«Per me la fotografia deve lasciare una traccia, una testimonianza. È conoscenza dell’invisibile e in questo senso non c’è posto più incredibile della Sicilia per fotografare, un microcosmo dove si possono trovare una miriade di storie». Roselena Ramistella, nata a Gela nel 1982, fotografa autodidatta, non è andata via dall’isola, vive e lavora in Sicilia. E in poco tempo si è distinta nel campo dell’immagine per come guarda al sociale e ama sperimentare una visione personale e intima di quello che accade nella nostra terra.

La giovane artista da anni vive e lavora a Palermo ed è rientrata nel 2018 nella Top 10 della categoria “Natural World and Wildlife della Professional Competition” del Sony World Photography Awards”, il concorso fotografico più eterogeneo al mondo dove si superano le 300 mila candidature per le diverse categorie inviate da fotografi provenienti da oltre 200 paesi del mondo. La giuria è rimasta particolarmente colpita dalla qualità superiore delle immagini e dalla capacità dei dieci finalisti, tra cui Roselena, di «offrire una panoramica delle tendenze principali e degli interessi attuali dei fotografi contemporanei».

Dopo un percorso di studi in Scienze Politiche presso l’università di Catania, per Ramistella si aprono le porte del mondo: un corso di fotografia a New York le fa acquistare la consapevolezza che è la fotografia ciò che meglio può esprimere l’ansia e la curiosità del suo sguardo. Ma la Grande Mela è solo la prima di numerose tappe che la conducono in giro per il mondo, a mettere continuamente alla prova il suo eclettico talento. Non a caso, la giovane fotografa di Gela ha già ottenuto molti riconoscimenti nazionali e internazionali e collabora con testate e riviste di rilievo come The Guardian, BBC, The Times, British Journal of Photography, L’uomo Vogue, Repubblica, Wordt Vervolgd Amnesty, Io Donna.

Nei suoi scatti, Roselena, predilige l’essenziale, togliendo il superfluo che facilmente distrae l’osservatore. Le sue immagini ti scavano dentro, rendendo evidente la verità autentica di un mondo che lavora, che fatica, che soffre, che si stanca, che si rigenera. Nel supporto digitale, per la fotografa gelese, deve rimanere solo la storia che vuole raccontare, fatta di donne e uomini, di terra e animali e dell’armonia invisibile che li unisce.

La foto scelta è stata scattata dalla Ramistella all’equipaggio del peschereccio “Accursio”, pescatori di Mazara del Vallo che due anni fa hanno tratto in salvo una cinquantina di migranti in difficoltà a bordo di un gommone alla deriva al largo delle coste siciliane. È una delle quattro copertine che L’Uomo Vogue ha dedicato all’evento. L’immagine ritrae i cinque uomini-eroi che nonostante i rischi e le norme sempre più restrittive, hanno dato l’assoluta precedenza a salvare vite umane, rinunciando alle giornate di lavoro. Il volto dei pescatori è serio: quello dei migranti sui barconi è uno dei grandi drammi degli ultimi anni. Come racconta il capitano Carlo Giarratano: «Troppe volte siamo andati in soccorso, a volte contro il parere della guardia costiera, sfidando il mare e la ragion di Stato dei “porti chiusi”, a rischio della nostra vita per salvare delle persone». Più volte si è già trovato davanti alla necessità di non voltare le spalle al bisogno, rispettando le uniche regole che valgono in queste situazioni, quelle del mare. Lo sguardo fisso verso l’obiettivo inchioda chi si sintonizza sul dramma dei migranti. Uniche componenti che si intravedono nello scatto sono il barcone e le reti, simboli della loro faticosa attività che spesso li costringe lontani dalle famiglie per mesi.

Roselena, pur tanto riservata, ha esposto le sue foto in numerose mostre personali e collettive, in Italia e in Europa per documentare e raccontare la vita e i suoi straordinari eventi, dai più piccoli ed apparentemente insignificanti ai più grandi ed eclatanti, che siano pubblici, privati, intimi o di massa. Ovunque ci sia una storia, l’obiettivo può cogliere per sempre qualcosa di unico.

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