Il poliedrico progetto musicale catanese debutterà domani, al Ma di Catania, con il suo nuovo lavoro: frutto di un lavoro di ricerca musicale e di collaborazioni eccellenti, come quella con Mario Venuti, gli undici brani che compongono la tracklist racchiudono le diverse identità, personali e artistiche, dei membri della band

[dropcap]È[/dropcap] una pace artistica che riunisce in maniera corale più stili e lingue la Paz che dà il titolo al nuovo album dei Babil On Suite, che verrà presentato venerdì 18 gennaio, alle 22.00, al MA di Catania, dove il gruppo formato da musicisti, dj e compositori catanesi racconterà al pubblico com’è stato concepito l’album (Puntoeacapo/A1 Entertainment) e quanto lavoro c’è dietro.

Un viaggio coinvolgente, ammiccante e concettuale che attraversa stili e personalità diverse. C’è la vena funk di 2 loose 2 loose, il sapore internazionale di Boa Babil On realizzata con Mario Venuti, l’omaggio a Lucio Dalla di In my cinema, per citare alcuni dei brani che formano la tracklist di inediti. A cui si aggiunge anche You can be free a cui ha contribuito il coro interscolastico “Vincenzo Bellini” di Catania.

E dopo il tour estivo che li ha visti protagonisti delle location e dei festival più importanti della Sicilia – tra cui il Curtigghiu GallegoRock 2018 – il gruppo formato dalle cantanti Caterina Anastasi e Manola Micalizzi, dal rapper Geo Jhonson, e dai musicisti Manuele Doca, Giuseppe Di Stefano, Elisa Messina, Marina Latorraca e Salvo Dub, è pronto per condividere con il pubblico catanese il frutto del suo lavoro.

La copertina dell’album

Già dalla copertina l’album Paz sembra molto affascinante. Ha un significato particolare?  

«La copertina vuole essere un omaggio al fumettista Andrea Pazienza – spiega a Sicilian Post Caterina Anastasi – da cui prende spunto il disegno dove protagonista è Maria, robot ispirato al film Metropolis di Fritz Lang che ha contraddistinto il gruppo in questi anni e che nel nuovo album prende forma, diventando un’identità fisica».

In questi anni avete avuto collaborazioni con musicisti importanti, come Lucio Dalla, Mario Venuti, Samuele Bersani, Nouvelle Vague, Carl Graig, Max Gazzè, Eugenio Bennato, Roy Paci, 99 Posse. Cosa significa per voi?
«Sono state collaborazioni importanti perché Babil On Suite è un progetto nato dodici anni fa, quando conobbi Salvo Dub, e in questo lasso di tempo abbiamo avuto due fortune: la prima è stata l’incontro con Lucio Dalla nel 2009, che ci ha dato la possibilità di produrre il primo album, Roulette, a cui sono seguiti La scatola e Safari Now, e la seconda l’incontro con grandi personaggi appunto, da Max Gazzè a Mario Venuti, con cui abbiamo collaborato per la realizzazione del singolo Boa Babil On uscito lo scorso luglio – e raccontato in un videoclip diretto da Fabio Luongo e visibile su Youtube (ndr), che ci hanno dato l’opportunità di crescere e di suonare su palchi importanti».

Nell’album sono presenti tanti stili. Quali sono e come convivono in un unico lavoro?
«In realtà Paz, che significa pace in portoghese, è un contenitore del nostro percorso storico e artistico e contiene otto identità. Che nonostante siano differenti, perché ognuno di noi ha il proprio background culturale e di vita, quando salgono sul palco riescono a coesistere bene insieme».

Questa pace artistica dopo cosa arriva?
«È una pace artistica metaforica, che unisce in maniera un po’ corale le varie identità che all’interno dell’album si traducono in diversi stili e diverse lingue. Perché si parla in portoghese con Manola o in inglese con Geo Johnson, ed è questo per noi il significato di pace artistica».

Come sono nati i vari brani?
«Abbiamo una fortuna all’interno del gruppo e questa fortuna ha un nome. Si chiama Salvo Dub e ha una grande capacità: quando la realtà diventa insostenibile fa appello alla fantasia, e vengono fuori questi brani».

Come vi state preparando all’evento di domani sera?
«Siamo in una fase estremamente delicata, proviamo già da due settimane per vedere se siamo pronti e ieri abbiamo fatto una prova generale ufficiale. L’emozione non manca mai, domani sera ci vedremo sul palco del Ma, incrociamo le dita e speriamo bene. Vi aspettiamo tutti!».

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