L’Ente, a rischio chiusura, inizia un nuovo corso con la nomina di Giovanni Cultrera di Montesano a sovrintendente e una stagione firmata da Francesco Nicolosi in cui si avverte in maniera netta il cambio di rotta

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]I[/dropcap]l 12 gennaio 1817 Stendhal in occasione dell’inaugurazione del Teatro San Carlo, ricostruito da Ferdinando II dopo un incendio gravissimo, ebbe a dire ammaliato dai rasi azzurri e dagli argenti della sala “il teatro dona al re il favore popolare più di ogni legge perfetta”». Nelle parole di Giovanni Cultrera di Montesano, neo sovrintendente del Teatro Massimo Bellini di Catania, sembra esserci l’intenzione di rimettere al centro della città una delle sue istituzioni culturali più importanti. La situazione al Bellini negli ultimi tempi non è stata di certo rosea a causa dei tagli drastici che hanno messo giustamente in allarme dipendenti, artisti e aficionados, supportati in questi mesi difficili da un grande tam tam di solidarietà. Le rassicurazioni sono arrivate direttamente dal Presidente della Regione Nello Musumeci, fra gli ospiti nella presentazione di stagione 2020 dell’Ente etneo. «Il mio compito – ci tiene a precisare il Governatore dell’Isola – è far vivere il teatro e rilanciarlo», zittendo definitivamente ogni voce sull’ipotetica chiusura del Teatro dedicato al Cigno catanese.

RINNOVAMENTO. Stando a quanto afferma Musumeci, i presupposti sono dei migliori: oltre allo stanziamento di 1 miliardo e mezzo per il ripristino dell’edificio, volti soprattutto a salvaguardare gli affreschi del foyer, il programma si estende anche alle buone pratiche, alla cooperazione fra enti, in particolare con il Vittorio Emanuele di Messina, con il quale si sono firmate due collaborazioni: il balletto “Lo Schiaccianoci” e “Tosca”, diretta da Luigi Piovano con la regia di Carlo Antonio De Lucia (in scena dal 4-11 ottobre), senza tralasciare il coinvolgimento di artisti locali come il soprano Daniela Schillaci o il coreografo Lino Privitera, che firmerà la regia del dittico “Cavalleria rustica” di Mascagni e “Pagliacci” di Leoncavallo (25 marzo-1 aprile), diretto da Oleg Caetani. L’attenzione maggiore sarà tuttavia rivolta al pubblico, non soltanto puntando ai turisti presenti in città ma esportando al contempo le proprie produzioni. Non è un caso che la stagione firmata dal M° Francesco Nicolosi avverta, rispetto alle precedenti, un radicale cambio di rotta.

I CARTELLONI. A differenza dei due balletti, “Chopiniana-Shahrazad” (6-10 maggio) del Russian State Ballet di Vyacheslav Gordeev e “Rifare Bach” (dal 28 al 31 ottobre), prima assoluta del coreografo catanese Roberto Zappalà, le cinque opere in programma hanno una forte impronta pop più adatta, sicuramente, a una platea di neofiti. Una scelta che racchiude evidentemente la speranza di incrementare il numero degli abbonamenti e dei biglietti in vendita con un’offerta che possa attirare un pubblico più ampio visto anche la scarsa partecipazione dei più giovani, i quali costituiscono una porzione di pubblico inattivo non indifferente. La vera impronta nicolosiana si ravvisa invece nella concertistica, che quest’anno inaugurerà la stagione con la “Sinfonia n.9” in re minore di Ludwig von Beethoven diretta dal M° Gianluigi Gelmetti mentre sarà la “Carmen” di George Bizet ad aprire il 25 febbraio la sezione lirica sotto la bacchetta del M° Fabrizio Maria Carminati e con la regia di Luca Verdone. Dopo la pausa estiva sarà la volta de “L’elisir d’amore” (4-11 ottobre) di Donizetti, opera assente dal palcoscenico catanese da ben undici anni, che vedrà sul podio il M° Jordi Bernacer e alla regia Antonio Calenda mentre “Il barbiere di Siviglia” di Rossini, con la regia di Michele Mirabella e la direzione del siciliano Salvatore Percacciolo, chiuderà questo sofferto percorso musicale. Perché le difficoltà ci sono e nessuno ne fa mistero, Cultera parla, infatti, di “una gestione in grande economia, impostata su sobrietà e parsimonia”.

RIPARTIRE DA BELLINI. La novità più interessante in assoluto, di cui già si vociferava, è la realizzazione di un Festival dedicato al compositore catanese. Un traguardo importantissimo che se vedrà grandi personalità di pregio potrà fungere da volano per la città ma soprattutto per il rilancio del Teatro, adombrato nel panorama nazionale e non solo da una nomea triste a causa dei ritardi nei pagamenti e di artisti non sempre all’altezza del ruolo. «Il nostro sarà un programma pieno di sinergie – sottolinea ancora Cultrera – il brand siciliano più conosciuto al mondo dovrà intonare un’attenta e immediata concertazione con il tessuto cittadino, siciliano e internazionale». Oltre al coinvolgimento dei lavoratori, si parla di una nuova pianta organica, e delle imprese attraverso l’Art Bonus, c’è l’intenzione di proseguire i “Preludi all’opera” promossi dall’Università di Catania e diretti dalle professoresse Maria Rosa De Luca e Graziella Seminara, e di aprire un confronto con i giovani dell’Accademia di Belle Arti e del Conservatorio. Una posizione privilegiata toccherà anche agli studenti delle scuole di primo e secondo grado, si parla di oltre 25.000 presenze per il programma Educational affidato al Bellini Junior Ballett di Giusy Vittorino. Lo stesso Musumeci avanza la possibilità di far conoscere il teatro da dietro le quinte ai ragazzi facendo ridiventare le sale teatrali luogo di aggregazione sociale. Last but no least il decentramento attraverso i teatri minori, le attività estive al Teatro greco-romano di Catania e nei Teatri di Pietra di Siracusa e Taormina oltre a una rete di mobilità integrata per le periferie urbane, insomma un programma molto fitto e ambizioso per il TMB, che ci auguriamo possa tornare a essere fucina della città.

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