Il fumettista parla del suo ultimo progetto “Memento Mori” e della scena fumettistica nostrana: «Forse è una delle migliori di sempre. In termini autoriali non abbiamo mai visto così tanta ricchezza e varietà. In termini di mercato, invece, anche se l’edicola soffre tanto, i fumetti nelle librerie sono tantissimi»

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]A[/dropcap]mbientare il Corvo a Roma è stata una scelta motivata da due ragioni: contestualizzarlo nella mia città e affrontare il tema religioso». Come lo scorso anno, Roberto Recchioni è stato tra gli ospiti più importanti a Etna Comics. In quest’edizione il curatore di Dylan Dog, sceneggiatore e autore ha presentato il suo ultimo progetto: “Il Corvo. Memento Mori”, una rivisitazione del celebre fumetto di O’Barr pubblicata sul finire degli anni ’80 e divenuta il simbolo della cultura pop dell’epoca, illustrata ora da Werther dell’Edera e affidata alle sapienti mani della colorista Giovanna Niro.

Come nasce il tuo Corvo?
«La miniserie nasce dalla volontà di Marco Schiavone di Edizioni BD, alla sua chiamata io ho risposto senza esitare. Sono molto legato al personaggio, quando O’Barr venne a Roma per la prima volta ero agli inizi nel mondo del fumetto, io e Lorenzo Bartoli lo portammo persino in giro per la città in auto. Inoltre la figura del Corvo, del vendicatore, mi avrebbe dato l’opportunità di sposare alcune tematiche che in questo periodo mi stanno molto a cuore».

Ad esempio?
«Il tema religioso. Roma, con le sue chiese e le sue croci, con la sua tradizione, era lo scenario perfetto per sviluppare questa storia. Inoltre è la mia città. Se ti danno l’opportunità di scrivere sull’uomo ragno e di vederlo nel tuo quartiere non puoi tirarti indietro. Collocarlo nel posto in cui sono cresciuto mi sembrava un’idea affascinante».

Oltre ad enfatizzare la componente spirituale e ad affrontare la questione delle guerre di religione, avete privilegiato l’elemento adolescenziale, preferendo persino un giovane chierichetto al prete in là con gli anni che originariamente era stato pensato come protagonista.
«Sì, l’idea fondamentale era “smells like teen spirit”, un personaggio che “puzzasse di adolescenza” e con lui anche la narrazione. Tra l’altro si tratta proprio del primo ed unico Corvo adolescente».

Qual è il ruolo del femminile nel tuo Corvo?
«Nel quarto episodio della miniserie SPOILER vi è un ribaltamento della trama. Abbiamo reinterpretato la figura di Sarah che fino a questo momento aveva sempre avuto un ruolo marginale e passivo. SPOILER»

La doppia edizione prevede, oltre all’uscita in Italia, il lancio negli USA. Quali sono stati i limiti imposti dalla loro censura?
«Gli americani sono molto sensibili ai temi caldi. Se metti in mezzo dei terroristi islamici loro preferirebbero che fossero generici terroristi. Questa, tuttavia, è una storia religiosa, quindi la trama non è stata alterata».

Come valuti l’attuale scena fumettistica italiana?
«Forse una delle migliori di sempre. Abbiamo artisti enormi al massimo della forma, come Gipi e Leo Ortolani, oltre a giovani come Zerocalcare, che ha messo i fumetti in mano a chi non ne aveva mai letti. In termini autoriali non abbiamo mai visto così tanta ricchezza e varietà, anche se in termini di mercato l’edicola soffre tanto. In compenso i fumetti nelle librerie sono tantissimi. Ci sono sempre nuovi editori ed è arrivata anche Feltrinelli Comics, con cui ho pubblicato “La fine della ragione”. Se si fanno fumetti è decisamente un buon momento».

Parliamo di Dylan Dog: l’anno scorso si è molto parlato della tua collaborazione con Dario Argento, la cui uscita è sempre più vicina. Puoi svelarci qualcosa?
«Uscirà tra un paio di mesi e s’intitola “Profondo Nero”. È stata scritta da Dario Argento e Stefano Piani e disegnata da Corrado Roi, mentre la copertina è di Luigi Camenago. Sarà un ottimo lancio, uno degli eventi da seguire dell’estate di Dylan Dog».

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