Per svelare i tanti misteri dell’universo che ancora ci sfuggono, a volte, risulta più utile scendere in profondità piuttosto che alzare il naso all’insù. Quello che a tutti gli effetti potrebbe apparire come un paradosso, tuttavia, è già realtà. Una realtà molto più vicina di quanto si possa immaginare. Nei pressi di Capo Passero, a 3500 km di profondità, in questi mesi sta nascendo KM3Net, vale a dire il più grande telescopio marino della storia. L’obbiettivo è quello di identificare le sorgenti dei neutrini di alta energia derivate da eventi di grande portata avvenuti nell’universo, così da poter studiare più a fondo questo genere di particelle. Per loro natura, infatti, i neutrini, poco inclini ad interagire con la materia, sono particolarmente complessi da analizzare e non è un caso che per assolvere a tale missione sia stato necessario mettere in cantiere un così potente mezzo di osservazione, che nella sua versione finale sarà in grado, grazie a sensori di luce ultra-sensibili, di rilevare i flebili lampi generati dalle particelle emesse durante l’interazione dei neutrini cosmici con l’acqua.

Foto Infn

ALLESTIMENTO DI UN GIGANTE. Realizzato nell’ambito del progetto Idmar, cofinanziato dalla Regione Siciliana grazie all’allocazione di fondi europei, l’osservatorio subacqueo è stato di recente ampliato con l’installazione di cinque nuove stringhe di rilevatori: un passo importante nel raggiungimento dell’ambizioso obiettivo di giungere ad una dotazione di oltre duecento. Un fondamentale contributo in questa opera di mastodontico assemblamento è stato dato dalla nave americana Miss Marilene Tide, la quale, salpando da Malta, ha trasportato i materiali che poi, una volta collegati alla stazione di terra – il laboratorio dell’Istituto nazionale di fisica nucleare -, sono stati calati e ancorati in mare attraverso una protezione di forma sferica. KM3Net promette, dunque, di far parlare di sé negli anni a venire. E i progetti legati a Idmar non si fermano qui.

RICERCA ED ECOLOGIA. Il Mar Mediterraneo, del resto, si è confermato una volta di più come una risorsa preziosissima per la ricerca scientifica. E, in quanto tale, meritevole della massima tutela. Per tale ragione, ancora una volta con l’aiuto della Miss Marilene Tide, nell’ottica del potenziamento delle infrastrutture di ricerca marittima perseguito da Idmar, verrà posizionato uno strumento di rilevazione della quantità di plastica in mare, così come diversi saranno i rilevatori acustici che si riveleranno particolarmente utili per le future ricerche biologiche e geofisiche.

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