Ricucire la ferita tra reo e vittima: la giustizia riparativa per superare la logica della punizione
«Nell’esercizio della giustizia, dobbiamo rifarci ad un bellissimo termine introdotto in Italia: quello di equiprossimità, in base al quale un mediatore faccia da garante di uno spazio di cura sia al colpevole che alla persona danneggiata». Queste, secondo Adolfo Ceretti, professore di Criminologia presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, alcune delle strade che permetterebbero di costruire una nuova concezione delle misure restrittive per chi si macchia di un crimine. Il docente è stato protagonista dell’incontro “Verso una giustizia riparativa”, promosso da Fondazione Francesco Ventorino, dall’Arcidiocesi di Catania, dal Centro Culturale di Catania e dalla Fondazione Sant’Agata
