«Prima di quel caschetto con il contorno occhi delineato dall’eyeliner, gli occhialoni e la sigaretta perennemente accesa, c’è stato molto altro: c’è stata una piccola Orianina – che forse aveva già l’espressione accigliata che la contraddistingueva – ed è proprio da qui che prende le mosse questo volume». Così viene descritta la giornalista e scrittrice Oriana Fallaci dalla grafica editoriale catanese Paola Cannatella, autrice insieme al marito Giuseppe Galeani (docente di italiano e latino per la scuola superiore) del graphic novel Oriana. una donna libera: un volume che, come aggiunge poi Galeani, «è nato per volontà dell’unico erede della giornalista, il nipote Edoardo Perazzi, che insieme alla casa editrice Rizzoli ha scelto noi per realizzare un fumetto sulla zia».

IL RITRATTO DI ORIANA. L’opera è frutto di un anno e mezzo di lavoro meticoloso sia dal punto di vista grafico sia da quello narrativo. «In origine il progetto è nato in bianco e nero – racconta Cannatella – con una serie di schizzi su foglietti di fortuna. In un secondo momento ci è venuta l’idea di ampliarne la gamma cromatica, anche se colorarlo tutto avrebbe richiesto troppo tempo e avrebbe tolto qualcosa all’essenza del volume. Così, abbiamo deciso di optare per dei colori rosati che si sono trasformati nella cifra stilistica dell’opera: frutto da una parte dell’osservazione dei tramonti da casa mia, durante i quali mi concedo in genere un momento di riflessione, queste sfumature sono dall’altra parte lo specchio della passione rossa che ha animato la vita di Oriana Fallaci stessa». Il ritratto di quest’ultima nasce, d’altronde, da un’attenta analisi delle sue fotografie da parte della disegnatrice: «Perazzi me ne ha fornite molte soprattutto del periodo della giovinezza, ovvero di quella Orianina che nel volume appare già adulta da bambina, per poi raggiungere quell’immagine immutabile con cui il grande pubblico ha familiarità. Dal momento che lei è sempre stata una donna e un’intellettuale coerente con se stessa e con gli altri, ho voluto mantenere questo suo tratto caratteristico attraverso la grafica, servendomi di dettagli ricercati e riprodotti con cura».

Due tavole tratte dal volume Oriana. Una donna libera
Due tavole tratte dal volume Oriana. Una donna libera

CON PAROLE SUE. Una cura che si rispecchia anche nelle parole dei ballon, come svela l’autore del testo Galeani: «Oriana Fallaci considerava i suoi libri come dei figli, ed è a loro che mi sono affidato per raccontarla e farle raccontare di sé. Ognuno degli otto capitoli del graphic novel prende quindi vita da un racconto diverso e si basa su una bibliografia immensa. Non per niente, l’opera avrebbe dovuto essere pronta secondo Perazzi entro sei mesi, per essere pubblicata in occasione del quindicennale della morte di Fallaci nel settembre 2021. Tanto per me quanto per Paola, però, sarebbe stato impossibile, motivo per cui alla fine abbiamo rimandato pur di non rinunciare allo spessore dell’opera». La vastità delle fonti a cui attingere ha infatti generato la necessità di un lavoro di cernita minuzioso: «In alcuni dei capitoli più forti, come quello sulla guerra del Vietnam basato sul romanzo Niente e così sia, è stato particolarmente difficile selezionare le parole da inserire nel piccolo spazio di un ballon. Da qui la geniale idea di mia moglie Paola di inserire dei riquadri che abbiamo immaginato come le pagine di un diario di Oriana Fallaci, scritte con il celebre font Lettera 22». La narrazione del fumetto è dunque affidata alla stessa protagonista, che ripercorre la sua vita mentre si trova all’interno della propria casa, seduta su una poltrona con la sua sigaretta accesa: «È stato inevitabile ritrarla con un piglio scontroso, tipico di chi si vede la casa invasa e la privacy violata, come se fossimo appena entrati per intervistarla».

VERSO IL GRAPHIC JOURNALISM. Per Galeani e Cannatella non è la prima volta alle prese con un graphic novel che quasi sfocia nel graphic journalism: risale infatti al 2011 la loro pubblicazione di Maria Grazia Cutuli. Dove la terra brucia, pubblicato sempre da Rizzoli e dedicato in quel caso alla storia della reporter catanese assassinata dieci anni prima, nel 2001. Per l’occasione, i due autori avevano dato nuova vita alle parole con cui la giornalista si era espressa nei suoi articoli più famosi, ma anche a quelle conservate nei suoi diari più intimi: «Potrà sembrare incredibile – ricorda Cannatella – eppure Perazzi aveva tra le mani proprio quel testo quando ci è stato affidato il compito di realizzare un’opera su Oriana Fallaci. Entrambe hanno lavorato al Corriere della Sera, e per Maria Grazia Cutuli lei era un mito, un punto di riferimento, un modello a cui guardare. Ma mentre per la prima avevamo dovuto cercare il materiale conducendo una lunga indagine con la sua famiglia per costruire appieno la sua umanità, per la seconda siamo invece ricorsi all’essenzialità e alla sottrazione di informazioni, pur di spogliare Oriana Fallaci del mito creato intorno a lei e ricostruire la sua umanità prima di presentarla ai nostri lettori».


L’INCONTRO A CATANIA

La chiacchierata con Paola Cannatella e Giuseppe Galeani (al centro, nella foto) è avvenuta sabato 18 marzo a Piazza Scammacca in occasione della presentazione del graphic novel Oriana. Una donna libera, alla presenza della giornalista Rosa Maria Di Natale e dell’esperto di fumetti Marco Grasso (rispettivamente a sinistra e a destra, nella foto).

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