«È un modo per portare la scienza fuori dai locali normalmente adibiti per le ricerche e le lezioni e cercare di farla integrare in modo informale negli ambienti di svago cittadini, come i pub appunto, mettendo persone comuni e ricercatori, sia di fama internazionale che giovani emergenti, di fronte a una birra», spiega Alessia Tricomi, direttrice del CSFNSM (Centro Siciliano di Fisica Nucleare e Struttura della Materia) e coordinatrice a Catania  dell’evento giunto alla sesta edizione a livello mondiale

Se siete tra le persone che solo a sentir nominare materie come fisica, chimica e fotonica impallidiscono, potrebbe essere giunto il momento di cambiare prospettiva, ritrovandosi a parlare di atomi, esperimenti, numeri e parti del corpo umano di fronte una pinta di birra fresca. Perché è proprio questo lo scopo di Pint of Science Catania 2018, l’appuntamento annuale che mette in contatto ricercatori provenienti da diversi ambiti scientifici con gente comune, studenti e curiosi che vogliono tenersi informati o approfondire gli argomenti di ricerca innovativi e sulla cresta dell’onda.

«È un modo per portare la scienza fuori dai locali normalmente adibiti per le ricerche e le lezioni e cercare di farla integrare in modo informale negli ambienti di svago cittadini, come i pub appunto, mettendo persone comuni e ricercatori, sia di fama internazionale che giovani emergenti, di fronte a una birra», spiega Alessia Tricomi, direttrice del CSFNSM (Centro Siciliano di Fisica Nucleare e Struttura della Materia) e coordinatrice a Catania di Pint of Science, evento giunto alla sesta edizione a livello mondiale, quarta in Italia e seconda nella nostra città, dove l’anno scorso il primo esperimento ha riscosso tanto successo da scegliere di replicare, riconfermando due dei temi affrontati durante la prima edizione, a cui è stata aggiunta una novità.

«Quest’anno abbiamo Our body, che racconta il corpo umano a cavallo tra biologia e medicina, Tech me out che riguarda tecnologia, fisica, ingegneria, chimica, fotonica e robotica, Atoms to Galaxies che fa riferimento a chimica e fisica», spiega la docente dell’Università di Catania, che aggiunge come l’esperienza porti a instaurare con i ricercatori un rapporto diverso da quello che normalmente si può avere, intimoriti come siamo dall’idea del ricercatore visto come «un genio pazzo con i capelli all’aria», scherza Tricomi. Che aggiunge: «Vogliamo trasmettere un’idea più umana e reale di questi studiosi, che sono persone comuni, spesso anche giovani, che lavorano per la comunità».

I nove talk in programma per questa edizione si svolgeranno il 14, il 15 e il 16 maggio, dalle 20.30, in tre pub del centro storico: Mr. Hyde di via Santa Filomena, Joyce Irish Pub di via Montesano e The Boozer di via Caff.

«L’anno scorso sono venuti a trovarci molti studenti universitari e quest’anno ci auguriamo non solo di replicare, ma di coinvolgere sempre più persone, che speriamo di incuriosire con il programma che abbiamo scelto». Si parlerà di nanoparticelle ed esplosioni di supernovae, della possibilità di riparare il dna per sconfiggere le malattie genetiche e di quella di curare il cancro con l’adroterapia.

«Cercheremo soprattutto di sfatare dei falsi miti che circolano nell’ambiente social e non sempre aiutano le persone ad affrontare in maniera concreta queste problematiche quando si presentano. Vogliamo condividere con la città le nostre conoscenze – conclude Alessia Tricomi – ce la stiamo mettendo tutta e speriamo che quante più persone possibile accolgano il nostro invito».

 

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