Quarant’anni di Taormina Film Fest nei sorrisi immortalati da Dino Stornello
«Ridi sempre, ridi, fatti credere pazzo, ma mai triste. Ridi anche se ti sta crollando il mondo addosso, continua a sorridere. Ci sono persone che vivono per il tuo sorriso e altre che rosicheranno quando capiranno di non essere riuscite a spegnerlo». Non bisognerebbe mai dimenticare il prezioso consiglio di Roberto Benigni, protagonista insieme al compianto Massimo Troisi del primo scatto, targato 1981, della personale fotografica di Dino Stornello, memoria storica del Taormina Film Fest che per la sua 68esima edizione è stato chiamato a raccontare in 33 scatti le star che negli ultimi 40 anni hanno calcato le passerelle della kermesse siciliana. Filo conduttore della mostra, curata da Gianluca Russo con l’allestimento di Ginevra Chiechio, è il sorriso, in posa o spontaneo, rubato ai tanti personaggi che negli anni hanno animato il Festival.
FOTO, AMORE E FANTASIA. «Inizialmente avevamo pensato a un percorso con scatti di Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi e Monica Vitti – spiega Stornello – dato che quest’anno il Festival è dedicato alla commedia all’italiana. Quando poi si è deciso di cambiare l’impostazione, abbiamo modificato anche la scelta delle foto ampliandola ad alcune star internazionali». Linsday Kemp, Edwige Fenech, Giancarlo Giannini, Mariangela Melato, Nino Manfredi, Gino Bramieri e Claudia Cardinale, sono solo alcuni degli artisti più amati di sempre immortalati dall’obiettivo di Stornello. Foto scattate rigorosamente su pellicola, tutte in bianco e nero ad eccezione dell’ultima con Giovanni Storti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo a colori, che in qualche modo hanno segnato un’epoca. «La maggior parte delle foto esposte – aggiunge il fotografo – è nata in bianco e nero perché questa tecnica mi ha sempre trasmesso un’emozione in più rispetto al colore, le altre sono state lavorate per diventare tali. Oggi c’è un eccesso di immagini ma allora avevamo a disposizione solo trentasei scatti a rullino, per cui prima ancora di fare una foto bisognava scegliere cosa immortalare curandone anche il dettaglio. Una “deformazione professionale” che ho cercato di mantenere anche con il digitale, fermo restando che un numero maggiore di scatti va poi a complicare il successivo lavoro di editing». Una professione, quella del fotografo a caccia di VIP, a metà tra l’investigatore e il paparazzo che fra gli anni ’80-‘90 vedeva anche la complicità degli uffici stampa e delle direzioni degli alberghi per riuscire a realizzare uno scatto o un servizio. «In linea di massima abbiamo costantemente trovato la collaborazione degli attori – osserva – tranne chiaramente quando si diventava troppo invadenti, cosa che io personalmente ho sempre evitato. Spesso semmai negli hotel erano le persone comuni che non gradivano questa invasione di campo».
MIGLIAIA DI IMMAGINI. «Sono sempre stato un ammiratore della Bellucci ma come feeling particolare durante gli scatti ricordo Lino Banfi, gli stessi Benigni e Troisi con i quali rimanemmo un quarto d’ora a ridere insieme, ma anche Lando Buzzanca e Franco Franchi che stettero sempre al gioco». La sfida per quest’anno è riuscire a fotografare il premio Oscar Francis Ford Coppola, ospite dell’edizione 2022 del Taormina Film Fest, durante il quale presenterà la versione restaurata de “Il padrino” a cinquant’anni dalla sua uscita nelle sale. «Farò il possibile per immortalare anche lui, altrimenti la mia presenza non avrebbe senso», scherza Stornello che in quarant’anni di onorato servizio ha raccolto un numero importante di materiali d’archivio, si parla di migliaia e migliaia di fotografie. Anche quest’anno per una settimana la Sicilia diventa la Capitale del cinema con tanti ospiti come Giuseppe Tornatore e Ferzan Özpetek. Un omaggio speciale è stato poi pensato per la coppia del cinema italiano: Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi, nel centenario della nascita, con la proiezione di Venga a prendere un caffè da noi di Lattuada e Senza famiglia, nullatenenti cercano affetto di Gassman, nelle versioni restaurate dal Centro Sperimentale di Cinematografia.
EMOZIONI FRA CINEMA E TEATRO. «L’input positivo che dà questa manifestazione – spiega – è considerevole. La scelta del tema del sorriso, poi, voleva esaltare quella leggerezza di cui abbiamo bisogno e che purtroppo ancora oggi, a causa della pandemia e della guerra, non riusciamo a sentire». Un tentativo di tornare alla normalità certamente, anche se il Festival è prima di tutto l’occasione per diventare parte di quel contesto vivendo per una settimana l’esperienza del cinema a 360°gradi. «Nel corso degli anni ho costruito tanti legami, – conclude Stornello – molti dei quali vanno oltre il Festival. In ogni caso resta l’occasione per rivedere gli amici di sempre, lo stesso vale per il mondo del teatro dove mi sono formato professionalmente e in cui una foto oltre a documentare la messa in scena di uno spettacolo, restituisce l’emozione e l’impegno del lungo lavoro che c’è dietro».