Quando la musica di Erika Ragazzi, violinista e compositrice originaria di Lentini (Siracusa), inizia a suonare, proietta chiunque la ascolti in un’altra dimensione. La mente insegue l’evolversi della melodia, che la avvolge come in un abbraccio per trascinarla in un vortice di emozioni. Le stesse emozioni che all’inizio del mese di febbraio hanno avvolto Catania quando la città stava per entrare nel vivo delle celebrazioni di Sant’Agata, e per le strade del centro storico, insieme alle note del violino, è avanzata la sfilata di abiti realizzati in omaggio alla patrona dagli studenti dell’Accademia delle Belle Arti, sotto l’organizzazione di Liliana Nigro.

UN’ESPERIENZA FRA MUSICA E MODA. «Suonare in occasione delle celebrazioni di Sant’Agata, in una piazza gremita di gente, è stata un’emozione unica», ci ha raccontato Erika Ragazzi davanti a un caffè, «anche se non si è trattato della mia prima esperienza a Catania. Il legame artistico fra me e Liliana Nigro esiste infatti già da molti anni, e mi ha permesso di di esibirmi nel corso di eventi e manifestazioni legati alla moda di cui lei deteneva la direzione artistica». Quando poi è stata invitata a suonare in uno dei contesti più coinvolgenti per la popolazione etnea, la giovane violinista non è rimasta indifferente davanti alla scelta di accoppiare sinergicamente creazioni sartoriali e brani musicali: «Le prime avevano lo scopo di valorizzare la figura di Agata in quanto santa, donna ed eroina moderna, la cui storia è ancora legata alla vita di Catania. I secondi, invece, avevano l’intento di rafforzare questo legame, ed ecco perché abbiamo pensato di includere nel repertorio Casta Diva di Vincenzo Bellini e un arrangiamento di The Motto di Tiësto unito alla sonata Il trillo del diavolo di Giuseppe Tartini, portati in scena con un’attitudine a metà tra presente e passato».

UNA FORMAZIONE TUTTA ITALIANA. «Credo che l’arte e il sapere debbano avere un respiro globale», sono state non a caso le sue parole in merito, pronte a riconfermare un’idea che l’ha sempre accompagnata nel suo percorso formativo e di vita. Nata in una famiglia di musicisti, infatti, una volta finite le scuole medie Erika Ragazzi si è iscritta all’Istituto Musicale Vincenzo Bellini, dove ha ottenuto il diploma, per poi proseguire con un percorso accademico incentrato sulla pedagogia. La sua musica, nel frattempo, non ha mai smesso di evolversi, partendo dallo studio del repertorio di grandi compositori come Bach e Mozart per poi virare in direzione di contaminazioni sempre più moderne e contemporanee. Uno studio attento, quindi, poi coronato dall’esito positivo delle audizioni a cui ha partecipato proprio durante gli anni universitari, e che l’hanno condotta fra i palchi e i prestigiosi eventi di numerose città italiane: a Catania, nel 2008, in occasione de Il Caravaggio di Michelangelo Merisi; nel 2009 prima a Castion di Costermano (Verona), presso la Villa Pellegrini Cipolla in occasione della presentazione Lyoness Italia, e poi a Venezia, Genova e Padova per conto di un’agenzia viennese; nel maggio del 2011 a Roma, durante la Notte bianca dei musei, e un anno dopo, nell’aprile del 2012, all’inaugurazione del Salone Internazionale del Mobile di Milano.

LA CARRIERA DA INSEGNANTE… Dire musica, pertanto, per lei significa dire ispirazione e cultura, e non da ultimo insegnamento: «I primi anni dall’altro lato della cattedra li ho trascorsi nell’ennese, a Valguarnera», ci spiega in proposito. «Insegnavo in un’orchestra giovanile composta da più di cento ragazzi, alcuni dei quali avevano serie difficoltà motorie o erano addirittura sordi». Uno stimolante periodo di rodaggio, che come ci tiene a sottolineare si è rivelato utile a maturare una certa esperienza prima di approdare al Liceo Statale Giuseppina Turrisi Colonna di Catania. «Con questa scuola è stato amore a prima vista, perché mi ha permesso di coniugare la mia passione per la musica con il desiderio di trasmetterla alle nuove generazioni». Dopo otto anni, quindi, la sua intraprendenza è tutt’altro che scemata: «Mi considero un’insegnante costruttivista e ancora oggi mi impegno ogni giorno per creare, insieme ai ragazzi, delle iniziative culturali che valorizzino il loro talento, permettendo loro sia di esprimersi all’interno dell’ambiente scolastico che di vivere delle esperienze professionali già da adolescenti, un po’ come è successo a me».

…E QUELLA DA COMPOSITRICE. Proseguire lungo la strada della musica conservando questo fervore è uno dei suoi sogni nel cassetto, anche se non l’unico. «Sto lavorando a un nuovo disco – ci ha infatti rivelato –, che sarà focalizzato su un mondo sonoro legato alla tradizione orchestrale, nel quale un mix di violino e suoni elettronici si unisce una dimensione corale di strumenti tradizionali». Si tratta di un ulteriore passo avanti nell’incessante «ricerca di nuovi linguaggi capaci di fornire una diversa chiave di lettura della tradizione classica». Il primo traguardo in tal senso Erika Ragazzi l’aveva raggiunto nel 2016 con il disco Invasions, in cui descriveva le invasioni di carattere fisico e spirituale dell’uomo moderno, proiettate nella musica attraverso la mescolanza di un complesso sistema di suoni all’armonia acustica del violino. Dopodiché, la sua ricerca di mondi sonori ancora inediti era culminata nel 2021 in Sonata for Breathe, un disco il cui centro vitale era stavolta il respiro del violino, alternato al rumore delle onde del mare.

IL LEGAME CON LA SICILIA. Ora che è la sua indagine si sta indirizzando verso nuove suggestioni, la Sicilia resta comunque a fare da sfondo alla sua attività, e a dare forma alla sua espressività. Nonostante le sue numerose trasferte oltre lo Stretto, d’altronde, la giovane violinista si dice fortemente legata alla sua terra natale, al punto che ogni volta che il sipario è calato sulle sue esibizioni ha deciso di fare ritorno nella sua regione: «Non credo che occorra andare lontano per riuscire ad affermarsi», è quanto ci ha spiegato nel condividere con noi il suo punto di vista. «Bisogna essere curiosi, certo, ma senza mai abbandonare culturalmente le proprie radici, così da restare legati ad aspetti e territori che, in fondo, saranno sempre parte di noi».

Il nostro impegno è offrire contenuti autorevoli e privi di pubblicità invasiva. Sei un lettore abituale del Sicilian Post? Sostienilo!

Print Friendly, PDF & Email