Lo studioso, già direttore dell’École française de Rome e Accademico dei Lincei: «Noi archeologi siamo come dei pompieri intenti a spegnere un incendio: offriamo un servizio alla comunità»

«Nella frenesia dei nostri giorni, troppo spesso la ricerca archeologica, con gli scavi che essa promuove, è vista come un impedimento all’avanzare dei lavori sul territorio. Bisogna capire però che in realtà l’archeologia tutela l’ambiente». Queste le parole di Michel Gras, grande storico e archeologo francese socio straniero dell’Accademia Nazionale dei Lincei e direttore di ricerca emerito del Centre National de la Recherche Scientifique, nonché direttore per lungo tempo dell’École française de Rome.

Michel Gras

RICERCA E TUTELA DELL’AMBIENTE. Oggi i giovani che decidono di affrontare studi di ambito umanistico e archeologico non hanno davanti grandi prospettive, soprattutto in termini di guadagno, ma è proprio questo che li rende degni di ammirazione per la loro passione. Alla domanda su cosa l’archeologia riservi ai giovani, soprattutto in Italia, Michel Gras risponde così: «Non essendo italiano non so esattamente cosa offra oggi l’archeologia nel vostro paese ai giovani in termini lavorativi, ma con la mia esperienza in Francia sono fiducioso e so che i posti arriveranno, a patto che si cambi mentalità. L’archeologia è una risorsa per il territorio, aiuta la società a prendere coscienza dell’ambiente in cui vive. Noi archeologi siamo come dei pompieri intenti a spegnere un incendio: offriamo un servizio alla comunità». Si pensi all’archeologia preventiva, che si occupa di conciliare la tutela del patrimonio archeologico con le necessità operative che i lavori di scavo comportano: in questo modo si evita che una costruzione moderna, come un parcheggio, possa distruggere i beni che si celano sotto un’area non ancora scavata. «Quando mi rivolgo ai ragazzi – ci racconta l’archeologo Gras – spesso mi capita di dover fare riferimento a beni archeologici che non ci sono più proprio perché sono andati distrutti nella frenesia di realizzare nuove costruzioni. In questi casi non mi resta che esclamare: Che peccato».

LA MISSIONE DEGLI SCAVI. Essendo quindi l’archeologia un importante strumento di valorizzazione dell’ambiente, bisogna capire che i suoi frutti sono offerti a tutti, ma solo chi ha studiato può operare sul territorio: «Ogni scavo – continua l’archeologo – è una missione che comporta grandi responsabilità, va affidato a un’équipe competente. Esso serve a riportare alla luce il passato, ma soprattutto a offrire nuove risorse non solo in termini di turismo. Gli scavi sono una salvaguardia per l’ambiente, evitano che luoghi di grande interesse vadano distrutti. Non tutti però l’abbiamo ancora capito: in Francia mi capita di vedere che gli stranieri trasferitisi a vivere lì sono molto più interessati al nostro territorio rispetto agli abitanti autoctoni, soprattutto perché questa voglia di conoscenza permette loro di trovare un legame con la terra che li ospita».

PICCOLI BENI, GRANDI RISULTATI. Ultimamente la televisione in Italia ha portato sullo schermo i nostri beni culturali, offrendo al grande pubblico la possibilità di conoscerli: di fronte al successo di programmi televisivi come quelli di Alberto e Piero Angela, perché l’archeologia continua a faticare per trovare fondi e andare avanti? Michel Gras, pur non conoscendo queste trasmissioni italiane, così risponde: «Spesso in TV si portano solo le grandi opere monumentali, quelle capaci di attirare l’attenzione della gente. L’archeologia però non è solo spettacolare, è fatta anche delle piccole cose che abbiamo sotto gli occhi e spesso non vediamo: sono proprio queste che vanno messe insieme per ottenere grandi risultati».

 


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