere questo contributo, sappiate che nel frattempo ci hanno raggiunto circa 500 persone in più che chiedono di vivere, come noi.

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