Alla chiusura della tappa catanese della Techstars Startup Week, mettiamo a fuoco le potenzialità del panorama della giovane imprenditoria siciliana. Le sue parole d’ordine: innovazione e sinergia

La Sicilia di cui si sente parlare è quella dei giovani costretti ad emigrare, del lavoro che si trova a stento, dal comparto industriale che lascia a desiderare (rispetto al fiorente Nord-Est). Una Sicilia piuttosto isolata insomma. Ce n’è tuttavia un’altra, giovane, piena di idee ed aperta al Mediterraneo in cui è incastonata, è la Sicilia delle startup. Quasi 500 delle 9600 startup italiane ha infatti sede nell’isola e il desiderio di crescere per competere con le capitali del settore come Milano e Berlino è tanto. Si è di recente chiusa a Catania la Techstars Startup Week, evento di promozione, formazione e discussione sul mondo delle nuove imprese, specialmente quelle che strizzano l’occhio all’innovazione.

SINERGIE A 360°. L’immagine di un giovane rinchiuso con un paio di amici in un seminterrato, a lavoro su un’idea rivoluzionaria è ormai poco più che un cliché. Il mondo dell’innovazione si proietta oggi al centro di una rete di relazioni con la grande industria. Basti pensare che aziende come Enel e Tim si propongono sul territorio catanese come interlocutori diretti e facilitatori per chi vuole fare impresa, offrendo spazi di lavoro, consulenza, accesso a laboratori di testing. Non a caso proprio il gigante dell’energia con il suo Innovation Hub&Lab è stato tra i partner dell’evento catanese. Accanto ad Enel, una giovane azienda come Tree, sotto la guida di Antonio Perdichizzi, si trova al crocevia di questa rete di convergenze. Il suo focus sull’ open innovation, ovvero sul valore della contaminazione di idee nel business, è una filosofia centrale al panorama dell’impresa giovane del terzo millennio. Il contatto e lo scambio di cui vivono le startup oggi non ha solo una dinamica alto-basso, piccola-grande impresa, ma anche qui-là. Progetti europei come ENISIE (Enabling Network-based Innovation through Services and Institutional Engagement), il quale è stato tra i promotori della Startup week, mirano a far dialogare le nascenti esperienze imprenditoriali nostrane con quelle della vicina Malta e con le istituzioni. Attori locali come la già citata Tree e l’Impact Hub di Siracusa fanno parte del progetto accanto ad enti maltesi quali il Malta Life Sciences Park, il Malta council for the Voluntary Sector. Grazie ad un’iniziativa come ENISIE queste realtà così eterogenee hanno la possibilità di entrare in contatto per lavorare su progetti che spaziano dalle tecnologie in ambito medico e agroalimentare al volontariato.

INNOVAZIONI CONCRETE. Proprio dal panorama delle startup innovative siciliane provengono realtà ormai note ben oltre i confini isolani e a cui i giovani innovatori siciliani possono guardare come illustri predecessori. Un azienda come Park smart, nata con un’idea per risolvere la piaga del parcheggio attraverso un sistema di telecamere e un software capace di riconoscere i posti liberi, ha diverse installazioni sul territorio europeo e che a Catania, se implementato equivarrebbe alla creazione di un area con 1500 posti auto. Un successo che ha dovuto aggirare ostacoli come la privacy degli automobilisti, che il sistema non vìola in quanto non c’è nessun operatore a visionare i feed delle telecamere. Un idea, quella della smart city, che si presta ad ulteriori applicazioni: la stessa infrastruttura tecnologica potrebbe essere adoperata per rilevazioni sull’inquinamento dell’aria o quello acustico. Altrettanto consolidata è una realtà come Flazio, nata dalla creazione ad hoc di siti web per le strutture alberghiere locali, si è ben presto trasformata in una piattaforma che mette nelle mani dell’utente gli strumenti per realizzare una pagina degna di un web designer professionista.

 

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