Esiste un periodo della storia siciliana tra la fine del Settecento e i primi anni dell’Ottocento che rimane ancora oscuro a tanti. È poco noto infatti che proprio in quel periodo la Sicilia fosse fortemente influenzata da un significativo insediamento britannico con cui condivideva costumi, abitudini e politica. La presenza degli Inglesi sull’isola e la complicata convivenza con i Borboni era giustificata da interessi economici e dalla necessità di contrastare l’espansione napoleonica.

Esiste anche un giovane medico siciliano vissuto in quel periodo che ha lavorato a servizio degli Inglesi e che ha viaggiato per mare a seguito della Compagnia delle Indie Orientali come ufficiale sulle navi e come medico personale di alti funzionari reali fin nelle Indie. Ha risieduto a lungo a Malta, Corfù e Madras lasciando scritti di natura scientifica e anche intima, come i diari e un’autobiografia, dove descrive il periodo dal 1814 quando entrò a far parte dell’esercito inglese, fino al dicembre 1838 giusto un mese prima della sua tragica morte a La Valletta.

Il suo nome è Pasquale Maria Benza originario di Santa Caterina Villarmosa, laureato in Medicina a Palermo, altresì attento studioso di piante, animali e uccelli con un atteggiamento scientifico fortemente caratterizzato dall’impronta naturalistica. Benza non è un esempio isolato di studioso che curiosamente si spinge verso terre lontane per lasciare testimonianze e resoconti bensì è piuttosto la conferma di un periodo storico vivace e ricco di stimoli, improntato sulle idee illuministiche diffuse in Europa alla fine del XVIII secolo.

Pasquale Maria Benza

Gli scritti scientifici di Benza, ancora inediti, insieme a tantissimi saggi pubblicati sui prestigiosi Bengal e Madras Journal of Literature and Science di allora confermano quanto significativo fosse il suo contributo al panorama scientifico internazionale del tempo. Lo testimoniano l’amicizia con il geologo Carlo Gemmellaro, la passione per la mineralogia, i primi studi sulla natura delle rocce dell’Etna e in particolare lo studio ‘sul campo’ dell’isola Ferdinandea, vulcano apparso al largo di Sciacca nel 1831 e poco dopo inabissato.

Suoi studi di botanica e report sanitari sugli ospedali visitati sono apprezzati a Londra. In India è membro della Royal Asiatic Society, pubblica saggi sulla natura del suolo indiano talmente importanti da essere citati come riferimento accademico dal suo illustre contemporaneo Charles Darwin. Le riflessioni di Benza risultano menzionate nella corrispondenza di Darwin nonché nel diario del Viaggio sul Beagle intorno al mondo 1831-1836. Darwin non avrà mai modo di visitare l’India quindi le considerazioni scientifiche elaborate da Benza, nel corso delle sue osservazioni geologiche tra Madras e le montagne del Nelgherries e del Koondah rappresentano un validissimo termine di paragone per gli altri studi geologici del tempo.

L’esperienza di Benza è originale perché mentre diversi viaggiatori stranieri hanno effettuato viaggi in Sicilia descrivendone ogni singolo particolare, meno frequenti sono i viaggiatori siciliani che hanno avuto modo di andare così lontano alla scoperta di luoghi straordinari. E fu proprio grazie agli Inglesi che a Benza venne offerta la possibilità di buoni guadagni e di una carriera scientificamente prestigiosa.

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