Ha vissuto tante vite Giusy Ferreri. All’anagrafe di Palermo registrata il 18 aprile 1979 con il nome di Giuseppa Gaetana Ferreri. «Ma ho lasciato Palermo che ero ancora in fasce perché la mia famiglia si è dovuta trasferire in Lombardia. Però ogni estate e ogni Natale sono sempre tornata. La Sicilia è sempre nel mio cuore». Cassiera del supermercato, rivelazione della prima edizione di X Factor, nel 2008 (seconda con Non ti scordar mai di me, e nessuno l’ha dimenticata), regina dei tormentoni con Baby K (oltre 280 milioni di visualizzazioni per Roma-Bangkok). Collaborazioni con Federica Abbate, Rocco Hunt e Takagi & Ketra, alle quali vanno ad aggiungersi quelle con Gaetano Curreri degli Stadio, Marco Masini e Giovanni Caccamo, autori di brani contenuti nell’album Cortometraggi che uscirà il 18 febbraio, due settimane dopo il Festival di Sanremo al quale partecipa per la quarta volta con il brano Miele. «Una ballata folk dalla sonorità vintage», spiega la cantante. «Ha qualcosa di felliniano, per questo motivo ho usato il megafono. È uno dei piccolissimi film che compongono il mio nuovo album. Ogni brano che presento è un piccolo viaggio musicale, che racchiude concetti, situazioni, stati d’animo dai sapori e dalle atmosfere differenti. Insomma, volevo un disco che suonasse come i miei live».
Una canzone e un album che rispecchiano le diverse anime dell’artista, come si intuisce anche nel video che accompagna Miele e che vede due Giusy Ferreri parallele. «Sono le due parti di me», sottolinea. «Da tempo convivo con questa dualità. Ora lo vivo con maggiore consapevolezza e armonia».
Ma, soprattutto, una canzone che si distacca dalla cantante che la platea sanremese aveva conosciuto nelle sue precedenti apparizioni. «È un brano differente da quelli che avevo portato nei tre Festival ai quali ho partecipato. Ho scelto proprio questo perché risulta nuovo, ma nello stesso tempo nemmeno troppo lontano dalla Giusy Ferreri che il pubblico conosce».

La copertina del nuovo disco, “Cortometraggi”

Questo è il suo primo Festival da mamma. L’ultima volta sul palco a Sanremo, nel 2017, era incinta di sua figlia Beatrice.
«Avevo scoperto di aspettare la bambina due settimane prima del Festival. Ho vissuto la gravidanza con l’ansia, stava cambiando qualcosa in me, non sapevo se sarebbe cambiato tutto. Oggi mia figlia ha quattro anni e mezzo e mi guarda da casa. È rimasta sveglia fino a tardi per seguirmi. Mancavo da cinque anni da Sanremo, non mi piace partecipare tanto per farlo, senza che ci sia un progetto alle spalle. Cortometraggi era pronto da parecchio, ma c’è stata la pandemia, lo stop di tutto e allora ho voluto attendere tempi migliori anche per poterlo presentare live. È passato un anno, ne sono passati due… Ora, anche se la situazione non è quella che speravamo, ho deciso di pubblicarlo perché ho voglia di far sentire cose nuove».

Tra gli artisti in gara chi la incuriosisce?
«Mi sono piaciuti Gianni Morandi e La Rappresentante di Lista, bello anche il brano cantato da Mahmood con Blanco. Tiferò Le Vibrazioni, che sono cari amici».

È delusa dal voto dei giornalisti che l’hanno relegata al decimo posto della classifica provvisoria?
«Certamente mi aspettavo un piazzamento migliore. Forse la mia canzone non è immediata. Ma a me piace spiazzare. Spero che possa essere apprezzata le prossime volte».

Nella serata delle cover, accompagnata da Andy dei Bluvertigo, interpreterà Io vivrò (Senza te) di Lucio Battisti.
«Ho scelto una canzone italiana perché volevo omaggiare la nostra grande tradizione autorale. Il brano di Battisti è molto intenso, con una vena malinconica differente da quella di Miele. Rappresentano due sonorità e due approcci vocali diversi. Per Io vivrò ho cercato un arrangiamento soft-rock. In tal senso, ha avuto un ruolo importante Andy. Con lui abbiamo sempre avuto un ottimo feeling sul palco. Non abbiamo immaginato questa cover come un duetto di voci. Andy interverrà sul suono, con la sua piattaforma di strumenti particolari».

A chi deve dire grazie?
«Prima di tutto alla mia famiglia, c’è sempre stata. Nei momenti più difficili e in quelli importanti. Poi devo ringraziare Simona Ventura, Tiziano Ferro. Con Takagi & Ketra abbiamo condiviso tante bellissime esperienze, tre estati consecutive di successi, non è un caso che abbia deciso di portare a Sanremo un brano che porta la loro firma. Un segno di gratitudine. Ci hanno creduto».

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